Una serata a teatro, stavolta facendo parte di un pubblico un po’ speciale: un pubblico privato. Già perché di solito non si parla in pubblico di Intimità. E invece i giovani attori della compagnia indipendente under 35 con base a Padova, Amor Vacui, tornano a casa sul palco del Teatro Verdi e ci portano un testo scritto, diretto e interpretato da loro, decidendo di mettersi e di metterci a nudo con i dubbi, le domande, le riflessioni private e universali sull’amore, il sesso e l’intimità.
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_di Valentina De Carlo
La sala del Teatro Verdi di Padova é al completo e in un silenzio carico di attesa aspetta l’inizio di Intimità.. Quasi inaspettatamente compaiono sul palcoscenico i tre attori della compagnia Amor Vacui: due ragazzi, Andrea Bellaccicco e Andrea Tonin, e una ragazza, Eleonora Panizzo che, a piedi nudi e in intimo, si avvicinano al pubblico e iniziano un fitto dialogo con lui. Un discorso molto privato da fare in pubblico, una riflessione individuale e collettiva su un argomento molto intimo: l’intimità. Quel filo sottile che unisce le persone che decidono di condividere la loro vita, intrecciando le loro storie, i loro caratteri, le loro emotività.
Con un linguaggio schietto, colloquiale e dai contorni freschi e colorati della gioventù, i tre attori, “campione non rappresentativo della popolazione” si interrogano sul perché in amore ogni persona tende a ripetere gli stessi comportamenti, a utilizzare gli stessi schemi, ripetendo lo stesso copione e ritrovandosi inevitabilmente davanti allo stesso finale. E se invece la ricerca di un’intimità vera, profonda, libera, portasse alla costruzione di relazioni in cui il comprendere l’altro prende fosse al primo posto? In cui il contrario del narcisismo, dell’egoismo, della solitudine interiore, fosse proprio il filo sottile dell’intimità che lega i corpi, le anime, i cuori?
In un’ora intensa i tre giovani interpreti conducono il pubblico, spettatore per spettatore, a rivivere le proprie esperienze con gli occhi del ricordo, a pensare a quelle volte che, è vero è proprio così, a quei momenti in cui non sei stato capito e l’intimità era una sottile nuvola di polvere che svaniva al primo soffio di vento. Lo interrogano sulle caratteristiche essenziali e mai banali della vita di coppia: il sesso, i litigi, le incomprensioni, le differenze di linguaggio tra maschi e femmine, le conseguenti battaglie che in fin dei conti valgono meno dei loro epiloghi. É come finisce la guerra che conta, la volontà di far la pace, di ritrovare l’intimità che lega, la disponibilità a trovarsi a metà strada, a corrersi incontro, ad aspettarsi.
Tra risate, suggestioni, riflessioni intime e ricordi, il pubblico apprezza e acclama la compagnia indipendente under 35, che ha saputo, con delicatezza, humor e sottili provocazioni, trattare un tema così intimo e complesso, camminandovi sopra con leggerezza, senza cadere nella banalità, o nella volgarità, ma disegnando una riflessione personale e universale che ciascuno può fare sua, modellandola e adattandola alla propria vita, nella più profonda e personale intimità.
“E poi questa meravigliosa inspiegabile intimità, questa sensazione di conoscerci da sempre, e la corsa a recuperare il tempo perduto, voler conoscere tutto l’uno dell’altra, l’infanzia, le scuole frequentate, i lavori avuti e sognati, le relazioni passate, e le coincidenze così incredibili che solo io e te, solo io e te amore mio, ci conosceremo veramente, fino in fondo, ci ameremo per quello che siamo…”