[CONTEST] Vinci il biglietto per i C’mon Tigre a Hiroshima Mon Amour di Torino

A distanza di cinque anni dall’omonimo, esplosivo disco d’esordio, i C’mon Tigre approdano sui palchi dei club italiani per presentare il nuovo album “Racines”, un ritorno ruggente che risponde al richiamo di free jazz e sonorità di terre lontane. OUTsiders webzine, in collaborazione con Hiroshima Mon Amour, mette in palio due biglietti per la data dei C’mon Tigre a Torino, il 14 marzo.

Come vincere?

1) Mettere “Mi Piace” alla pagina facebook di OUTsiders webzine (trovi link qui)

2) Mettere “parteciperò” all’evento Facebook

3) Commentare questo link sulla nostra pagina Facebook (proprio tra i commenti Fb) con l’hashtag #CMONTIGREOUTSIDERS

Come fai a ritrovare il nostro post originale per commentarlo? Ti basta andare sulla nostra pagina Facebook:

– Sulla colonnina di sinistra troverai la voce “post”: cliccaci su.
– A questo punto sulla colonnina di destra troverai la dicitura “Cerca post in questa pagina” e ti basterà digitare “CONTEST C’MON TIGRE” per ritrovare il post giusto da commentare”.
– È più facile a farsi che a dirsi: promettiamo!

NOTA BENE:
Verranno messi in palio due biglietti, uno per persona. I vincitori dei biglietti verranno estratti a sorte e contattati via Facebook (controllate la casella spam). Il contest chiuderà mercoledì 14 marzo.

Due, nessuno, centomila. L’alone di mistero che circonda l’identità dei C’mon Tigre non fa che aggiungere un tassello di fascino al già intrigante mix sonoro a cui la tigre ci ha abituato con quell’omonimo disco d’esordio del 2014 tra chitarre, richiami mediorientali e voci delicate. I C’mon tigre tornano quindi con Racines, riconfermando quel piglio sognante che rifiuta di farsi inquadrare in un genere preciso o in una lista di coordinate geografiche.

Il titolo è una parola francese che significa radici, laddove le radici sono quelle musicali in cui piedi, testa e cuore dei C’mon Tigre sono immersi, e da cui, con i loro brani contaminati, spiccano il volo per creare ambientazioni sonore inedite. Nel loro nuovo disco i suoni del Mediterraneo – il mare della loro terra -, si intersecano, intrecciano e sovrappongono con un caleidoscopio di altre sonorità e un approccio nuovo, basato – spiegano – “sul tipo di lavoro che avevamo fatto riarrangiando il primo album per i live, quindi enfatizzando la parte sintetica dei pezzi”.

Quel lavoro, questa volta, è stato portato avanti da subito: “La composizione dei brani ha previsto sin dall’inizio l’utilizzo di macchine e sintetizzatori come base per l’intervento di strumenti acustici. L’obiettivo era di riprocessare in maniera più contemporanea il terreno dell’influenza mediterranea da cui il nostro progetto è indubbiamente partito”.

I ritmi sincopati e frammentari, patchwork di free jazz e suggestioni afro, funky, elettronica, sembrano suggerire piuttosto un punto di partenza per tracciare una mappa immaginaria dei luoghi che le dieci tracce dell’album delineano play dopo play.

A supportare visivamente la colonna sonora di questo viaggio surreale si aggiungono i deliranti video diretti in collaborazione con Sic Est, veri e propri trip lucidi come in “Behold The Man”, scenario di danze umanoidi e metamorfosi materiche.