Avant-pop ad alto tasso emotivo per il duo torinese uscito sull’etichetta francese Lotus Vision con il disco “To Feel You”: un lavoro dal fascino immediato e al tempo stesso sfuggente, intriso di melodie eteree e melanconiche.
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_di Lorenzo Giannetti
Abbiamo raggiunto Alessandro Maccarrone e Paolo Peyron per far loro un po’ di domande sul nuovo disco, alla vigilia della presentazione di quest’ultimo nella data del prossimo 6 dicembre all’Astoria di Torino. Dalla scuola di Club To Club Festival al santino di James Blake, passando per le atmosfere oniriche della serie televisiva Les Revenants: ci siamo addentrati nell’universo musicale dei PALINDROME.
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Fate entrambi musica da tempo. Da quale esigenza nasce il progetto PALINDROME? E dove vorrebbe arrivare?
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Nasce dalle necessità di esprimere le nostre coscienze nascoste, le ossessioni e il nostro modo di vedere il mondo. Ci è voluto tempo per costruire la musica che abbiamo rilasciato, crearne la forma e i suoi “non-colori”. Ascoltare ed essere influenzati da altri artisti è quasi naturale, la parte complessa arriva quando devi trasformare i tuoi pensieri, le tue sensazioni e i generi che circondano la tua vita in una creatura. Per noi l’importante è che le persone si perdano negli istanti dei nostri brani, che li interpretino a seconda del loro stato d’animo. Michelangelo disse che quando si ritrovò davanti quel blocco di marmo, la sua mente aveva già disegnato e sognato quella che sarebbe stata “La Pietà”.
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Siete di Torino, che – soprattutto – grazie a C2C si è fatta portabandiera di un certo sound avant-pop affine-vicino al vostro. Quanto vi influenza la città in cui vivete?
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Siamo cresciuti nella città più grigia d’Italia, frenetica nel modernizzarsi ma al contempo conservatrice delle tradizioni. È uno specchio che riflette quello che siamo e produciamo. Club To Club ci ha cresciuto e ha da sempre forgiato le nostre orecchie: Forest Swords, Rustie, Apparat, How To Dress Well, Visionist, Gaika, David August sono alcuni dei progetti dai quali abbiamo più imparato nel tempo. Gli artisti sono i primi ascoltatori, qualunque produttore torinese dovrebbe essere fiero di poter nutrire la propria cultura in questa città.
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Potendo scegliere, però, qual è una città-location in cui vi piacerebbe particolarmente fare un concerto?
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Nella tundra norvegese, tra monumenti abbandonati a Tbilisi oppure nel sottosuolo.
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Coefficiente sabaudo o meno, uscite su una etichetta francese: come mai? Come è nato questo ponte con la Francia?
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La Francia è da sempre fucina di artisti di grande talento e umiltà. In Italia al contrario si tende da sempre a considerare e focalizzarsi su pochi prescelti, il mercato è meno sano, le label quasi assenti. Il fondatore di Lotus Vision è un ragazzo che condivide le nostre stesse influenze e ci ha supportato durante i lavori sul disco. Gli è piaciuto sin da subito, insieme abbiamo sviluppato la finalizzazione dei brani e l’immagine visiva.
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La copertina del disco appare vagamente Vaporwave e Pop Art, come un incidente tra Warhol e Cronenberg: come l’avete pensata? Chi l’ha creata? E, più in generale, come “gestiste l’immagine” del gruppo?
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Un giorno abbiamo sentito Tom al telefono (3 roses, fondatore di Lotus Vision) e gli abbiamo raccontato cosa significavano per noi temi come il doppio, la biunivocità e l’accostamento di immagini dove il sentimento scaturito poteva essere comune e unico. Per ogni copertina avevamo in mente una precisa emozione o qualità che andava rappresentata attraverso differenti sembianze. Anche se su alcune il messaggio può sembrare più comprensibile e chiaro, la parafrasi completa è lasciata all’interpretazione di ognuno.
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Come vi suddividete il lavoro suoni/testi? Siete perfettamente interscambiabili oppure avete dei ruoli ben precisi?
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Più che interscambiabili ci sentiamo complementari, ognuno apporta guadagno al lavoro altrui. Approcci, obbiettivi e modi di comporre si incrociano durante le lavorazioni dei brani affinché l’immagine finale sia fedele al nostro dualismo. Entrambi amiamo lavorare sull’integrazione di vari elementi dei dischi in modo da rendere la proiezione sonora completa, dall’effettistica vocale alle linee melodiche.
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Cosa pensate che cambi nella vostra musica dalla registrazione alle resa live? Le considerate due esperienze molto lontane tra loro oppure vi piace che il disco suoni esattamente come la performance e viceversa?
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Alcune tracce sono state riarrangiate, si acquisisce sempre più consapevolezza dopo l’uscita di un disco. Nonostante ci piaccia rimanere il più fedeli possibile, l’esecuzione del live vedrà attimi di sperimentazione, sopratutto per quanto riguarda le linee vocali e i momenti tra un brano e quello seguente, sempre tenendoci stretti i valori che contraddistinguono la nostra visione.
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Un artista con cui vi piacerebbe particolarmente condividere il palco oppure fare un feat.
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Essere fianco a fianco sul palco con James Blake sarebbe un’esperienza ultraterrena. Utopicamente una collaborazione con Oneohtrix Point Never, anche se sono molti gli artisti più nascosti e meno conosciuti con cui ci incuriosirebbe lavorare.
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Raccontateci il video di “To Feel You”: guardando e ascoltando pare (o almeno o me pare) vogliate trasmettere quel senso di desolazione tipico e paradossale di quest’epoca iper-connessa ma distante. In qualche modo di ha ricordato la colonna sonora firmata dei Mogwai per la serie tv Les Revenantes.
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È esattamente una delle chiavi del progetto. Il mondo tende sempre a direzionarsi e omologarsi verso un certo tipo di sentimenti, di percezioni, impulsi e piaceri, dimenticandosi che è parte di un pianeta più complesso. Siamo la natura più intima e ultima, individui duplici, persi e collegati allo stesso tempo. Letture molteplici dove ogni essenza ha un suo uguale e contrario. I protagonisti del video rispecchiano questi valori: il primo gemello è un animo forte, sicuro e cosciente mentre il secondo è confuso, irrimediabilmente perso. Loro stessi possono essere dipinti come due personalità, ricordi o momenti esistiti in un unico individuo.
Les Revenants tocca nel profondo alcuni temi comuni, sia nella narrazione che attraverso fotografia e ritmi: una serie televisiva di una raffinatezza disarmante.
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Un po’ di info pratiche: dove potremmo vedervi live nei prossimi mesi? In generale che cosa avete in cantiere?
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Abbiamo pronti altri inediti che proporremo nei prossimi live tra cui una collaborazione con 3 roses, Suoneremo il disco per la prima volta il 6 dicembre all’Astoria di Torino e abbiamo una già annunciata data a Bologna nella rassegna elettronica di Panico Concerti. Ci piace pensare che una volta completato un lavoro, la nostra mente sia stata liberata dalle fisime e dai sentimenti, e il nostro animo sia nella più totale armonia per poi ripetere l’inevitabile ciclo di caos. _