Alle origini del podcasting con Luigi Lupo

A pochi giorni dalla Giornata Mondiale della Radio, un viaggio alla scoperta degli sviluppi e delle potenzialità di un medium sonoro nuovo e dalle innumerevoli potenzialità con “Podcasting. La radio di contenuto ritorna sul web”, pubblicato da Meltemi.

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_di Roberta Scalise

 

«La profondità espressa dai podcast ha aperto una porta su un mondo nuovo che ha suscitato curiosità. Ha offerto qualcosa di lento, calmo, lungo, dal sapore radiofonico, di cui c’era bisogno. Perché i podcast somigliano agli sceneggiati della radio: c’è una fascinazione enorme, i personaggi sono immaginati e dipinti in un modo particolare.»

Che sia per un isolato, quattro fermate di metropolitana o qualche chilometro in auto, ci sarà sempre un podcast contenente una storia, un’inchiesta giornalistica o un approfondimento che attirerà la curiosità e l’attenzione del fruitore. E che saprà offrirgli compagnia, e nozioni, mediante un semplice paio di cuffie, uno smartphone, un computer o un lettore mp3 e una o più voci avvolgenti e carismatiche.

Ma che cos’è il podcast e quali sono le sue origini? Lo esplica con chiarezza, precisione e profonda passione per la materia “Podcasting. La radio di contenuto ritorna sul web”, il volume redatto dal giornalista Luigi Lupo e recentemente pubblicato dai tipi di Meltemi.

Sorto dalla combinazione tra le particelle inglesi “pod” – dal riproduttore iPod della Apple – e “cast” – già utilizzato per il termine “broadcast” al fine di indicare la “diffusione” di massa del supporto radiofonico –, il podcast affonda le proprie radici negli anni conclusivi del XX secolo, ponendosi nel solco di sperimentazione e acuita portabilità generato dalla nascita delle web-radio. Con l’introduzione dello streaming e di un «territorio aperto alle novità, […] alla partecipazione collettiva e alla programmazione di contenuti lontani dal mainstream e dal flusso dei netwrok», infatti, si pongono le basi per la ricezione on-demand, un ascolto “su richiesta” che sovverte i canoni tradizionali della fruizione radiofonica e si innesta a metà strada tra quest’ultima e la rete, «spostando il controllo del tempo dalle mani dell’emittente a quelle dell’ascoltatore».

Di qui, l’intuizione dei primi blogger, che, nel corso degli iniziali anni 2000, arguiscono le potenzialità del modello primigenio di lettore mp3 ideato da Steve Jobs e della trasmissione mediante il cosiddetto “feed RSS” – una sorta di database ricolmo di file audio e informazioni a esso correlate e in continuo aggiornamento – e danno, così, origine a podcast rudimentali basati sull’incontro tra musica e registrazione vocale, veicolo di un’espressione alquanto personale e scevra di vincoli.

Anche temporali. Merito del podcast è, infatti, quello di introdurre un ascolto asincrono, perché «non prevede un’emissione in diretta» e si orienta, perciò, su «generi quali l’approfondimento giornalistico, l’audiodocumentario, la fiction o lo sceneggiato radiofonico», di cui è possibile usufruire «quando e come vogliamo, in casa o per strada, di mattina o di sera: rimarremo sempre connessi, senza cali di attenzione o sensazioni di sfasamento temporali, con quanto suoni, parole e voci ci stanno raccontando. È l’utente a scegliere quando mandare in onda i suoi programmi preferiti».

Mediante una terminologia tecnica, ma mai ostica, e un minuzioso lavoro di ricerca e approfondimento, dunque, Lupo conduce il lettore in un itinerario composito e affascinante, che, attingendo a innumerevoli riflessioni ed esempi del genere – tra tutti, l’americano “Serial”, che ha dato avvio alla seconda fase del fenomeno podcasting, e l’italiano “Veleno”, del giornalista Pablo Trincia –, offre una panoramica puntuale e coerente dell’universo podcast, di cui ripercorre coordinate e mutamenti essenziali.

Invitandoci ad “ascoltare” non solo le voci di una rivoluzione digitale di tale portata, ma anche le storie e le interpretazioni che le stesse forniscono della nostra realtà contingente mediante un medium nuovo e dalle molteplici declinazioni – siano esse culturali, giornalistiche, musicali o narrative –, dal quale restare, in qualsiasi circostanza della nostra giornata, «affascinati e affabulati».