Il nuovo capitolo dell’acclamato spin-off della serie Sniper-Elite ci porta questa volta nel nostro Paese dove, neppure a dirlo, c’è la più grande invasione di non-morti del Terzo Reich mai vista. Spetterà a noi, letteralmente, salvare tutti quanti dall’apocalisse.
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_di Mattia Nesto
In questi giorni, passati a maciullare non-morti nazisti su Zombie Army 4: Dead War, ci è capito spesso di scambiare quattro parole con amici, parenti e/o conoscenti su che tipo di gioco fosse Zombie Army. Quando abbiamo detto “In pratica bisogna uccidere zombie nazisti” quasi tutti ci hanno aggrottato le sopracciglia viste che, non essendo più nel 1993, ai videogiochi, ormai si chiede qualcosa in più del semplice “spara, corri, salta, spara di nuovi e continua a correre”. Ecco, occorre partire da questo presupposto per fugare ogni tipo di ragionevole dubbio: sì, è vero, l’impianto narrativo e, diciamo così, filosofico di Zombie Army 4 è proprio questo, tuttavia il titolo di Rebellion Developments non solo lo fa nel modo migliore possibile ma lo arricchisce di tutta una serie di sfaccettature che lo rendono un gioco non soltanto molto ma molto buono ma anche, per noi, la grande sorpresa a tema videoludico di inizio anno. Ma andiamo con ordine.
Dicevamo di un impianto narrativo piuttosto semplice e elementare giusto? Beh non possiamo definire in modo diverso una trama che prende le pieghe direttamente dalla fine del terzo capitolo. Hitler, in questa distopia a tinte iper-fosche, dopo aver lanciato l’ultima arma finale, ovvero legioni di non-morti che, tramite rituali misteriosi, il Fuhrer ha lanciato alla ri-conquista dell’Europa. Nonostante nel già citato terzi capitolo i nostri eroi sono riusciti, letteralmente, a spedire Hitler negli inferi ma questo non ha fermato le armate di non-morti del Terzo Reich. E quindi eccoci qui, in Zombie Army 4: Dead War, alle prese con una nuova invasione zombie questa volta in Italia.
Ecco, ovviamente, questo è un punto di grande, grandissimo interesse per noi giocatori del Bel Paese. L’Italia non è che sia proprio patria frequente e ambientazione classica di videogiochi e muoversi lungo la Penisola è molto interessante. L’azione inizia negli anni Quaranta a Milano, avamposto settentrionale della resistenza contro le orde naziste che però, ormai, è rimasta isolata ed è circondata da ogni dove. Ecco allora che il nostro pg (potremo scegliere alcuni personaggi pre-impostati senza considerare quelli scaricabili attraverso micro-transazioni) dovrà farsi largo attraverso una Stazione Centrale di Milano ormai in balia degli zombie e prendere l’ultimo treno utile per Venezia, per tentare di iniziare dalla Laguna la liberazione d’Italia.
Questa è la trama e come potete vedere non è nulla di troppo complesso tuttavia il cuore di Zombie Army 4 è il gameplay. E, parlando di gameplay, bisogna dire subito una cosa: fare a pezzi nazisti non-morti in Zombie Army 4 è dannatamente divertente. Già perché questo tfp, ovvero sparatutto in terzo persona (che noi abbiamo provato su Playstation 4 ma che è disponibile anche per Xbox e Pc) è davvero molto ma molto divertente oltre che incredibilmente responsivo e “pronto” a livello di comandi. Infatti grazie ad un livello di personalizzazione e di customizzazione a livello di opzioni di gioco davvero non banale, specie per un gioco che è portato anche su console, Zombie Army concede al giocatore, almeno nelle battute iniziali, una rosa di tre armi a disposizione. Ovvero un fucile/mitragliatore, un fucile di precisione e una pistola, più tutta una serie di bombe a mano, mine e bombe che sbloccheremo via via.
La cosa interessante di questo sistema di gioco è che l’approccio può essere molto differente e, soprattutto, si può modificare in tempo reale. Infatti grazie alla tripletta di armi a nostra disposizione, senza, ancora una volta, considerare quelle ottenibili attraverso pagamenti tramite microtransazioni, avremo la possibilità di approcciarci agli zombie in modo più diretto, magari grazie ad un fucile a pompa che fa danno a rosa, oppure essere più tattici e, raggiungendo una posizione sopraelevata, ripulire la zona grazie al nostro fucile di precisione. Le aree, comunque, non dovranno essere per forza di cose ripulite e, per esempio, grazie al giusto mix di lettura del terreno di gioco, stamina, capacità di corsa e, perché no, velocità di ricarica di una pistola, potremo recuperare il dato materiale, oggetto o documento sgattaiolando sotto il naso degli zombie con velocità. Però che goduria i rallenty quando, con uno sparo preciso, riusciamo a far fuori uno zombie al primo colpo.
Gli zombie, com’è anche giusto che sia, non sono dotati di una particolare intelligenza e non dissimilmente rispetto al recente Days Gone, si muovono attraverso pattern di attacchi che possono essere riassunti con la parola orda. Infatti, spesso e volentieri, muovendosi nelle varie zone di gioco (open-map con collezionabili, piccoli/grandi eastern-eggs e segreti) dovremo sopravvivere a vere e proprie orde che, via via, diventeranno sempre più numerose e impattanti anche a livello visivo. Ecco, sarà proprio in questi momenti che dovremo essere particolarmente attenti e parchi nella gestione delle risorse. Infatti, almeno nelle prime battute di gioco, non avremo a disposizione chissà quale corredo offensivo ed è per questo che sarò cosa buona e saggia non farsi chiudere in un angolo da quella cinquantina di zombie che, anche grazie ad un damage-output severo, in quel caso ci faranno la festa. Va detto comunque che il gioco non è così impegnativo e la durata, che si attesta intorno alle dodici, quindici ore della campagna principale non è che offra chissà quale profondità. Tuttavia ci stiamo qui riferendo alla campagna-base in single-player: la cooperativa invece offre tantissime possibilità, molte delle quali che si possono ampliare attraverso micro-transazioni. Come avete capito, le micro-transizioni hanno molto spazio, forse perfino eccessivo (come nel caso di dover pagare per, letteralmente, delle semplici skill delle armi che non aggiungono nulla al gameplay).
Discorso a parte per le boss-fight. Ecco le boss-fight sono un vero e proprio fiore all’occhiello di Zombie-Army 4. Non soltanto arrivano, quasi sempre, in momenti abbastanza inaspettati ma sono cattive, crudeli e spietate. Avremo infatti spesso a che fare non solo con nemici potenziati e più veloci del normale ma, soprattutto, furbi abbastanza da poter sfruttare gli altri zombie come sorta di specchietti per le allodole. Infatti mentre verremmo accerchiati da questa specie di minion, il boss di turno si avvicinerà inesorabilmente a noi e, sfruttando la già citata capacità di farci del male, potrà finirci in pochi minuti.
Zombie-Army 4 insomma, pur non essendo un gioco propriamente tattico, mette alla prova il giocatore a ogni piè sospinto che dovrà imparare al più presto la mappa di gioco e fare buon viso a cattivo gioco: le risorse sono poche, benissimo, bisogna saperle sfruttare. Andare avanti sarà appagante e stimolante e, a livello di scrittura, pur non essendo questo il punto forte, le trovate a tinte forti saranno quasi tutte le volte azzeccate. Aggiungiamo inoltre che, in certi momenti, vi saranno delle parti veramente gore e horror che, seppur non così inaspettate, ci hanno davvero sorpreso per il loro livello di dettaglio e, perché no, per aver passato il vaglio della censura. Ma in fondo quando si è in piena apocalisse zombie, non è che si possa perdere (troppo) tempo con la censura preventiva no?