Aggrappati alle transenne del parterre del Bunker si respirava l’atmosfera rovente della “black city” che ha fatto la Storia del rap italiano, evocata/omaggiata al mic dai sodali di Speranza sul palco. Al netto di un repertorio ancora da rimpolpare, il rapper casertano-francese ha dimostrato di tenere il palco con la stessa “cazzimma” vista nei videoclip delle sue hit da migliaia di visualizzazioni, mettendo a ferro e fuoco l’impianto di casa con uno show breve ma decisamente intenso e convincente, di fronte ad un pubblico vivacissimo e variegato. In attesa delle sue prossime mosse discografiche, la bottiglia di vino brandita dal rapper durante il concerto (ci) suggerisce un brindisi: a lui e a tutti i protagonisti di questa serata ben orchestrata dalle crew di Amphibia e Magnitudo. Grazie uagliò, t’appost. A cura di Lorenzo Giannetti.
Gallery fotografica di Alice Mastroleo