Nec spe nec metu, né con speranza né con timore: così naviga Toni Bruno nel suo vasto mare d’inchiostro, alla scoperta dell’Antartide e di tutto quello che si può celare nell’animo umano.
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_di Anna Celentano
“Rido, signore, perchè ad aspettarmi c’è una donna… la più bella, credetemi! E non voglio che mi veda scendere da una barcaccia come la vostra. Voglio fare ritorno da marinaio, a bordo di un prestigioso naviglio!”
È l’agosto del 1897 e nel porto di Ostenda, in Belgio, un piccolo gatto nero di nome Nansen scende dalla nave che gli fa da casa a caccia di topi, dando il via ad una serie di eventi improbabili. È seguendo Nansen che conosciamo un gruppo di scaricatori di porto, tra cui anche Jean, giovane ingenuo che scioccamente si fa coinvolgere in uno scalcagnato tentativo di furto sulla Belgica, nave dalla lunga storia e dal dubbio equipaggio, sulla quale resta intrappolato.
Quando la nave salpa con Jean a bordo, il primo pensiero del ragazzo è per la sua innamorata Claire, che lo aspetta ad Ostenda senza sapere nulla della sua scomparsa. Ma lavorando come mozzo per guadagnarsi il passaggio, Jean scopre che la nave su cui si è involontariamente imbarcato veleggia verso l’Antartide, in una spedizione condotta dall’esploratore Adrien de Gerlache. Quando la nave approda nel porto di Funchal, a Madeira, Jean ha l’occasione di sbarcare e tornare a casa, ma invece di salire sulla prima nave che lo riporterebbe da Claire, torna sulla Belgica e decide di prendere parte alla spedizione.
Nelle pagine finali del volume troviamo una sezione intitolata “Diario di bordo”, dove l’autore Toni Bruno mostra alcuni bozzetti preparatori, parte del materiale da lui consultato e la fotografia di una vecchia boccetta di inchiostro risalente agli inizi del Novecento, con la quale l’autore colora a mezzetinte le sue tavole.
Il primo volume delle avventure della Belgica non esplora solo le acque dell’artico, ma anche i confini della coscienza umana, portando Jean – insieme ai lettori – a scoprire fin dove un uomo si può spingere, per amore, per la gloria, e soprattutto per sé stesso.