Una vita vissuta “Per amore, denaro e rock’n’roll”: il romanzo corale di Andrea Roano

L’autore conduce il lettore in un racconto in cui le esistenze dei singoli protagonisti si intrecciano in un unico flusso di coscienza, tra tempo passato e presente, mosso da un fil rouge, talvolta sotteso, che chiude circolarmente la narrazione.


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_di Roberta Scalise

Era tutto enigmaticamente collegato, c’era una tela tessuta con fili che si intrecciavano in modo aleatorio, inesplicabile, in apparenza casuale; ma da un altro lato era ammantata di ineluttabilità e cupa predestinazione, nella quale Frax si smarriva sempre più a mano a mano che cercava di scavare, connettere, comprendere”.

Francesco Serrano, in “arte” Frax, è il protagonista “quasi-detective senza macchia e senza premura” dell’ultimo romanzo di Andrea Roano, “Per amore, denaro e rock’n’roll”, edito dalla Clavilux Edizioni: un racconto corale in cui le esistenze dei singoli individui si incontrano e costituiscono quasi un unico flusso di coscienza, e le cui storie interessano il lasso di tempo che va dagli anni Sessanta agli anni Duemila.

Il ritmo del romanzo, infatti, risulta scandito dalle decadi che costituiscono i quarant’anni coinvolti e segue, con affetto e curiosità, l’evoluzione del carattere principale e degli amici che gravitano intorno a questo, in un perpetuo alternarsi di tempo presente e passato, di prima e terza persona, di punto di vista soggettivo e oggettivo.

Dalle partite a calcio nel cortile dell’edificio di residenza ai primi, timidi, approcci all’altro sesso, dalle emozioni che sembrano troppo grandi da arginare alla genuinità dei sogni adolescenziali, fino alla musica – sottofondo costante della narrazione, insieme ai libri e ai fermenti culturali – e alla formazione della band rock-blues Capitan Kidd & The Jolly Rogers, la trama si snoda in una serie di binari, talvolta paralleli, talvolta indistinti, sui quali scorrono le esistenze di Francesco (“Frax”), Giovanni (“Giag”), Pepe, Cheru, Comaz e “La Mutandosa”, consentendo al lettore di assistere a una serie di scene che si stagliano come istantanee di un tempo che fu, quasi come se il libro si rivelasse alla stregua di un baule che, pagina dopo pagina, facesse emergere ricordi, evanescenze e biografie.

La pulsazione trascinante, infatti, costringe il fruitore a leggere con incessante interesse il capitolo successivo, per sapere quale strana avventura sia accorsa al Frax di ieri o di oggi e ai suoi sodali. Frax che, nel corso di tutto il romanzo, è mosso da un mantra insistente: l’andare sempre a “vedere com’è, cercando di perderne il meno possibile”. E così, tra esami, gruppo musicale, prime esperienze da cronista d’assalto e vecchi e nuovi amori, il protagonista principale cammina attraverso una visione ideale della vita, che si scontra inevitabilmente con la paura che sottende ogni passo incerto e con una cinica e dura realtà.

Realtà che, nel corso di tutta la narrazione, rimembra la propria presenza innestando, tra un decennio e l’altro, le vicende più losche della Storia italiana, da Tangentopoli al malaffare, dagli omicidi agli scandali, fino alla mafia e alla corruzione. Ad aprire e chiudere il romanzo, in un percorso circolare, è, infatti, un caso da risolvere, in cui Frax si trova coinvolto, volente o nolente, fin dalla prima adolescenza.

Un giallo, dunque, che segue, in forma sottesa e con maestria stilistica, la formazione e l’evoluzione del protagonista e sfocia in un’acme in cui si incontrano sia il disincanto del mondo, con i suoi toni grevi e distaccati, sia la risoluta positività degli anni impetuosi della giovinezza, mossi ancora da un’incontenibile speranza nei confronti del futuro.

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Per “andare a vedere com’è”, per non perdere “la visione di quel ragazzo che si dibatteva tra esami, giornale, chitarra, viaggi, esperienze, pensieri non spremuti fino in fondo per la paura di vederne la fine, preso dalla smania di fare tutto e in realtà un povero pesce nella rete intessuta da se stesso, destinato a girare intorno al punto sbagliato. Con un talento nel vivere enormemente inadeguato rispetto alla sua ambizione”.

Perché, forse, in fondo, tutti siamo, o siamo stati, Frax: un po’ ingenui e un po’ saggi, ma profondamente fiduciosi in un divenire inaspettato e cangiante.

Andrea Roano (1969) vive a Savigliano e ha visto sorgere la sua passione per la scrittura dall’amore per i viaggi, la musica rock e blues, la Beat Generation e la grande letteratura d’avventura. Ogni parola, infatti, distilla una porzione di esistenza da lui stesso vissuta, e rende il racconto maggiormente immersivo e coinvolgente, perché sorretto da un’evidente cognizione di causa e consapevolezza dei fatti narrati. Le vicende di Frax Serrano sono riportate anche in “Il fuoco nel Vicolo della Misericordia” (Artistica Ed.) e in “Finché morte non ci separi” (Clavilux Edizioni).