Ada di Barbara Baldi: resistere grazie all’Arte

La resistenza artistica di Barbara Baldi. Un tour visivo nel colore che salva l’anima al centro del secondo lavoro della colorista che incanta col suo “fumetto a dipinti”.

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_di Anna Celentano

“A chi resiste” è la dedica al lettore del secondo volume di Barbara Baldi pubblicato da Oblomov Edizioni.  La pace è ancora lontana nella primavera del 1917 a Gablitz, in Austria, mentre Ada, la giovane figlia di un proprietario terriero, combatte la sua guerra personale.

Costretta a lavorare sui possedimenti del padre, uomo burbero e grezzo le cui forme e baffi suggeriscono quelli di un mangiatore di salsicce di un manifesto primonovecentesco, Ada conduce la sua resistenza contro la bruttezza e la povertà di spirito. Nei pochi momenti liberi si rifugia in un capanno abbandonato in mezzo al bosco e dipinge, usando carta e colori che le vengono recapitati in segreto da un certo “E”, che poche pagine dopo si rivelerà essere Egon Schiele, all’epoca un giovane artista dall’audace capigliatura.

 

Ada sottopone i suoi lavori all’amico e al suo entourage di colleghi, in un atelier gremito di dipinti – riprodotti dall’autrice con una precisione millimetrica – e personaggi dal pensiero avanguardista, che affascinano la ragazza ma certamente non piacciono al padre, che non solo non approva le inclinazioni artistiche della figlia ma la trascina con la forza a casa e la costringe a lavorare tanto da non lasciarle nemmeno un minuto libero per dipingere, portandole via anche quel poco di amore che le restava.

Ada opporrà una strenua resistenza, di spirito e d’arte, fino a trovare la sua strada verso quell’universo di libertà e colore cui tanto aspira, ma starà solo a lei affermarsi e riuscire ad emergere.

Anche in quest’opera Barbara Baldi regala al suo pubblico una dose perfettamente bilanciata di padronanza del tecnica-colore e un’abile rilettura dei grandi maestri, questa volta spaziando dai preraffaelliti e macchiaioli, con qualche sfumatura di romanticismo, ai grandi del Novecento come il già nominato Schiele, Klimt e Lautrec, parlando con sensibilità e maestria a chi ha dovuto cercare con fatica il proprio posto nel mondo.

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