[REPORT] Shigeto: uno sguardo sul mondo con un piede sempre a Detroit

La comunità Jazz, la scena Techno e l’Hip Hop sperimentale della motorcity americana convergono sul palco del Magnolia nel one-man-show di un eccezionale producer (e batterista!). 


_di Diego Indovino

Shigeto non è certo un chiaccherone: il suo arrivo sullo stage del Magnolia è accompagnato solo da un gran sorriso. E tanto basta per rendercelo immediatamente simpatico. Ma le parole, nel suo caso, servono a poco: infatti quando prende in mano per la prima volta i drumstick veniamo completamente rapiti dalla sua musica.

Senza mai aprir bocca il batterista inizia a disegnare delle bassline potenti, che arrivano dirette allo stomaco. Le macchine, sapientemente gestite, lo accompagnano formulando quel tanto chiacchierato suono che spesso lo accosta ad artisti come Flying Lotus e Nosaj Thing. I beat Hip Hop scanditi dalla batteria live sono il terreno per suoni scuri e astrazioni nu-soul. Le voci campionate sono ammalianti e contribuiscono al coinvolgimento del pubblico che ormai non può più toglierli gli occhi di dosso.

«Schegge di batteria jazz, trombe e tastiere con echi elettronici
si alternano alle battute in 4/4»

Pur non essendo particolarmente loquace, va detto che il producer americano non sta fermo un attimo. Salta dai synth alla batteria, picchia, torna alle macchine, spinge nuovi suoni, torna alla batteria, picchia ancora. Compiendo un’evoluzione si inizia a percepire la maniacale ricerca ritmica e melodica: schegge di batteria Jazz, trombe e tastiere con echi elettronici si alternano alle battute in 4/4, tipiche dei dancefloor, colorate di Acid House prima e di pura Techno poi. Si balla, si ascolta, si viene coinvolti nella ricerca dei contenuti stilistici.

Shigeto porta con sé l’esperienza e il know-how dei maestri del passato interpretando con la sua personale sensibilità eclettica ed evitando di porsi limiti di stile.

C’è da dire inoltre che l’impatto della sua musica è da considerarsi ancora più potente se si pensa che non un solo artwork o visual ha accompaganto l’esibizione, cosa ormai davvero molto rara nel mondo della musica sperimentale. Insomma il live che presenta l’ultimo album “The New Monday” è un esaltante mix di influenze delle diverse anime di Detroit, una godibilissima finestra sul mondo di un artista eccezionale che noi vorremmo vedere più spesso da queste parti.

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