Far Cry 5: uccidi, prega e uccidi ancora

Com’è il nuovo capitolo della legacy targata Ubisoft che ha conquistato milioni e milioni di videogiocatori in tutti il mondo?


_di Mattia Nesto

Nel 2014 il Pew Research Center ha pubblicato uno studio in cui sono le principali religioni professate negli Stati Uniti d’America: da questa ricerca, che vede i cristiani nettamente “in testa” con quasi il 71% e una contenutissima presenza di musulmani (che non arrivano all’1%), emerge un interessante 3% di altre religioni. D’altro nulla di nuovo sotto il sole: è da, grosso modo, il 1600, l’epoca dei “Padri Pellegrini” della tradizione fondativa statunitense, che in America nascono nuove religioni, sette o culti privati come funghi. È da qui, da questo dato di fatto che si muove Far Cry 5. 

Far Cry 5 è ambientato nel Montana, nella contea di Hope County, una sorta di vallata dell’Eden 2.0 (parola non usata a caso) in cui un gruppo di religiosi locali, capitanato dal predicatore Joseph Seed, prende via via piede sul territorio, iniziando prima con piccole violenze e sopraffazioni per poi finire a controllare l’intera area, con tanto di espropri, sequestri illegali e, addirittura, uccisioni a scopo intimidatorio. Da questa emergenza locale, molto preoccupante tuttavia, prende avvio la nostra avventura: impersoniamo un “pivellino”, un vice sceriffo inviato ad Hope County per arrestare Joseph Seed e riportare l’ordine. E l’inizio è da batticuore: veniamo introdotti al mood della vallata da una sequenza in cui vediamo, tramite riprese da cellulare o simil-documentaristiche, come il problema della setta, se prima è stato sottovalutato ora è scoppiato in tutta la sua gravità con, addirittura, esecuzioni in chiesa per “mondare il mondo da tutti i peccati”.

Allora, assieme ad una task-force, a bordo di un elicottero (che ci fa scorgere l’inquietante ed enorme statua del predicatore Seed à la Cristo di Rio de Janeiro che domina la valle) giungiamo in chiesa proprio durante la celebrazione della messa: e qui ci troviamo di fronte alla prima, sconvolgente, scelta del nostro cammino.

Accompagnati dalle note di “Amazing Grace” e con circospezione ci troviamo di fronte al predicatore Seed che, con un paio di occhiali dalle lenti gialle, ci guarda con fare sardonico: egli è il leader degli “edemiti”, la nuova religione di Hope County, che crede che l’Apocalisse sia vicina e che sia arrivato il momento di pagare per tutti i nostri peccati (che vanno esposti direttamente sulla pelle, sottoforma di dolorose incisioni fatte con il coltello).

Ma bando alle ciance: dobbiamo arrestare il predicatore. Egli però si dimostra tranquillo, ci guarda, ci osserva e dice di non avere paura, di sapere perfettamente il Signore ci sta guardando, sta soppesando le nostre azioni e come siamo ancora in tempo per rimediare. Se premiamo x lo arrestiamo ma qualcosa ci blocca: sarà il suo sguardo ipnotico, la canzone in sottofondo oppure le parole di qualche minuto prima della sceriffo, un uomo anziano e saggio che ci aveva detto: “Certe cose è meglio lasciarle stare”.

Cosa fare? Premere x o attendere? Qui sta tutto il senso della grandezza di Far Cry 5: il giocatore ha, letteralmente in mano, la possibilità di scegliere. Non solo noi non vi diciamo cosa fare in questa sequenza iniziale ma neppure “il gioco” ve lo dice. Certo, mano mano che si prosegue nell’avventura, dopo che, come da copione, la task-force non sarà riuscita ad arrestare il predicatore, saremo, per davvero, gettati in questa sterminata vallata del Montana: senza troppe indicazioni, senza alcuna regola se non quella prima di sopravvivere e poi di farla pagare ai fratelli Seed.

Già perché stiamo parlando, un po’ come la “Manson’s Family” degli anni Sessanta, di una vera e propria famiglia dato che Hope County è stata divisa in tre diverse aree, dove operano, anzi dominano, due fratelli e una sorella di Joseph Seed: John Seed, Jacob Seed e Faith Seed.

Ogni area è contraddistinta da una palette cromatica differente, con zone boschive, zone più paludose oppure campi e raccolti sterminati, dove però si raccoglie una misteriosa droga, vera e propria linfa vitale per il nuovo culto degli edemiti.

Noi, senza armi dovremo smontare tutto questo mentre, praticamente ad ogni angolo, la voce dei Seed, le loro prediche, i loro sermoni alla radio o gli appelli alla televisione, ci martellano il cervello e ci fanno spaurire il cuore.

Ma noi siamo animati da una sete di giustizia indefessa e così come il gioco ci ha buttato nel bel mezzo dell’azione così, allo stesso modo, ci dona gli strumenti per farla pagare: se uccidiamo un edenita egli ci darà il suo equipaggiamento e le munizioni, se salveremo un civile avremo buone possibilità che egli si unisca alla resistenza, se distruggeremo un convoglio di provviste, i fratelli Seed saranno più deboli.

In questo gioco Firs Personal Shooter/ Open World abbiamo tutto nelle nostre mani: dalla possibilità di agire più stealth alla possibilità, ma per davvero, di bombardare con un areo un avamposto nemico. Far Cry 5, sostenuto da una colonna sonora fatta di pysch-rock di grandissimo gusto, è un gioco eccezionale, dove puoi fare caciare e cazzeggiare alla grande piazzando C4 ovunque o dove puoi digrignare i denti e provare dolore quando gli edeniti riescono ad avere la meglio sul tuo fido amico di quattro zampe.

Certo in alcuni punti i dialoghi sono stucchevoli (specie per gli npc non principali) e i bug si sprecano (capiterà spesso che i nemici si suicideranno in macchina lanciandosi, inopinatamente, gli uni contro gli altri) ma questi evidenti malus non faranno arretrare di un centimetro la nostra voglia di giocare. Forza, infiliamoci la nostra camicia a scacchi preferita e il nostro cappellino d’ordinanza: si fa nel bosco a far fuori un po’ di edeniti. La grande mietitura è appena iniziata.