Gli Editors si confermano una delle live band più in forma del momento

Dopo il trionfale passaggio in Italia di quest’estate al TOdays Festival, le star dell’indie rock di Birmingham sono nuovamente saliti sul palco del Pala Dozza di Bologna, e come ormai da copione, hanno deliziato il pubblico con una performance di grande spessore ed intensità. Sono una delle migliori rock band su piazza? 


_di Emanuela Vigna

Ad aprire la serata Andy Barrows. L’ex batterista di We Are Scientist propone un semplice ma piacevolissimo rock classico, e sorprende tutti quando a metà dell’esibizione chiama sul palco Tom Smith, per un duetto. Alle 21 in punto salgono sul palco gli Editors, circondati da luci blu, con la voce calda e avvolgente di Tom Smith che intona la prima strofa di The Boxer, un brano non certo sconosciuto della band, che risale al 2010.

Le luci aumentano, così come l’entusiasmo degli spettatori. Tra strobo e basi elettroniche, talvolta dark wave, Tom Smith tiene il palco con maestria ed eleganza, e con le sue movenze teatrali incanta il Madison di Piazza Azzarita, lanciando plettri e intrattenendo un dialogo immaginario, ma non troppo, con il suo pubblico.

I brani si susseguono tra riff di chitarra e intro suonati al pianoforte, spaziando dall’ultimo lavoro “Violence” a pezzi più famosi della discografia degli Editors, riecheggiando e infiammando il palazzetto.

Il pubblico balla, canta a squarciagola, accende le luci dei cellulari, accompagnando la band inglese lungo gli oltre 100 minuti di spettacolo serrato, tra cadenze dark, pop ed elettroniche. Quasi in chiusura di concerto, una breve pausa per rientrare, poi, con una versione acustica, fuori scaletta, di The Weight.

A chiudere un concerto a mio avviso imperdibile come quello degli Editors (questa era per me la terza volta che li vedevo dal vivo), la canzone che meglio racchiude l’essenza del gruppo di Birmingham, “Smokers outside the hospital doors”. Cupa e tetra, come a voler riportare il periodo più dark degli anni ’80 nel nuovo millennio. Più che un consiglio ormai è un imperativo: la prossima volta che gli Editors passeranno per l’Italia, non fateveli scappare.

Gallery a cura di Cesare Veronesi