Cinque brani compongono l’omonimo EP d’esordio dei Lovecats, gruppo formatosi nel 2016 e che vede la presenza di Piero, Alessandro e Stefano, esponenti dell’underground musicale laziale. I tre, con alle spalle decine e decine di concerti sia in Italia che all’estero, in particolare tra Germania e Inghilterra, sfruttano la loro esperienza per produrre brani dal respiro decisamente internazionale.
Fin dall’iniziale 3 Miles, caratterizzata dall’interessante e sofisticato gioco tra le voci, il botta e risposta tra la linea melodica principale e un sussurrato che sembra risentire degli echi di You Trip Me Up dei The Jesus and Mary Chain, si capisce come il trio abbia curato in modo certosino ogni singolo aspetto delle composizione. Se la loro musica si dimostra essere figlia principalmente degli ultimi Black Keys, quelli da Brothers in avanti, con punte che ricordano decisamente i Death Cab For Cutie come si può notare nelle successive Mrs Moon, non a caso scelto come singolo, e Change; questo non si traduce in inconsistente scopiazzatura ma al contrario in efficace spunto creativo.
La precisione con cui sono stati costruiti i brani si nota anche nella ricerca e nell’accuratezza del timbro scelto per i singoli strumenti. Questi infatti, sempre nello stile del duo di Akron Ohio, sembrano essere ricoperti da quella patina vintage, sixties, in grado di creare un sound caldo e rotondo, come possiamo sentire anche in After All These Years che vede svilupparsi quella perfetta amalgama tra i vari elementi della band che caratterizza l’intero lavoro del trio. Qui la canzone è sorretta dall’incedere della batteria e dai fraseggi delle tastiere che si mettono a disposizione delle doti esecutive del vocalist Piero Meglio, il quale si dimostra capace di spaziare attraverso differenti registri interpretativi, adattandosi in modo naturale alle molteplici atmosfere del brano, dolce e allo stesso tempo graffiante.
L’ep si chiude con The Strongest in cui ad affiorare stavolta sono le chitarre e il loro motivo incalzante che ci accompagna per l’intera durata del pezzo, dove si rivelano tutte le doti dinamiche dei Lovecats, abili nel galleggiare attraverso moods differenti all’interno della stessa canzone.
Con questo loro primo lavoro il trio si fa decisamente apprezzare, sia per le sue doti melodiche che per l’equilibrio tra i vari elementi del gruppo, in cui ognuno, pur facendo intuire il proprio talento, si mette a disposizione di un bene superiore: la musica. Bel colpo!
Andrea Ravasi