L’arte dell’hype: ovvero l’uomo che vendette il mondo e poi se lo ricomprò, migliore di prima. Il teaser-streaming e il trailer di Death Stranding ad opera di Hideo Kojima ha ridefinito la forma d’arte chiamata videogioco. A cura di Mattia Nesto.
Oh no, not me
I never lost control
You’re face to face
With The Man Who Sold The World
(The Man Who Sold The World – David Bowie)
Mercoledì 29 maggio 2019 è stata scritta una nuova pagina nel mondo di quella forma d’arte e di intrattenimento che chiamiamo videogioco. Infatti dalla mezzanotte alle diciotto circa è andata in onda, sui canali Twitch e Youtube di Sony Playstation, lo streaming prima e poi il trailer di lancio di Death Stranding, il nuovo videogioco firmato da Hideo Kojima, l’autore, tra gli altri, della saga di Metal Gear Solid, che ha ridefinito, ancora una volta, gli standard di comunicazione non soltanto per un videogioco tripla A, esclusiva Sony, ma anche per come si veicola un “oggetto artistico” appartenente a qualsiasi medium.
Infatti Kojima non si è limitato ad annunciare, magari in maniera un po’ criptica e ironica suoi canali l’imminente messa in onda del trailer, un po’ come invece era avvenuto per Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, ma ha creato un vero e proprio evento di caratura internazionale, tenendo incollati allo streaming un numero imprecisato (forse incalcolabile) di persone in tutto il mondo. Un qualcosa quindi non soltanto per i giocatori o gli appassionati dell’autore giapponese, ma anche tutta una serie di “semplici utenti” che, man mano che la giornata proseguiva, vedeva letteralmente invasa la propria newsfeed social di notizie, piuttosto incontrollate, su questa colossale diretta.
Tutto è cominciato con una serie di tweet, pubblicati sui profili dello stesso Kojima e di Kojima Production, in cui si dava l’annuncio di un imminente trailer https://twitter.com/KojiPro2015_EN/status/1133540500776947712/photo/1 Il fatto che, volutamente, non si sia fatto un preciso riferimento all’orario di trasmissione, ha naturalmente gettato nelle più oscure e cervellotiche congetture gli appassionati di mezzo mondo. Secondo quelle più accreditate, comunque, l’orario di lancio poteva essere vicino alle ore 17 del 29 maggio in Europa, dato che, per quell’ora, in Giappone sarebbe scoccata la mezzanotte del 30.
E così, sin dalla mezzanotte, questa volta europea, si è costantemente buttato l’occhio sulla finestra Sony di streaming o di Twitch o di Youtube o anche di uno dei tanti content creator o media giornalistici che se ne sono occupati. Non è sbagliato definire la più grande operazione di mera-diretta-streaming della storia dell’umanità quella avvenuta per Death Stranding, con in più la possibilità di coinvolgere in live le community, gli esperti e i semplici utenti di tutto il mondo.
Ma che cosa si è visto nel trailer? Beh, andiamo per ordine. Prima ci sono infatti quasi 22 ore di diretta streaming di un teaser che in loop veniva, prima rivelato e poi nascosto da una serie di impronti di mano che lasciavano intravedere (e poi celavano) cosa c’è di sotto. Questa modalità di trasmissione ha creato nella community un senso di hype e curiosità clamoroso tanto che, praticamente per tutte le 22, si sono rincorse tutta una serie di ipotesi e congetture su che cosa, effettivamente, alla fine avrebbe mostrato Kojima.
Nonostante l’autore giapponese sia, a conti fatti e dati alla mano, uno dei più prolifici dell’intera industria, in molti sul web sono tornati a dire che “Kojima è quello che non finisce i giochi/ quello lento/ il pasticcione/ quello che non sfrutta a dovere le enormi risorse a disposizione”. Giudizi piuttosto strani se si considera che, a seguito del brusco divorzio con Konami del 2015 (mentre stava ancora producendo TPP, poi infatti uscito incompleto), Kojima ha dovuto ripartire da zero. Ma letteralmente da zero, ovvero non aveva neppure dei locali dove poter iniziare a lavorare. Dal 2016 ad oggi quindi, dopo aver fondato uno studio proprio di produzione, le Kojima Production per l’appunto, e avere realizzato da solo un engine per poter mostrare un debut-trailer all’E3 di quell’anno, è riuscito a creare un gioco fatto e finito come Death Stranding e che uscirà il prossimo 8 novembre https://store.playstation.com/it-it/grid/STORE-MSF75508-DEATHSTRANDING/1
Ecco questo ha dell’incredibile considerando che i grandi giochi tripla A di questa generazione, da God of War a Red Redemption 2, hanno avuto un tempo di sviluppo come minimo doppio se non quasi triplo rispetto a Death Stranding. Già, Death Stranding che, finalmente, si è mostrato lungamente nel, non abbiamo paura di dirlo, più incredibile, impattante e rivoluzionario trailer della storia del videogioco moderno.
In quei quasi nove minuti c’è tutto quello che un trailer di un videogioco dovrebbe avere: dei claim chiari ma al tempo stesso evocativi, “crea la corda” ad esempio, utilizzare al meglio i propri personaggi, anche grazie alla perfetta caratterizzazione realizzata con il Decima Engine dei volti degli attori Norman Reedus, Mads Mikkelsen, Léa Seydoux e Lindsay Wagner (senza citare gli altri mostrati), definire la storia per sommi capi lasciando un oceano di misteri e “condire” il tutto con una colonna sonora coinvolgente.
Questo Kojima lo sa fare da anni ma oggi con Death Stranding ha raggiunto il suo apice creativo: lui è, a tutti gli effetti ormai, l’uomo che vendette il mondo e poi se lo ricomprò, migliore di prima. Non sappiamo se sarà un grande gioco e se avrà lo stesso impatto, rivoluzionario e di cambio di paradigma, di questo trailer ma sappiamo che oggi il mondo non è più quello di prima: oggi siamo tutti connessioni, oggi dobbiamo stringere legami per poi, domani, gettarci tutti quanti insieme in Death Stranding.