Spara, schiva e fallo ancora: l’eterno ritorno di DOOM

DOOM è diventato, praticamente subito, quasi per antonomasia, sinonimo di sparatutto e l’iconico marine senza nome alle prese con orde e orde di demoni e di mostri in serie, ha catturato l’immaginario di milioni e milioni di videogiocatori di tutte le età. E mentre il prossimo 22 novembre uscirà il nuovo capitolo della serie, DOOM Eternal, grazie a Bethesda, abbiamo potuto rimettere le mani sui primi tre, fondamentali, capitoli del franchise (da poco usciti su tutte le principali console sul mercato), rimanendo ancora una volta senza fiato.


_di Mattia Nesto

Provate un attimo a fare mente locale e, specie se siete appassionati del medium, a porvi una domanda semplice quanto brutale (e di semplicità e brutalità questo pezzo, ve lo assicuriamo, ne sarà pieno): secondo voi a quale immagine, ancora al giorno d’oggi, la stragrande maggioranza delle persone associa la parola videogioco? Probabilmente molti di voi avranno risposto così: una pistola in primo piano, una visuale in soggettiva e una raffica di colpi che crivellano l’avversario di turno. Semplice e brutale giusto? Noi lo sappiamo, noi appassionati del gaming, che il videgioco non è solo questo ma molto altro eppure prendiamo per buona questa supposizione, sbagliata, della maggioranza: perché quell’immagine è così forte nell’immaginario collettivo? Si poteva pensare ad un picchiaduro, stile Tekken o Mortal Kombat o, perché no, a qualche platform come Crash Bandicoot o anche un rpg stile Diablo o Final Fantasy, eppure no, la prima immagine è quella di un fps: perché? Certo perché i videogiochi sono dannosi e istigano alla violenza, eppure anche in altre tipologia si ammazza e si fanno fuori gli avversari. Beh probabilmente la risposta è perché, sia a livello di immedesimazione sia, soprattutto, a livello di responsività e realismo, raramente si ha avuto un videogioco dal maggiore impatto, culturale e iconico, di DOOM, la prima, incredibile “creatura” di John D. Carmack, inventore del cosiddetto “DOOM Engine” ed uscita nel 1993

«Doom è un concentrato assolutamente perfetto di brutalità e semplicità»

Pur avendoli provati su Playstation, i tre capitoli che abbiamo provato sono una bomba. L’emozione di imbracciare il controller e muoversi per i lunghi corridoi, con le ost digitali “deliziosamente grezze” del primo DOOM, è stato un tuffo al cuore. Era qualche anno che, in effetti, non imbracciavamo il fucile e le varie armi, ma è stato incredibilmente interessante ritornare a massacrare mostri senza se senza e senza ma per accorgersi di quanto il gioco di id Software fosse all’avanguardia. Come ben ha sottolineato Yotobi al giorno d’oggi praticamente ogni dispositivo di calcolo elettronico ha una potenza bastevole per far girare DOOM, l’emozione di giocarlo su di un grande schermo, ascoltando la colonna sonora con un bel paio di cuffie è stato qualcosa di possente.  

Il primo DOOM è la quintessenza di quanto stavamo dicendo prima, ovvero un concentrato assolutamente perfetto di brutalità e semplicità, che ben si mescola in un sistema di gioco basilare: con un tasto si spara, con l’altro si schiva o si salta. Niente di più, niente di meno. Eppure, ed è notizia recente, il livello di complessità dei livelli del titolo era tale che solo pochi mesi è stato scoperto da uno speedrunner un livello segreto di DOOM 2, a “soli” 24 anni dall’uscito! Ecco, stiamo parlando di un titolo del genere che, ancora oggi, riserva sorprese e offre un gameplay molto soddisfacente. 

Ovviamente ci sono le differenze tra i tre titoli in questione: se il primo, a parte il valore sentimentale, pare ormai abbastanza arcaico (anche se iper divertente), il duo segna un netto miglioramento nelle dinamiche di gioco che nel terzo capitolo trovano non solo un’evoluzione ma una vera e propria rivoluzione.

Come dicono infatti i grandi appassionati della serie, DOOM 3 “è già un’altra cosa”, con un’estetica più pulita e meno pixellosa e alcune introduzioni a livello di gameplay che lo rendono un titolo più profondo e stratificato. Eppure, la cosa che non manca, anche in questo terzo e più evoluto episodio della serie, è la semplicità e brutalità di cui sopra che tornano, ancora una volta, nel grandioso reboot di Bethesda del 2016. 

Chiamato semplicemente DOOM, e grande “offerta” del Playstation Plus di questo mese, è stato accolto da pubblico e critica in maniera entusiasta, è stato un “grandissimo ritorno” del franchise che ben ci fa sperare, come dicevamo prima, per DOOM ETERNAL, atteso il prossimo novembre.

Insomma le stagioni cambiano, i governi cadono e le mode si susseguono ma DOOM rimane lì, con i suoi mostroni, i suoi demoni infernali e noi, marine senza nome, che, senza soluzione di continuità, di livello in livello, di stanza in stanza, ci troveremo a sparare e schivare come se fosse il 1993: meraviglioso!