“DESIDERARESENTIRE”: un’indagine multisensoriale alla Galleria Costantini

Dal 6 febbraio 2020 al 7 marzo 2020 la Galleria Riccardo Costantini Contemporary di Torino ospita “DESIDERARESENTIRE”, progetto artistico curato da Corinna Conci composto dalle opere inedite degli artisti Alex Cremonesi, Enrico Iuliano e Marzio Zorio.

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_di Giulia De Sanctis


DESIDERARESENTIRE è frutto della fusione tra la parola e il suono che da vita ad un’indagine multisensoriale attraverso la scultura, il video, la performance, il linguaggio scritto e parlato.
Grazie alla vista, all’ascolto e all’interazione si creano nuovi ambienti emotivi che suscitano una riflessione consapevole sul nostro essere, sulle nostre relazioni interpersonali e sul funzionamento del contesto sociale contemporaneo.

Nell’installazione “Il silenzio non esiste” (2020) di Alex Cremonesi, il silenzio non è interpretato come un’assenza di suoni, ma come luogo di verità; i bassi provenienti dalla musica (“Orfeo 2” di A. Cremonesi, L. Monguzzi, A. Bossa) attuano il meccanismo di vibrazione e di sfocatura dell’immagine proiettata, sollecitando lo spettatore a desiderare il silenzio per poterla visionare nitidamente, creando un’impossibilità di dialogo e di contemplazione dell’installazione stessa.



Codice a barre” (2020, waterjet su ferro) è l’opera che identifica la ricerca di Enrico Iuliano: sedici elementi scultorei che scandiscono un ritmo ottenuto dalla loro distanza e una tonalità creata dalla loro inclinazione.
La resa visiva ci porta alle caratteristiche del suono, ma al tempo stesso al processo della lettura: mentre progressivamente si intuisce il significato della frase incisa sulla scultura aumenta la velocità delle parole sotto il nostro sguardo.
L’artista inoltre presenta “Figure di Chiadni” (2020, carta seppia, grafite e pigmento) in cui riprende le immagini del fisico Ernst Chladni (1756-1827) che realizzò esperimenti sugli effetti delle vibrazioni impartite su lastre di vetro ricoperte di sabbia, la quale si distribuiva in figure simmetriche.
La parola detta per Marzio Zorio è come uno strumento di riflessione carico dell’identità del timbro della voce e delle sfumature dell’umore.

Mediante l’uso del nastro magnetico che solca il muro dell’ambiente, materiali elettronici e del suono ha creato “E se i muri potessero parlare?” (2020), percorsi audio che rendono lo spazio scultura, dove la storia è narrazione di suoni attivabili attraverso una penna che funge da lettore.

Nella serie “Libri –” (2020, carta, nastro magnetico) l’artista presenta il percorso di un nastro sulle pagine di un libro, in cui le parole raccontano delle abitudini essenziali e fondamentali della nostra esistenza.
Ed è attraverso i link concettuali tra le diverse opere in mostra che nella Galleria Riccardo Costantini Contemporary “sentire” diventa traccia esterna ed esortazione interiore guidandoci nel percorso di questa mostra ed indicandoci la direzione verso l’orientamento emotivo.