Il Dragone ha cementificando in ogni dove, costruendo autostrade nel deserto, ponti e gallerie in tutti i monti. Migliaia di grattacieli hanno trasformato villaggi di contadini in città da 5 milioni di abitanti il cui nome, noi occidentali, non sentiremo mai. Ci addentriamo nella Cina contemporanea grazie al reportage fotografico a cura di Ludovico Benedetto.
Migliaia di km di infrastrutture stradali, pezzi enormi di deserto trasformati in foreste di pale eoliche. Aeroporti immensi in cui neanche una valigia va persa e gli “scioperi del personale “ sono parole che non hanno traduzione. Miliardi di telecamere e miliardi di giovanissimi poliziotti che controllano con meticolosità robotica ogni particolare. Migliaia di persone che nate in case di fango e paglia ora vivono nelle “villas italiana“ e guidano come minimo una Audi A6.
Il Dragone cinese ora ha smesso di saettare e si è volutamente imposto un ritmo più lento. Un’andatura sempre veloce ma non più affannosa, meno dispendiosa e soprattutto più elegante. Non si va più alla carica, questa nuova andatura si addice più all’eleganza di una parata. È tutta un’altra cosa. Ecco, questa è la metafora che descrive cosa sta capitando in Cina in questi ultimi tempi. I mass-media occidentali vi avvertiranno di questo cambiamento non prima di 2 o 3 anni, quando sarà già in atto il successivo.
Il Dragone dal suo posto di comando in Piazza Tien’anmen sta progettando la nascita, la crescita e l’età adulta di un nuovo modello di Cinese. Un modello di classe intermedia che possa colmare con miliardi di singoli individui lo smisurato divario sociale i cui margini erano da una parte i nuovi giovani ignorantissimi miliardari delle grandi metropoli e dall’altra sponda i vecchi e inutilmente saggi abitanti delle zone rurali. È stato tentato anche l’incontro tra questi due mondi che, rappresentando il futuro gli uni e il passato gli altri, ma non potevano capirsi ed accettarsi.
Questo spiega le facce delle moltitudini di agricoli che in questi anni potete incontrare alla Città Proibita: intruppati, così stretti che era impossibile attraversare le loro falangi, vestiti ancora alla Mao con facce cotte dal sole, bocche con pochi denti e mani aduse alla zappa. Il Dragone li ha osservati per quasi 20 anni , non che gli importasse granché di loro, gli importava solo che, tornati al paesello, magnificassero le meraviglie del rinato Impero con i loro figli piccoli, in attesa che arrivassero alla scuola.
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La terrificante selettiva scuola cinese che avrebbe rifuso, plasmato e costruito il modello “mediocris genus” cinese voluto ed atteso con pazienza. E questa inedita borghesia è finalmente arrivata. Milioni di nuovi cinesi che pensano, sognano, desiderano tutti insieme la stessa cosa. Non hanno la grinta furiosa di chi ha fatto i soldi ed ha riacceso dopo secoli di torpore il motore economico del Paese e allo stesso tempo si sono allontanati dalla spartana, sacrificata ma priva di stress vita bucolica dei loro padri. E cosa vogliono queste moltitudini? Una vita come noi occidentali. Il Dragone di Beijing si è attivato prestamente per confezionar loro sogni a portata di mano, raggiungibili con piccoli sforzi a rate.
Come poter fare a meno del tv al plasma e soprattutto del cellulare di quasi ugual dimensione del tv senza il quale la vita non ha senso. E poi il nuovo passeggino per la neonata generazione, le scarpe pseudo-italiane per la moglie e la parrucchiera 2 volte alla settimana per la suocera.
Tutto questo formicaio produce un flusso enorme di briciole. Briciole che creano un oceano di denaro. Tutto questo denaro il Dragone sa benissimo come impiegarlo: tornando ad un’andatura fulminea per la conquista dell’ormai decaduto Impero Occidentale.
Questi miliardi di solerti, ingenue, felici formiche cinesi sono andate ben oltre le più rosee previsioni del Dragone, questi non desiderano andare in via Montenapoleone come le mogli degli ultra arricchiti, tantomeno devono comprare l’Inter o il Milan; questi devono spendere il surplus in casa, neanche una briciola deve uscire dalla Cina. E allora perché andare a vedere Venezia o Parigi? “…Ma state in Cina…“ che il Dragone premuroso che vi vuole bene vi ha costruito vicino a Macao un minimondo a vostra misura. Nella stessa giornata vedrete Venezia con giro in gondola provvista di elica e al pomeriggio sarete su una copia della Tour Eiffel alta ben 15m! Allegria amici miei, vi diamo da mangiare il nostro cibo cinese, i selfie vengono come se foste veramente in Europa e vi costa mille, diecimila volte meno.
Questa è la Cina del XXII secolo. Una miscellanea di capacità di riprendere il passato e reinterpretarlo, cinico merchandising e strutture per ospitare masse oceaniche.
Sono partito con la volontà di conoscere la Cina autentica quella dei libri di Sun Tzu e dei dipinti della Scuola Wu ma ho trovato solo un enorme dragone pronto a copiare il modello occidentale secondo i propri canoni.
Niente di autentico, soltanto MADE IN CHINA.
Tutte le foto che vedete sono state scattate nei sopracitati villaggi falsi-autentici che stanno sorgendo in tutta la Cina per accogliere il turismo interno di questa nuova classe media.
Ringrazio caldamente Marco e Rossella di Iperboreus per avermi guidato in questo viaggio e per avermi aiutato nella stesura per testo qui sopra.