Sabato 9 giugno, gli amanti delle rane si sono incontrati al Palarana di Roreto: le protagoniste della serata sono saltate nel piatto dei numerosi ospiti per un menu completo e curato.
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_di Michela Gallo
Tondi o rettangolari, i tavoli ben apparecchiati al Palarana di Roreto, nella serata di sabato erano al completo. Un tutto esaurito in nome di questo anfibio edibile e per la felicità di Umberto Ferrondi, organizzatore del Festival della rana di Roreto, nonché cuoco ufficiale delle cene della rassegna. Ristoratore di mestiere, lo chef non ha lasciato cura e professionalità nella sua locanda, ma ha dato vita a un incontro enogastronomico a tutti gli effetti.
Il menu rana non ha deluso: introdotta dalla compaesana salsiccia al Barolo (con l’aggiunta di porri di Cervere e focaccina per accompagnare), il celebrato animaletto ha fatto il suo ingresso culinario in veste di spiedino con verdure. Marinate poi con aceto, salvia e aglio, le agognate rane sono state servite in carpione, esprimendo così maggiormente la delicatezza della loro carne.
Dopo gli antipasti, una breve pausa ed è stato subito tempo di pasta, nello specifico di Gragnano Igp condita con ragù di rane alla Roretese. A seguire poi, l’ottimo sposalizio anfibio con tubero; rane e patate unite nella frittura per un secondo ben gradito nonostante la sazietà ormai raggiunta. Infine, un ultimo salto per arrivare al dolce, col biscotto-medaglione “Il Ranocchio di Roreto” posizionato su una fresca panna cotta. L’apprezzato menù inoltre, non ha dimenticato abbinamenti vinicoli azzeccati, proponendo assieme ai piatti, i vini del Versante Occidentale, oggetto di una degustazione il giorno seguente.
Quello della rana a Roreto dunque, partendo dalla tradizione, ha saputo distinguersi da un semplice evento locale e si è riconfermato un incontro enogastronomico di qualità portando un po’ di storia e cura nei dettagli a ogni portata: in un’atmosfera vivace, il servizio e la precisione non avevano nulla da invidiare a quello di un ristorante in senso stretto.
Il merito sarà in parte dovuto ai supervisori d’eccezione della serata: le rane ben raffigurate e in posa per la mostra “Le rane nell’arte”, intente a fissare le loro compagne cucinate e servite.