Pop gommoso e sintetico il giusto, gusto vintage per le cose passate (magari non da troppi anni) e un certo qual fascino per i guilty pleasure più o meno inconfessabili. Oggi suoneranno a Milano, al Circolo Ohibò: noi li abbiamo intervistati.
_ di Mattia Nesto
Partiamo (e da cosa si potrebbe partire altrimenti?) dalla vostra partecipazione a “Il caffè di RaiUno”, segmento di “Uno Mattina” (QUI il link). Siamo curiosissimi di sapere come sia andata!
Ci è piaciuto tantissimo, siamo una band molto “visiva” e la dimensione televisiva si sposa bene con l’estetica anni ’80/’90 della band. Ci piacerebbe molto essere ospiti da Marzullo.
Ora, dopo questa prima domanda in cui abbiamo un po’ giocato, facciamo i seri: come nascono i La Discoteca?
Io e Gabriella abbiamo scritto insieme qualche canzone composta soltanto da chitarra acustica e voce. Insieme ad un produttore abbiamo definito il sound del gruppo che, man mano che prendeva forma, diventava sempre più Retro Wave. Alla fine della prima sessione di Mix, abbiamo ripreso in mano tutti i suoni e gli abbiamo dato una sferzata ancora più convinta verso quel sound, togliendo quasi tutte le chitarre e aggiungendo suoni tipici di quell’epoca, ricercandone però un gusto attuale.
Prima “Andiamo al Blockbuster” ora “La canzone del caffè”, giusto per citare i titoli dei vostri singoli: è giusto pensare che abbiate un certo gusto per i piccoli gesti quotidiani, anche vagamente demodé?
Ci piacciono molto gli haiku giapponesi, dove da un piccolo gesto o da una cosa all’apparenza comune ne viene fuori qualcosa di poetico. Nelle nostre canzoni cerchiamo di guardare alle cose nella loro essenza estetica filosofica.
Che tipo di musica amano ascoltare nel tempo libero i La Discoteca?
Siamo entrambi old school. Prediligiamo punk, new wave e prevalentemente tutto ciò che è anni 80/90, anche il pop, che allora detestavamo. Abbiamo pensato che le storie che raccontiamo sono ambientate in quel periodo, perciò quello stile era la cosa più aderente ai nostri sentimenti in fase di scrittura. Non ci piacerebbe però pensare di produrre un unico genere, sarebbe troppo limitante. Nei prossimi singoli, infatti, esploreremo anche nuovi sound.
Dove vi potremo ascoltare nei prossimi giorni?
Questa sera suoneremo al Circolo Ohibò di Milano; il 18 Maggio, al Post War Cinema Club di Parma; il 19 Maggio, allo Spaghetti Unplugged co/ Marmo di Roma.
Sfogliando un po’ di articoli e post che parlano di voi abbiamo trovato questa formula: “new retro wave band italiana”. Che ne dite, vi piace?
Essendo l’unica band italiana che fa quel genere in maniera così “spinta” direi che accettiamo la classificazione, anche se ci sentiamo comunque di fare un genere tutto nostro.
Li aspettiamo questa sera, al Circolo Ohibò!