Virgo: una boutique dedicata all’occulto nel cuore di Vanchiglia

Valentina G. ha aperto in via Santa Giulia quello che apparentemente potrebbe sembrare “solo” un negozio di oggettistica legata all’occulto, la magia e l’esoterismo. In realtà Virgo si rivela fin da subito come qualcosa di più: una surreale boutique di cimeli e opere d’arte, misteri e curiosità, orrore e stupore. Una sorta di wunderkammer, ovvero una “camera delle meraviglie” – tra candele, tarocchi, libri, fiori, quadri e quant’altro – racchiusa in una piccola ma curatissima vetrina di zona Vanchiglia. Un atipico museo in cui ogni oggetto vuole aprire un mondo e raccontare una storia. Trascinati dalla passione con cui Virgo si dedica alla sua attività – non solo commerciale, ma di divulgazione – abbiamo voluto approfondire la sua storia personale, dai boschi di Pinerolo alla chiesa di Santa Giulia, passando per la Transilvania. 

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_di Lorenzo Giannetti

Ti definisci una collezionista, oltre che un’appassionata: qual è stato il primo oggetto – tra quelli che ricordi – che hai acquistato (o trovato) legato in qualche modo alle tematiche dell’occulto?

Ho da sempre raccolto cose per strada e nei boschi, li portavo a casa come trofeo. Sicuramente il primo in assoluto che è legato al tema dell’occulto è stato un quadro: ero ad una performance e vincevi quest’opera se facevi uscire 666 con i dadi, in caso contrario dovevi pagare 10 euro per ogni numero che usciva – io ho fatto 121, mi sono sentita comunque molto fortunata…! Quello è stato sicuramente il primo oggetto magico che è entrato nella mia camera dei segreti.
Ora, posso dire di collezionare per sentirmi più vicina telepaticamente a delle persone: certe cose che compro immagino di condividerle con anime lontane e immagino sempre di parlare ore e ore con loro di quell’oggetto.
Qual è invece il tuo primo ricordo in assoluto legato all’occulto o comunque alla magia?
È difficile pensare a un primo evento connesso alla magia, mi sono sempre sentita circondata dalla magia, però forse nello specifico un racconto singolare è legato a Villa Capriglio, ormai ahimè decadente. C’è sempre stato questo alone di mistero connesso a questa casa e una leggenda in particolare mi ha sempre colpito: quella che racconta come la casa in alcune notti scomparisse. Ecco, una sera andai su in strada traforo del Pino con degli amici, il sentiero era impraticabile e allora ci fermammo sulla strada: da un momento all’altro la casa non c’era più, in una prima foto la vedevamo e in quella dopo no. Autosuggestione collettiva o meno, questo è stato per me un episodio intenso ed importante: un qualcosa di indefinibile che amo definire magico.
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Come è nato il progetto e poi il negozio Virgo? Come mai hai deciso di chiamare così questo spazio così deliziosamente mutevole e difficile da definire appieno? 

Virgo nasce sicuramente da un’esigenza, sentivo profondamente il bisogno di poter esprimere attraverso la ricerca ed una componente visuale quello che sentivo dentro e quello che di base amavo maggiormente: volendo tutto si riassume in un dialogo tra antico e moderno. Ho visto in questo progetto il modo perfetto per trasmettere questa antitesi e per farla venire alla luce per un pubblico più ampio possibile.
Lavorando per agenzie e privati ho sempre represso il mio lato più autentico: chiaramente fare progetti soprattutto nel commerciale devi tenere conto di paletti dettati dall’azienda. Virgo invece è tanto di me e tanto di tutto, è pieno quasi in maniera ossessiva, ma una volta varcato l’uscio mi piace che l’utente abbia possibilità di scegliere, di addentrarti a piacimento, di scoprire liberamente.
A ragion del vero ci sono poi due fattori scatenanti che mi hanno portato a creare questo progetto, sicuramente il primo nasce dai progetti che facevo all’Università di Design ed è stato nello specifico la progettazione di una carta da parati che è nata dall’amore che ho per i lividi…
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I lividi? Spiegaci meglio. 
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Una rappresentazione singolare, me ne rendo conto, ma la texture che si era creata sovrapponendo lividi di persone diverse era unica, inimitabile. Questa creazione è stata determinante perché non mi sono assolutamente preoccupata del valore che le altre persone le avrebbero date, semplicemente mi piaceva, ma soprattutto aveva del pathos, riassumeva in parte la mia vita e la trasformazione di qualcosa di brutto in bello.
Singolare ma affascinante e coerente.
Vero! Il secondo fattore è forse più “ortodosso”: la visione e lo studio della simbologia in alcune opere d’arte, nello specifico citerei Goya. Ricordo ancora la mia visita al Prado dopo che avevo letto che il suo quadro “Saturno che divora i suoi figli” fosse il più spaventoso al mondo… Per me fu una folgorazione.
Invece il nome Virgo banalmente deriva dal mio segno zodiacale, ma in realtà è il binomio perfetto tra “virgo” segno zodiacale e “virgo” inteso come vergine, pura, intoccabile.
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Virgo organizza anche diversi eventi, talk, workshop e attività varie: ti va di raccontarci meglio come ti muovi in tal senso?
L’obiettivo sicuramente è quello di connettere più arti contemporaneamente e trasmettere tramite esse l’essenza di Virgo, cioè quella di raccontare il mondo esoterico in maniera più smart e contemporanea. Il primo evento che ho fatto è stata una performance sulla stregoneria: il trio Les Sorcieres, si è aggirato davanti allo studio improvvisando formule magiche e danzando sotto la Luna.  Ho organizzato anche dei talk molto intimi con gli artisti che espongono, raccontando sì la loro arte, ma ancor più la loro anima. E in realtà ho in programma sempre più eventi fuori dallo spazio di Virgo…
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Beh, allora entriamo nel dettaglio: quali sono i prossimi eventi targati Virgo a cui stai lavorando anche fuori dal tuo negozio? 

Ho in programma una serie di eventi che rispecchiano totalmente il mood del progetto. Il primo evento “Ciao, come stai? consiste in una serie di incontri creati insieme a Kundalini Knitwear e Philéo che avranno luogo la seconda domenica del mese da Combo Torino, punto di riferimento per arte, musica e interazioni culturali. Insieme a Combo faremo una “sorta di Balon off” con un’esposizione di alcuni brand sperimentali torinesi e ad ogni incontro ci sarà un talk dove argomenti culturali e legati al misticismo incontrano le parole cordialità e consapevolezza. Il primo avrà luogo l’8 maggio e vedrà sul palco quello che per me è un magico trio: Soloredie, Robe Stellari e Alina Specialina. Si parlerà di come tarocchi e astrologia abbiano un appeal diverso su ognuno di noi. [Clicca QUI per l’evento Facebook]

Io sono del Leone, quindi impaziente di sentire gli altri progetti, anche se uno già lo conosco perché ci abbiamo collaborato con Outsiders webzine…

Eccolo, infatti, il secondo grande evento sarà “MAFFEI FAIRYTALE”, una mostra al Cinema Teatro Maffei di San Salvario sulla tematica film esoterici ed erotici, che curerò personalmente. Ci sarà una selezione di artisti torinesi che daranno la loro visione su dei cult del cinema degli anni 70/80 con un’inedita installazione connessa alla mia sfera più intima e personale. [Clicca QUI per l’evento Facebook]
In ultimo, a fine maggio – finalmente! – uscirà il mio primo libro “Demoni Torino” pubblicato dalla casa editrice Psiche 2, una raccolta di 89 polaroid scattate in giro per la città accompagnate da racconti e leggende con un elevato pathos. Anche qui ho cercato di rappresentare l’essenza più elevata di Virgo, cioè quella di connettere passato e presente attraverso uno sguardo estetico differente che esclude un qualsiasi giudizio altrui.
Che dire, gli appuntamenti da segnare in agenda non mancano. Ma per le serate casalinghe in solitaria… ci consigli un libro, un film ed un disco che secondo te potrebbero rispecchiare lo spirito e l’anima di Virgo?
Questa è davvero difficile. Consigliare una sola cosa per me accumulatrice della qualunque, ma ci provo. Film un must, forse scontato ma che riassume a mio avviso il concetto di magia per come la vivo io è Lucifer Rising: i luoghi narrati, i personaggi e le tematiche all’interno ne fanno per me un capolavoro perfetto per descrivere il mio mood. Più che un disco, mi viene in mente una canzone: A Forest di The Cure dato che ho una connessione profonda con la foresta. Nello specifico questa canzone mi ricorda un po’ il concetto che siamo soli con cose più elevate di noi che non possiamo controllare, ma che ci guidano verso qualcosa che ci fa stare bene o male. Per il libro io vi consiglierei quelli di Crowley, Magick; forse il mio preferito rimane White Stains, affascinante anche per la censura che ha avuto: trovo che leggerlo nei nostri tempi risulti totalmente diverso e in qualche modo velato.
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Come ti vivi la “Torino Esoterica”? Quali sono i luoghi a cui sei più affezionata in città, ad esempio?

A mio avviso Torino è una città piena di energie, ci sono dei posti che mi caricano e altri che mi destabilizzano. Sicuramente il Quadrilatero non è il mio posto: ho vissuto lì e anche avuto il pre-Virgo in quella zona, ma posso dire che non è la mia. Sento delle belle energie nelle parti vicino alla Natura, quindi tutta la zona del Po, scelta per altro anche da artisti torinesi come Mollino e Carol Rama, che vivevano entrambi in Via Napione, le vie limitrofe alla Gran Madre. Devo dire che dove c’è la Natura sento maggiormente la verve magica esoterica, forse proprio perché per me la Natura è parte integrante della magia. Nella Torino esoterica più “classica” i miei posti del cuore sono sicuramente gli Occhi del Diavolo in Via Lascaris e Piazza Statuto, entrambi in grande connessione col mood di Virgo: trovo che abbiano quel fascino inquietante e perpetuo, di cui non puoi fare a meno. 

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Ci spieghi meglio – in breve – la differenza tra magia nera/bianca/rossa?

In un certo senso per quanto mi riguarda non ci sono differenze sostanziali in queste tre magie, o meglio, entrambe servono e ci aiutano nel raggiungimento di un obiettivo, ed entrambe hanno i lati positivi come quelli negativi. Sicuramente ci sono delle attitudini diverse nelle varie magie. Va detto che non apprezzo la magia nera soprattutto per il fatto che è storicamente legata al sacrificio di animali.

Virgo vuole dire anche fiori: racconti la tua particolare declinazione di pollice verde e che tipo di fiori possiamo trovare in negozio.
Sono cresciuta in un paesino in campagna e i fiori, gli alberi, i prati sono parte integrante della mia crescita. Credo che sia una questione di bonheur e anche di ricordi: casa dei miei genitori, di mia nonna e la mia stessa casa a Torino sono state sempre piene di fiori in qualsiasi stagione, i fiori accrescono il mio lato romantico, da sognatrice. Nello specifico il mio fiore preferito è l’ortensia, amo raccogliere d’estate e farle seccare per l’inverno, è un fiore che è sempre con me e dentro di me. La parte floreria di Virgo nasce proprio per trasmettere la magia attraverso la natura. Sono stata in Veneto lo scorso anno per un corso e lì ho appreso ancor più l’importanza del km 0 e delle emozioni che ci trasmettono i fiori: così in primavera qui in studio si potranno trovare i fiori del mio giardino, dei campi vicino a casa mia, ma soprattutto si potranno trovare i fiori che hanno una storia e che raccontano una storia.
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Domanda jolly: sei superstiziosa? Se sì, in che modo?

Non sono superstiziosa in senso stretto: per intenderci, il gatto nero che mi attraversa la strada non mi spaventa, credo che però ci siano delle energie che possono modificare il flusso degli eventi e che ci portino a comportarci in un modo piuttosto che in un altro. L’unico piccolo rituale scaramantico che attuo ancora è quello di non dire i progetti e le cose importanti prima della realizzazione definitiva, ma credo che questo sia un piccolo rituale mio psicologico per paura di un eventuale fallimento.
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Un viaggio legato alle tematiche di Virgo che ti senti di consigliarci. 
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Anni fa lessi “Transylvanian superstitions” di Emily Gerard e sicuramente lì è iniziata la mia attrazione per la Transilvania, che sono riuscita a visitare lo scorso anno. A prescindere dalle leggende su Dracula, fui attratta soprattutto dal racconto di questa scuola segreta, nascosta nei Carpazi, la Scuola del Diavolo: solo 6 persone potevano accedervi vivendo per molto tempo sotto terra e imparando persino a gestire il tempo. Chiaramente non ho trovato la Scholomance, ma sicuramente un luogo suggestivo, magico, un viaggio nella natura senza precedenti assaporando però la magia non solo turistica (Castello di Bran), bensì quella reale che per me nasce esclusivamente dalla natura.