“La leonessa di Dordona”: il femminismo ai tempi di Ariosto?

La graphic novel firmata da Enrico Orlandi e Gaia Cardinali – edita da Tunué – suggerisce una particolare rilettura dell’Orlando Furioso, tra campo di battaglia e lotta interiore. 

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_di Anna Celentano

«Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto» scriveva Ludovico Ariosto cinquecento anni fa. «Possono dirci quello che dobbiamo fare, ma non come essere e cosa sentire. Quello spazio dentro di noi è solo nostro. E se anche tutto questo fosse un errore, allora sarebbe il nostro errore» scrivono due ragazzi con la voce di Bradamante, raccontando una lotta interiore violenta e profonda, non meno sanguinaria di quella sul campo di battaglia.

Tutti conoscono la storia del prode Orlando, della sua forza, del suo valore, del suo coraggio e della sua violenta follia d’amore. È giusto così, alla fine ci sono sempre stati gli uomini al centro della guerra, ed è un uomo, il valoroso Ruggiero, ad essere al centro del conflitto che vive
Bradamante, l’unica paladina del regno di Francia. Ruggiero è un saraceno, un nemico di Carlo Magno e antagonista dei cristiani. Bradamante ne è disperatamente innamorata, e il suo amore la divide in due, in un conflitto insostenibile tra la fedeltà al suo regno e alla sua patria e il desiderio di restare con Ruggiero. Quando il cavaliere scompare, Bradamante abbandona la battaglia per partire alla sua ricerca, aiutata nell’impresa dalla benevola maga Melissa.

Le peripezie dell’eroina nel ritrovare il suo amato sono più o meno fedeli a quelle già narrate nel poema di Ariosto, ma la svolta arriva quando i due finalmente si ricongiungono. Nell’Orlando furioso, Bradamante e Ruggiero si amano, si sostengono a vicenda, si perdono e si ritrovano, ed infine si sposano. Ne La leonessa di Dordona, la storia prende tutt’altra direzione, facendo intendere che inseguendo Ruggiero Bradamante stia rincorrendo un sogno d’amore, ma rivelando infine che la vera ambizione della guerriera non era tanto la felicità o l’appagamento sentimentale, quanto la libertà e il pieno possesso della propria vita e della propria persona.

Una rilettura moderna, forse più profonda, di un personaggio che troppo spesso viene ritenuto forte a priori, ma la cui potenza, come tutte le cose di valore, viene conquistata con fatica e coraggio, anche quando la battaglia è silenziosa e il nemico è dentro di sé.

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