Rage 2: la potenza è nulla senza controllo nello scenario post-apocalittico di Avalanche Studios

Il nuovo fps  sviluppato da Avalanche Studios in collaborazione con id Software e pubblicato da Bethesda Softworks non ha convinto tutti ma forse ci si aspettava qualcosa che non poteva essere.

_
_di Mattia Nesto

In quanti di voi si ricordano Ronaldo “il Fenomeno” che, sollevando appena la gamba sinistra, mimava la postura del Cristo Redentore di Rio de Janeiro in una famoso cartellone pubblicitario della fine degli anni Novanta che recitava: “La potenza è nulla senza controllo”? Crediamo molti e proprio a questa pubblicità, per altro geniale e iconica fin da subito, della Pirelli abbiamo pensato quando, dopo svariate ore di gioco, ci siamo messi a scrivere questo pezzo su Rage 2, il nuovo fps a tema punk-apocalittico di Avalanche Studios e distribuito da Bethesda.

L’accoglienza da parte del pubblico, ma ancora molto di più della critica, nei confronti di questo fps non è stato dei migliori visto che, sui siti e sulle riviste specializzate così come nei forum, non si sono certo sprecate le critiche, soprattutto in merito al fatto che la “campagna principale” duri “soltanto” una decina di ore. Inoltre è stato anche tacciato il concept di “già visto” e si sono avanzati dei dubbi anche sulla qualità intrinseca della storia. Ecco, a nostro giudizio, tacciare un gioco dichiaratamente “fuori di testa”, caciarone e iper-adrenalinico come è Rage 2 di mancare di profondità, riflessività e perché “carenza di lore” è una critica senza senso oltre che parecchio ingiusta. Già perché Rage 2, nonostante dei difetti che certamente non esiteremo a sottolineare in quest’articolo, fa oltremodo bene il suo “mestiere”, ovvero offrire al videogiocatore un’esperienza di shooting veramente figa e tamarra il giusto.

Non si può infatti, essendo un titolo di Avalanche Studios, parlare di Rage 2 senza parlare del sistema di shooting. Infatti sparare in questo gioco è bellissimo, controller alla mano. La sensazione che si ha, ad esempio utilizzando un fucile a pompa (sorta di “cartina di tornasole” sulla bontà o meno di ogni sparatutto che si rispetti) è qualcosa di grandioso: si ha davvero la sensazione di impugnare un’arma pesante, con tanto di rinculo possente e di effetto deflagrante dei proiettili sui corpi (forse già cadaveri!) dei nemici.

Quindi, il primo esame, per altro abbastanza fondamentale quando si parla di fps, ovvero della bontà del sistema di shooting Rage 2 lo supera a piene mani! Per quanto riguarda invece la storia è chiaro che qui la questione è di puro gusto oltre che di “indirizzo generale dell’opera”. Infatti sin dai primi trailer e dalle dichiarazioni del team di sviluppo la profondità, coerenza e “ispirazione” della trama non è mai stata tra le cose più importanti in Rage 2. In questo gioco, infatti, l’obiettivo è quello di impersonare, il più velocemente possibile (per altro in piena “medias res” di un assedio alieno alla propria base) il personaggio (con la possibilità di scegliere, senza personalizzazione, una donna o un uomo) e di scendere in mezzo alla battaglia. Anche i modi per fare avanzare la trama saranno molto schematici ma, se state già storcendo il naso, vi chiediamo un secondo per riflettere: facendo un parallelo con il cinema, quando andiamo a vedere un film action quello che chiediamo non è, almeno il più delle volte, una trama coinvolgente e una scrittura particolarmente elevata ma, piuttosto banalmente, delle scene d’azione credibili, fighe e piene di “botte” o di “spari”.

Ecco, anche in questo caso, “l’esame” è superato alla grande da Rage 2 che ci regala un’esperienza adrenalinica e cinetica, immersi in un mondo apocalittico e post punk, caratterizzato da colori fortemente anti-realistici e iper-saturati, dove vige la legge del più forte. E se quello che ci importa è di fare “un po’ di casino armi in mano” questo è il gioco che fa per noi: mancherà di profondità certo ma il divertimento è assicurato.

blank

Ma quindi le critiche che si sono lette sul web in questi giorni sono tutte, assolutamente, gratuite? No, neanche per sogno, anzi. Quando poco fa abbiamo citato “un mondo apocalittico e post punk, caratterizzato da colori fortemente anti-realistici e iper-saturati” abbiamo, forse involontariamente forse no, ricordato uno dei principali problemi del titolo. Infatti la scelta dell’open-world non è stata così felice dato che il mondo di gioco non solo è spoglio e ripetitivo ma non è neppure ispirato artisticamente e quindi ci si ritroverà per tutto il tempo, sostanzialmente, ad attraversarlo con folle rapidità senza degnarlo neppure di uno sguardo, dato che quello che davvero conta e cimentarsi con il prossimo accampamento nemico, liberare dal posto di blocco quel ponte laggiù oppure abbattere l’ennesima robo-sentinella dalle dimensioni ciclopiche. Anche dal punto di vista dell’intelligenza artificiale si poteva fare di meglio così come non convincono fino in fondo le abilità che il proprio personaggio potrà sviluppare: alcune, oltre che utilissime, sono pure molto fighe da “fare”, altre sono meno utili e decisamente meno belle. Peccato.

Al netto di tutto, tuttavia, ci sentimento di dire che Rage 2 ha avuto delle critiche troppo feroci perché “non è quel tipo di gioco” ma un titolo diretto e immediato, che è giusto sia corto perché è nella sua rigiocabilità, a livello di sfida più elevati, che trova la sua “ragione di durata”. Insomma la sensazione che avrete nel sparare a orde di nemici con creste punk azzurre o rose con il vostro fidato pompa è qualcosa di bello e da cui, difficilmente, tornerete indietro.