FUTURA 1993 X OUTsiders | Intervista a TACØMA: cantautore italiano dal cuore internazionale

Un cantautorato contemporaneo con le radici ben salde in territorio nostrano si mescola con uno sguardo curioso orientato al panorama internazionale: TACØMA torna con il nuovo singolo “Mai in orario”, riconfermando il suo orientamento musicale poliedrico. FUTURA1993 ha incontrato per noi Gabriele Centelli che ci racconta il suo progetto tra sperimentazioni elettroniche e viaggi cromatici.


_di Alice Lonardi

È un universo creativo in perenne evoluzione quello di Gabriele Centelli, in arte TACØMA. Già attivo nella scena indipendente dal 2013 con la band Platonick Dive, oggi il cantautore si impegna nel costruire una nuova identità musicale, elaborando un sound autentico e assolutamente personale. Con questo nuovo progetto solista, Gabriele si allontana dalle sonorità elettroniche e sperimentali caratteristiche dei Platonick Dive, per abbracciare invece un mix di cantautorato e pop moderno. La lingua inglese viene – per ora – messa da parte in favore dell’italiano, ottenendo così una scrittura fresca e comunque sempre attenta ai suoni internazionali. In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Mai in orarione abbiamo approfittato per fargli un paio di domande. 

Del nuovo brano, l’artista dice che “è la canzone che potresti dedicare al partner di una vita come al nuovo flirt appena conosciuto, alla donna della tua vita come ad un amore impossibile. Non ci sono perdite, la malinconia fa spazio alla coscienza consapevole. Perché poi fondamentalmente cos’è che ci attrae dell’altro, oltre alla bellezza estetica e intellettuale? Sicuramente sono quelle imperfezioni che rendono la persona amata unica ai nostri occhi e i difetti, che possono essere facilmente arginati e accettati per un equilibrio ed un’intesa reciproca”.

Ecco cosa ci ha raccontato durante la nostra chiacchierata.   

Ciao TACØMA! Innanzitutto, volevo farti i complimenti, so che stai per pubblicare il tuo terzo singolo. Come ti senti?

Ciao! Mi sento davvero in gran forma, super contento ed eccitato per la release. È un brano a cui tengo parecchio anche a livello di sound perché, oltre ad essere molto moderno, si possono percepire le mie influenze e il “mondo” da cui provengo oltre ad avere, come sempre, un testo molto personale.

 “Mai in orario” è anticipato da “Stai bene così” e “Ossigeno”. Come è andata finora l’accoglienza dei tuoi primi brani da solista?

Molto bene davvero, non mi aspettavo un’accoglienza così. Quello che mi ha lasciato più stupito è che molti fan della mia band, i Platonick Dive, hanno piacevolmente accolto questa nuova entità musicale e mi hanno supportato fin dall’inizio. Non era per niente scontato! Poi certo cambiando genere, sound e target mi sono affacciato per la prima volta ad un nuovo pubblico, con una nuova veste e una nuova luce.

Adesso facciamo un passo indietro, vorrei parlare proprio della tua esperienza con i Platonick Dive. Insieme avete pubblicato dischi dal sound decisamente internazionale e so che avete suonato anche diverse volte all’estero. Non posso fare a meno di chiederti: come mai hai sentito il bisogno di allontanarti dalla scena internazionale? 

È venuto tutto naturalmente, è stata un’evoluzione della mia persona e maturazione artistica. Ho iniziato a scrivere in italiano quasi per gioco, poi ho iniziato a credere veramente nelle canzoni che stavo scrivendo. Tutto quello che ho fatto con la band, i dischi, i tour in Italia, Europa e Stati Uniti mi hanno reso la persona e il musicista che sono adesso. Abbiamo avuto tante soddisfazioni e riconoscimenti per essere una band italiana in un genere sperimentale e di nicchia e sono arrivato ad un punto della mia vita in cui volevo di più, cercando nuove vie artistiche e stilistiche.

E che ne pensi invece del mercato musicale in Italia?

Penso che negli ultimi anni abbiamo assistito a qualcosa di epocale, qualcosa che è già entrato nella storia della musica italiana. Artisti indipendenti, nati negli scantinati, che in pochi anni hanno iniziato a riempire i palazzetti. Il cambio dell’industria discografica e della fruizione del prodotto al pubblico, l’era digitale e lo streaming, l’abbattimento di tante barriere e stereotipi che ci avevano governato per decenni hanno finalmente permesso tutto questo. Quindi ritengo che sia davvero il periodo storico giusto per sperimentare e provare a fare quello che ci piace ed in cui crediamo veramente.

Prima ancora di essere un cantante, sei un musicista. Il tuo strumento di partenza, se non sbaglio, è la chitarra. Nei tuoi ultimi brani però prevalgono synth e tastiere. Cosa ti ha spinto ad avvicinarti alla musica elettronica?

Ho incontrato seriamente la musica elettronica per la prima volta alla fine delle scuole superiori. Artisti come Apparat, Jon Hopkins, Four Tet, Moderat, Jamie XX mi hanno permesso di concepire la musica elettronica come un qualcosa di tangibile, vibrante, emotivo. Questo ha rivoluzionato totalmente il mio modo comporre e di approcciarmi alla musica. Anche con la band abbiamo da sempre fatto un gran uso di elettronica e ho deciso di portare questo sound anche in TACØMA. Ma presto potrò portare anche le chitarre più in primo piano…

Ho notato nel tuo progetto un’attenzione particolare all’aspetto estetico. I tuoi video ad esempio, sono sempre molto curati nei dettagli, persino nell’uso dei colori. Quanto conta l’impatto visivo sulla tua musica?

Oh è un aspetto fondamentale a cui tengo tantissimo! Fin dall’inizio ho concepito la musica associata alle immagini quindi ritengo che si debbano muovere sempre di pari passo. In più l’immaginario TACØMA è indiscutibilmente legato ai colori, alle cromature abbinate con un occhio importante verso il mondo della moda da cui sono molto attratto. Per quanto riguarda i video ritengo che siano un biglietto da visita significativo per un nuovo artista o comunque per un’artista che intende approcciarsi in un certo modo e comunicare un determinato tipo di messaggio dal forte impatto visivo.

Immagino che ci sarà tanta nuova musica in arrivo nei prossimi mesi. Cos’altro dovremmo aspettarci da TACØMA? Hai già in programma qualche live, o magari… un album?

Assolutamente sì! Sto lavorando a tanta nuova musica e tante nuove canzoni cercando di sperimentare il più possibile per creare sempre qualcosa di nuovo, moderno e autentico. Essendo un musicista e avendo sempre vissuto la musica sul palco, sto già pensando a come allestire un live adeguato. Se il progetto TACØMA sta attirando attenzione per quanto riguarda le canzoni e la cura per l’estetica, voglio che anche i concerti suscitino il solito effetto: impressionare e catturare il pubblico trasmettendo forti emozioni.

Futura 1993 è il network creativo creato da Giorgia e Francesca che attraversa l’Italia per raccontarti la musica come nessun altro. Seguici su Instagram, Facebook!