Sorprendersi del Museo della Ceramica di Mondovì

Nelle sale del complesso museale varie proposte si alternano in un contenitore affascinante e ben valorizzato, con la perla dell’opera di Kandinskij in esposizione.


_di Alessio Moitre

I musei vivono decenni complessi, se ne richiede la presenza mondandone però il senso tradizione di custodia, valorizzazione e promozione, rimanendo con la foglia di fico del valore culturale intrinseco. A farne le spese è soprattutto l’educazione, la didattica perché nel presente dell’iper-informazione nessuno vuole essere istruito, o peggio ancora, ripreso sulle proprie credenze. Allora si rimane davvero stupiti che in un museo, che alcuni vedrebbero di provincia (ma non siamo più negli anni sessanta) si proponga e si azzardi, con una certa serenità.

Il Museo della Ceramica a Mondovì è frutto di un’attenta e sensata unione di privato e pubblico, incontro voluto dalla Fondazione generata ad hoc (anno 1999) e sostenuta soprattutto da Marco Levi, figura di spicco della vita cittadina.

Nel 2010 nasce il complesso museale e a distanza di quasi vent’anni, l’allora pargolo pare essere cresciuto bene. L’occasione per visitarlo meglio mi viene data dalla mostra “L’armonia preservata” (in essere sino al 3 febbraio). Un’opera unica (solo una, mi sono detto: “Cosa sono matti? A Mondovì una sola?”) di Kandinskij dal titolo “Spitz-Rund”, 1925, passata da un intervento di restauro che ne ha permesso di scoprirne le peculiarità e le ovvie criticità.

Il capolavoro, giunto dal Gamec di Bergamo, è uno splendido pezzo, dettagliato nella sala anticipante la visione, dove si mostra il lavoro svolto dai restauratori. Didattica per adulti e bambini, con spiegazioni nient’affatto pedanti, rapide e precise. La visione dell’opera nella sala mi permette anche di appuntare che forse fluttua un po’ nel vuoto, attorno, i supporti con testi ed indicazioni, non impattano. Il contorno poteva essere rivisto.

Le didascalie invece continuano a convincermi seppur maggiormente prolisse. Prima del prima, la ceramica, ovvio. Prima di Kandinkij ancora Kandinkij nelle ceramiche da lui ideate nel periodo del Bauhaus (dalla collezione del gallerista Massimo de Carlo) e poi il museo, logico. La tradizione monregalese è forte, percepibile nei commenti del personale che illustrano la notevole collezione. Ma in mezzo alle curiosità spunta una sorpresa, un’altra esposizione, a cura di Christiana Fissore e Sandro Bozzolo dal titolo “What would an artist do?” – “Cosa farebbe un artista?”, composta perlopiù da filmati d’epoca dell’artista Antanas Mockus, nome che per mia grande ignoranza non conoscevo, ex sindaco di Bogotà per due mandati consecutivi, creatore di nuove forme di sviluppo cittadino e di visionari apporti creativi alla risoluzione dei problemi di una metropoli cosmopolita.

Il pretesto, se così possiamo affermare, è dato dalla figura della madre, Nijole Sivickas, grandissima ceramista da poco scomparsa e che il complesso omaggia con alcuni interventi interattivi al fine di farne comprendere la tecnica ed il luogo di lavoro. Niente di troppo anche in questo caso, il necessario affiora anche nell’interesse dei visitatori, che paiono gradire. Mi domando se sia avvenuto, un museo può ancora provare a proporre dunque e farlo con l’intelligenza di una gestione posata, mirata alla comprensione e all’incremento del sapere. Noto con piacere anche dei percorsi per non vedenti, con lavagne tattili, i supporti spolverati, il bel soffitto nelle scale, multicolore, l’unione delle luce naturale con l’elettrica.

Probabilmente mi si farà notare che in un museo di così piccole dimensioni, certe logiche sono ragionabili con maggiore facilità. Dissento, e anche di molto. Se pare evidente che l’unione pubblico – privato sia l’unica via praticabile per un settore espositivo di livello e altresì logico fermarsi a pensare alla naturale conseguenza di un disimpegno, purtroppo pandemico, di molti musei dal loro compito. Si dirà, i soldi servono a tutti. Certi discorsi sono universali ma non per questo da storicizzare con l’etichetta della verità.