Il rebus della terza edizione di Olè: “un linguaggio laterale tutto da indagare”

Non ci si stanca mai di approfondire realtà come questa: è finita domenica 26 maggio la terza edizione di Olè – Oltre l’editoria, festival indipendente di autoproduzioni organizzato ogni anno negli spazi dell’Xm24, luogo autogestito nel quartiere Bolognina, a Bologna.


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_di Lorenza Carannante

È una famiglia interessante e in espansione quella dei festival del fumetto indipendente e delle autoproduzioni. Anche quest’anno la Bolognina, storico quartiere di Bologna, ha ospitato Olè – Oltre l’editoria, realtà totalmente indipendente nata tre anni fa. Ogni fine maggio (quest’anno nella triade 24, 25 e 26) racchiude in sé un numero sempre più alto di autori (fumettisti e non), banchetti, ospiti ed eventi che si protraggono fino a tarda notte nelle sale dell’Xm24, spazio pubblico autogestito nato nel 2002. Nonostante le continue minacce di sgombero dell’ex mercato ortofrutticolo, l’appuntamento del 2019 ha regalato ad un pubblico ormai internazionale un crescendo di appuntamenti e spunti assolutamente inediti perché la cultura, si sa, è l’antidoto migliore a tutto.

A stupirci piacevolmente è stata la scelta del tema generale dell’intera edizione: il rebus, infatti, è il perno attorno al quale ruotano tutti gli immaginari distribuiti in ordine sparso all’interno dello spazio autogestito.

Alcuni artisti, tra cui Nemo’s, Atez e Autoritratto, hanno reso attiva la loro partecipazione, donando al festival la propria interpretazione rebus di una qualsiasi frase, e ciascuna opera è stata poi raccolta in una fanzine spillata e regalata all’ingresso a ogni visitatore che, tra un banchetto e l’altro, poteva divertisti a risolvere i piccoli enigmi proposti.

Abbiamo mai letto un’immagine?, si chiedono i ragazzi dell’Olè, in un mondo che costringe alla binarietà del pensiero e alla semplicistica scelta tra “opzione 1” e “opzione 2”, la nostra risposta é OLÉ 3: verso modi terzi di comunicare. Vogliamo provare a farlo insieme, attraverso un linguaggio laterale tutto da indagare.

E sono tante anche le novità all’interno delle autoproduzioni, tra volti fedelissimi e nuovi arrivi. Oltre alla zona dedicata ai festival indipendenti, tra cui il Ca.Co di Bari e il Crack! di Roma, erano presenti anche tantissimi – e validissimi – artisti da tutto il mondo come Carles Garcia O’Dowd, Anita Scianò e Francesco Longhi, non tutti appartenenti strettamente al mondo del fumetto perché la volontà primaria di questa edizione di Olè è quella di dare spazio a tutte le espressioni della creatività. Attraverso uno spazio fluido e libero, Olè ha accolto disegnatori, fotografi, street artists, con relative mostre e presentazioni collaterali.

Torniamo a casa sempre un po’ tristi ma sicuramente più ricchi e completi di un senso di appartenenza misto a curiosità. Le tasche colme di biglietti da visita – dei più belli che si possano immaginare – e la voglia di sfogliare quello che non si è già sfogliato durante le giornate del festival. C’è bisogno di realtà come queste, si sente nell’aria la necessità di un cambiamento dal basso che ci riempia le giornate di bellezza. Che sia attraverso un leporello, un fumetto rilegato artigianalmente, una borsa xilografata, non importa: questi piccoli tesori riempiono le nostre menti, e noi da esploratori appassionati li cerchiamo e li troviamo tutti. I prossimi saranno quelli del Crack! di Roma a fine giugno, negli spazi del Forte Prenestino.