Fuori di testa? Fuori rotta? Fuoriclasse? Fuori dagli schemi? Fuori città? Fuori di prigione? Sicuramente fuori dall’ex manicomio di Collegno, che esattamente 40 anni dopo la promulgazione della legge Basaglia-Orsini (13 maggio 1978) ospita lo spettacolo di danza-teatro preparato da Lab22 e dal comune di Collegno, dal titolo appunto “Fuori”.
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_di Elena Fassio
Nato nel 1600 come convento di suore e adibito nell’800 a manicomio, la Lavanderia a Vapore di Collegno già nel 1977 aprì un varco nelle mura dell’ospedale, come simbolo di ricongiungimento con la società civile. Oggi è un foyer culturale che ospita tutte le arti: ieri sera oltre lo spettacolo erano presenti un allestimento con oggetti recuperati dall’ex ospedale psichiatrico, e una mostra fotografica nel locale delle stirerie su tutti i manicomi italiani.
Il 13 maggio è stata proposta infatti come Giornata della dignità della persona, hanno ricordato il sindaco di Collegno Francesco Casciano e l’assessore alla qualità della vita Matteo Cavallone, che ha ricordato che “la cultura è il motore della dignità”.
Dalla legge Basaglia ad oggi però in tutta Italia solo l’ex manicomio di Collegno è stato davvero riutilizzato, le cure inclusive sono ancora un obiettivo da raggiungere e noi tendiamo ancora a considerare malato tutto ciò che si scosta dalla nostra normalità.
Diventa quindi molto importante parlare della disumanità e delle torture a cui è stato permesso di vivere per decenni celate dietro le mura degli ospedali psichiatrici, dove veniva rinchiuso anche chi non aveva davvero bisogno di cure farmacologiche, ma di terapia verbale e umana.
È quello che ha cercato di fare la giovane regista Serena Ferrari con gli allievi dell’associazione Lab22, oltre 50 ballerini in scena tra gli 8 e i 25 anni, 5 attori professionisti e 5 musicisti oltre una giovanissima cantante, in uno spettacolo che si propone di far conoscere ed esorcizzare le torture fisiche e psicologiche subite da adulti, bambini e operatori all’interno dei manicomi.
Anche grazie all’aiuto di musiche e testi di Alda Merini e Simone Cristicchi e alle coreografie di Claudio d’Ambrosio e Mohamed Rekka, lo spettacolo ha raggiunto 1300 presenze ed è stato replicato ben cinque volte. Il duplice progetto di Lab22, formare i ragazzi e sensibilizzare la comunità attraverso arte, spettacoli e testimonianze, sta quindi funzionando.