[REPORT] Beatriz Morales: una scintilla di Flamenco a Vicenza

Dall’assolato cuore dell’Andalusia ci porta un pizzico di sole, una ventata di emozioni e un bel po’ di buon flamenco. Arriva Beatriz Morales al Teatro Spazio Bixio di Vicenza per il secondo appuntamento della rassegna Viaje Flamenco, organizzata dall’Associazione vicentina Fuente Flamenca. Pronti a viaggiare nella regione più calorosa della Spagna, tra musica, cante e baile, di quelli potenti che pulsano al ritmo del cuore?

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_di Valentina Matilde De Carlo

Ci sono viaggi che si fanno senza muoversi di un millimetro da dove si é, in cui si attraversano confini e ci si immerge in mondi lontani senza alzarsi dalla sedia sulla quale si é seduti.

Viaje Flamenco è uno di questi, in cui la destinazione é meta lontana, terra calda, aspra e dolce allo stesso tempo, dove gli opposti si fondono e le culture si mescolano. Direzione Andalusia, in particolare Jerez de la Frontera, cittadina del profondo sud della Spagna, nella soleggiata terra di famosi vitigni, dello Sherry (Xérès o Jerez appunto), dell’arte equestre dei cavalli bianchi di razza cartujana e culla originaria del flamenco.

Nella serata piovosa del 2 febbraio, al Teatro Spazio Bixio di Vicenza, direttamente da Jerez, ci ha portato un caldo spicchio di sole la bailaora Beatriz Morales che, con la sua forza, la sua energia e la sua vitalità flamenca, ci ha fatto fare un meraviglioso viaggio nella sua terra natale.

Il secondo appuntamento della rassegna Viaje Flamenco, portata in scena dalle associazioni Spazio Me-Mo e Fuente Flamenca di Vicenza, si sdoppia in due spettacoli nella stessa serata, tanta é la fame di flamenco degli spettatori, che desiderano assaporare quest’arte antica e sfaccettata nella sua forma più pura e vera, quella del tablao, nome dalla pedana di legno su cui si esibiscono i bailaores, accompagnati soltanto dagli elementi essenziali di questo ballo: la chitarra, il canto e le palmas.

In questa forma di esibizione ristretta e intima, gli spettatori possono vedere, sentire, vivere il viaggio da molto vicino, senza distanza tra palco e platea, a stretto contatto con la ballerina e i suoi compañeros, permettendo così ad ogni frammento del baile di andare a pulsare direttamente sul cuore.

Accompagnata al cante da Josè Salguero, che con la sua toccante interpretazione ci emoziona sempre, e alle chitarre da Alberto Rodriguez e Marco Perona che, con le loro magiche mani, ricreano, in uno sfiorare di dita, sensuali atmosfere andaluse, Beatriz Morales ci incanta fin dai primi passi con il suo ballo fiero e potente, in un viaggio dentro al viaggio. Oltre a portarci suoni e colori della Spagna, Beatriz ci fa viaggiare attraverso le emozioni, riuscendo, come solo con il flamenco si può fare, a toccarle tutte, partendo dalla tristezza più oscura, lasciandosi cullare dai lamenti tetri del cantaor, passando dalla rabbia e dalla disperazione, che trova sfogo nei possenti zapateados, dove i due piedi sembrano cento, dove tacchi e punte si intrecciano in un soniquete lungo e inesorabile, in un crescendo di fuoco che non può che esplodere in un Ole del pubblico.

Cambia l’abito e cambia il colore emotivo che caratterizza il ballo, che ci trascina in una travolgente alegria, dove i toni si distendono, le letras del canto diventano ironiche e tutto é più gioioso.  Anche i passi cambiano aspetto. Non più spezzati, severi e seri, ma morbidi, cadenzati e gordi, golosi di vivacità e di sensualità, quella sfuggente e velata del flamenco, ballo nato dalla mistura della cultura araba, gitana, cristiana e che di ciascuna conserva una scintilla, ognuna unica e ognuna importante per assicurarne l’antico sapore.

Beatriz Morales, con la sua eleganza e la sua forza, ce le fa intravedere tutte, passo dopo passo, instancabilmente, per finire (e ricominciare poi il secondo spettacolo..!) con un fin de fiesta come piace a lei, “com’è tradizione nel mio paese” ci dice, dove cantaor e chitarristi salgono accanto a lei sul tablao e partecipano all’energico finale, come d’altronde fa chi tra il pubblico non é stato capace di stare fermo un secondo, trascinato dal serrato ritmo flamenco.

Aficionados, curiosi, professionisti del settore e chi di flamenco non aveva mai visto nulla, a tutti Beatriz regala, con la sua generosità, un pizzico di sole, di Jerez e del suo buon flamenco. Ole. 

Photo by Andrea Sangiovanni