[INTERVISTA] Davide Straccione: arrosticini e pugni sui denti al Frantic Festival

Il Frantic Fest giunge alla sua terza edizione riconfermandosi un gioiellino tra i festival underground nostrani. Un programma all’insegna del metal estremo e dell’hardcore senza fronzoli in grado di soddisfare il pubblico più esigente della nostra penisola. Per quelli che “si, va bene l’ultimo concerto degli Slayer ma datemi il death, il black, lo sludge, il doom, il grind…”. Nomi da far girare la testa, o meglio, da spaccarla direttamente in due in mezzo al pogo: Napalm Death, Voivod, Aborted, Eyehategod, Agnostic Front e molti altri ancora. E non mancheranno le sorprese…


_di Valerio Vincenzo Mariani

Le alternative all’Hellfest, al Brutal Assault e ai grandi festival metal europei esistono. Certo, bisogna sapersi accontentare, ma supportare chi si spezza la schiena nel mare di letame e burocrazia del nostro paese vale davvero la pena. Sapere che tutto ciò accade in Italia ci rende felici. Sapere che tutto ciò accade in provincia di Chieti ci fa pensare quasi ad un miracolo. Le difficoltà di rappresentanza musicale che possiede il Sud Italia non sono cosa nuova, ma il Frantic Fest dimostra ancora una volta che ‘volere è potere’. E se tutto ciò è possibile è grazie a chi vi sta dietro, a chi di chilometri ne ha battuti, a chi di contatti ne ha creati. Per questo abbiamo voluto intervistare Davide Straccione (un cognome, una garanzia), ideatore e organizzatore del Frantic Fest per prepararci al meglio a questi tre giorni di abuso sonoro, sbronze moleste e gomitate sui denti.

Organizzatore e ideatore del Frantic Fest e del Tube Cult Fest, socio della Spikerot Records, cantante degli Zippo e dei Shores Of Null. Ricordo di averti beccato qualche anno fa mentre portavi in giro per l’Europa in furgone i Ratos de Porão e sono sicuro che sia stata solo un’evenienza tra le tante. Tua madre e la tua ragazza non ti hanno ancora mandato a quel paese?

Grazie Valerio per la presentazione in pompa magna. Personalmente tendo sempre a non autoincensarmi perché in fondo ciò che faccio lo faccio per passione e perché fondamentalmente non riesco a farne a meno. Credo sia un po’ la mia missione, e per fortuna le persone a me vicine capiscono quanto questa necessità sia grande.

Napalm Death, Voivod, Eyehategod a pochi passi dal mare tra Pescara, Chieti e Ortona. Se me l’avessero detto fino a qualche anno fa avrei stentato a crederci. Oggi invece non mi stupisco più di tanto, sopratutto conoscendoti. Ma per rendere partecipi i nostri lettori, come siete riusciti ad organizzare un festival simile in una zona d’Italia rinomata per la sua difficoltà nel proporre concerti di un certo tipo?

Come hai detto tu prima‚ volere è potere, no? Credo tutto possa riassumersi in questa espressione retorica ma proverò a spiegarti meglio. Io personalmente organizzo concerti underground a Pescara da 15 anni circa, dapprima iniziando con la necessità di trovare spazi per la mia band, e poi in poco tempo mi sono trovato a portare band da ogni parte d’Italia e del mondo in Abruzzo, sempre in maniera parecchio Do It Yourself e con tantissima passione. Da quel momento sono entrato in un vortice dal quale non ne sono più uscito. Col tempo ho suscitato l’interesse non solo di band emergenti ma anche di agenzie che piano piano iniziavano a propormi band sempre più interessanti, a volte anche sovradimensionate per il tipo di locali a disposizione, e talvolta anche azzardate per il bacino di pubblico a nostra disposizione, ma nonostante tutto andiamo avanti. 4 anni fa circa, tramite il mio amico Daniele Valeri, entrai in contatto con il Tikitaka Village, ambizioso centro sportivo di Francavilla Al Mare, con il quale abbiamo avviato da subito una collaborazione molto significativa, partendo con alcuni festival e concerti metal/punk per poi alzare sempre più il tiro e partorire l’idea del Frantic.

Ho ripreso questo nome da una serie di serate a tema che si svolsero al Tipografia di Pescara tra il 2009 e il 2010 (Frantic Factory), fu la prima volta che provai, insieme ad un manipolo di collaboratori, a metter su una serie di concerti con cadenza mensile in cui provammo per la prima volta ad alzare l’asticella, portando Malevolent Creation, Vomitory, Forgotten Tomb, Cripple Bastards, Karma To Burn, Siena Root, ecc. Frantic = Frenetico. Da queste serate imparai molto e ho pensato di ripescare questo nome dal cilindro per questo nuovo ambizioso festival il cui scopo è quello di far convivere sotto lo stesso tetto vari generi e sottogeneri alternativi, dal rock al punk al metal estremo, tra nomi storici e band più emergenti ma con qualcosa da dire. Le difficoltà sono tante se il supporto del pubblico rimarrà costante, o meglio crescerà, sono certo che potranno esserci altri Frantic Fest negli anni a venire.

Eccolo: Davide Fregnaccia

Beh, te lo auguriamo e ce lo auguriamo indubiamente. Ma parliamo di musica. Tralasciando le leggende già citate, a vedere il resto del programma non paiono esserci molti compromessi. Colonne portanti dell’hardcore del calibro di Agnostic Front, Discharge e Total Chaos per i vecchi punk. Primordial, Midnight e Saor per i blackster di larghe vedute. Aborted e Phlebotomized per gli amanti del death. Per quanto mi riguarda sarei venuto già solo per quei disagiati cechi degli Spasm (si, lo so… non mi giudicate) ma direi che per gli amanti del terrorismo sonoro qui c’è l’imbarazzo della scelta. In poche parole, solo raffiche di schiaffi. Per fare un aperitivo “tranquillo” immagino che possiamo aspettarci un po’ di cumbia tra un cambio palco e l’altro. Dico bene?

Tendenzialmente quest’anno abbiamo una scaletta davvero brutale, più guardo la line-up e più mi verrebbe da tirarmi due schiaffi da solo per capire se stiamo facendo sul serio oppure se è solo un sogno. In mezzo a tanta cattiveria però ci sono diverse chicche che da un festival metal/punk come il nostro non ti aspetteresti, e l’intenzione è proprio quella di abituare il nostro pubblico a questo tipo di scelte audaci, passami il termine. La cumbia nei cambi palco non te l’assicuro, un po‘ di sana Dance Anni 90 è sicuramente più probabile.

Immaginavo… Gran parte della programmazione è composta da band italiane. Mi permetto di dire che tra quelle che conosco non ce n’è una che pare funga da “tappabuchi”. Il doom dei Messa freschi delle partecipazioni ad Hellfest, Desertfest e Roadburn. Il crust/death n’roll degli Hobos (che tra l’altro suonano sotto la tua etichetta, e qui ti faccio pure i miei complimenti personali per il colpaccio). Lo sludge psichedelico imputridito dei Viscera///. E poi quei matti degli Ottone Pesante che con la loro fanfara di fiati risulta indubbiamente tra i gruppi più assurdi da vedere dal vivo al momento. Che dire… Sono l’ultimo tra i nazionalisti ma in questo caso daje de’ tricolore! Mi perdo qualcosa?

Valorizzare ciò che l’Italia offre come band è molto importante per il festival, abbiamo 3-4 band al giorno provenienti dal nostro paese ma ce ne sono molte altre validissime la fuori. Ti consiglio di approfondire Confrontational e Master Boot Record perché rappresenteranno la vera novità di quest’anno, i primi nuovi paladini della New Retro Wave, i secondi scheggie impazzite di Synth Metal/Chiptune autori anche di cover di videogiochi come “Doom” e “Castlevania”. Riusciranno nell’intento di far ballare una massa di punk metallers? Inoltre abbiamo i Selvans che giocano in casa e hanno uno show formidabile, una band che sta facendo molto parlare di sé. I SednA presenteranno in esclusiva assoluta il nuovo album “The Man Behind The Sun” in uscita a Settembre per Spikerot Records, un solo pezzo lungo 33 minuti. E poi The Haunting Green dal Friuli, Game Over da Ferrara, decisamente neanche un tappabuchi.

E a proposito di italiani, che riscontro c’è da parte del pubblico del nostro paese? A occhio e croce provengono più dal sud, dal nord o non ci sono grandi diferenze? Nelle passate edizioni c’è stato qualche matto dall’estero?

Il pubblico del Frantic è molto eterogeneo, vengono da Alessandria, da Belluno, da Milano, da Bologna, dalla Toscana ma anche da Bari, Foggia, Napoli, Roma. Tutta l’Italia è rappresentata. Qualche matto dall’estero c’è stato e ci sarà anche quest’anno sperando che piano piano la voce si sparga ancor di più e che il Frantic possa far gola a tanti altri stranieri. L’unica nota amara è a sentirsi sono più gli accenti non-autoctoni che quelli regionali e mi chiedo il perché. Dispiace perché mi piacerebbe vedere più partecipazione sul territorio, in fondo questo è un festival prima di tutto per loro. Non puoi andare al Firenze Rocks, al Rock The Castle, al Wacken e poi non andare ad un festival del genere sotto casa. A volte mi verrebbe da dare una strizzata d’orecchie ad alcuni die miei concittadini e corregionali ma sono fiducioso che pian piano le cose stiano cambiando.

E da parte delle istituzioni e degli abitanti locali? Lo stereotipo del punk e del metallaro alcolizzato, drogato e satanista è ancora tanto in voga da quelle parti? O dopo che i vostri corregionali Il Volo hanno devastato una camera d’albergo di Locarno riempiendone le mura di feci (così riportavano gran parte delle testate italiane. Non ci siamo preoccupati troppo di andare a controllare di persona, a dirla tutta…) qualche pentagono, cannone e ubriacone ormai non fanno più paura a nessuno?

La gente che frequenta i festival è solitamente molto educata. Sono un assiduo frequentatore dell’Hellfest e sono stato di recente al Metal Days oltre ad aver visto altre situazioni tipo Brutal Assault e anche festival più piccoli e non mi è mai capitato di vedere brutte scene o sentirmi in pericolo. Quando si è in questo tipo di contesto scatta una sorta di senso di comunità che ci fa sentire in famiglia. Le istituzioni non hanno nulla contro il Frantic, anzi l’amministrazione comunale ci supporta e riconosce il valore di ciò che stiamo proponendo. Non si può dire la stessa cosa per i locals che puntualmente sono sul piede di guerra ogni anno. Potete leggere qui alcuni commenti dello scorso anno su un gruppo privato di francavillesi con varie migliaia di iscritti:

Mmm…accozzaglia di urla e striddii senza senso. Non vedo l’ora! Scherzi a parte, che tipo di pubblico si deve aspettare chi viene per la prima volta al Frantic Fest?

Il pubblico del Frantic va dal punk al metallaro passando per persone meno classificabili offrendo tante sfaccettature musicali. Il pubblico è parecchio variegato. Il Frantic Fest è inoltre un festival kid-friendly. I bambini e i ragazzi fino ai 15 anni entrano gratis e grazie al bonus cultura i nati nel 2000 possono anche loro usufruire dell’ingresso gratuito tramite l’app 18app. La gente si vuole divertire, bere qualcosa e ascoltare della buona musica. Se vedete dei ragazzi in maglia gialla correre da una parte all’altra del fest date loro un abbraccio, sono i nostri bellissimi volontari.

Foto di Daniele Di Egidio

E in quanto a location cosa dobbiamo aspettarci?

Il Tikitaka Village è un centro sportivo ubicato a Francavilla Al Mare, tecnicamente provincia di Chieti ma in pratica accanto a Pescara. Ci tengo a specificarlo perché Pescara è ben collegata con autobus, treni e aerei. L’aeroporto dista appena 10 minuti di auto dal Tikitaka. Quest’anno avremo ancora una volta due palchi ma ci sono delle novità per quanto riguarda il palco piccolo, che non è più così piccolo, ed è stato spostato in un area più consona e spaziosa. Inoltre avremo un nuovo camping pronto ad accogliere un maggior numero di tende rispetto agli anni precedenti. Insomma cerchiamo di fare un piccolo passo in avanti di volta in volta. Avremo una zona merch dedicata al fest con t-shirt e altri gadget esclusivi e disponibili fino ad esaurimento scorte mentre è stata ampliata la zona stand. Quanto all’offerta culinaria non tutti sanno che all’interno della struttura sorge ora un bar/ristorante che si chiama Gallegro che si occuperà della parte food/beverage del fest. Novità assoluta: avremo la pizza con forno a legna. Direi che su questo passo e chiudo!

Una tonno e cipolle davanti agli Eyehategod e la mia vita avrà finalmente un senso… Consigli su cosa fare durante il giorno a Francavilla al mare? Oltre “al mare”, si intende…

Non sono un tipo da mare, non so se si vede, ma il fest è a 10 minuti a piedi dalla spiaggia quindi se avete voglia di fare un tuffo non dovrete fare molta strada. Se siete in macchina il consiglio è quello di farvi un giro sulla Costa dei Trabocchi che parte proprio da Francavilla. Tuttavia all’interno del fest offriremo alcune attività diurne per i campeggiatori che decidono di restare. Oltre ad avere un bar sempre aperto con la possibilità di fare anche colazione all’interno della struttura ci saranno diverse attività tra cui proiezione di film, biliardino e altro ancora da definire. Abbiamo in mente un gioco tipo Sarabanda ma con pezzi metal/punk. Sarà divertente. Infine ospiteremo un torneo di calcetto per i campeggiatori con in palio abbonamenti per il Frantic 2020. A questo link potete scoprire come funziona:

https://www.facebook.com/franticfest/photos/a.300898917027791/724428554674823/?type=3&theater

Non sono tipo da calcetto ma per la Costa dei Trabocchi mi hai convinto. Siamo solo alla terza edizione ma hai qualche chicca da raccontarci riguardo le ultime due? Ricoveri per overdose, risse tra puristi di generi, sacrifici di vergini? Robe del genere dico…

No, nulla di tutto questo ma è bellissimo vedere le facce sconvolte degli irriducibili ancora svegli quando albeggia. Ah, la donna delle pulizie ha trovato un preservativo usato nel camerino di una band di cui non farò il nome. Memorabile anche Mika Luttinen degli Impaled Nazarene ballare ad un dj-set anni 90. Piano piano riaffiorano i ricordi…

Ora me lo sognerò di notte ballare le Spice Girls sobrio come sempre… Ah, parlando di cose serie. Qualche arrosticino e qualche litro di genziana ce li troviamo al nostro arrivo? Da mezzo abruzzese potrei offendermi del contrario…

Non c’è Frantic senza arrosticini e genziana!