“Dance me to the end of love” è il titolo e fil rouge, ispirato alla celebre canzone di Cohen, dell’edizione 2018 del festival TorinoDanza, che si terrà da settembre a dicembre, organizzato dal teatro Stabile con i finanziamenti della regione e di Intesa San Paolo.
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_di Elena Fassio
Quest’anno però il nuovo direttore artistico Anna Cremonini, già direttrice a Parma e a Roma, ha deciso di aprire ancora di più le porte della scena torinese ad artisti internazionali e soprattutto alla danza contemporanea, anche mischiata alla parola teatrale, come avverrà in effetti durante l’anteprima del 17 maggio.
In questa data le Fonderie Limone Moncalieri ospiteranno Betroffenheit, creato dalla ballerina e coreografa Crystal Pite e dall’attore Jonathan Young, entrambi canadesi. Il titolo, dal tedesco shock, sbigottimento, trauma, rappresenta bene lo stato emotivo provato dall’uomo davanti al trauma assoluto, allo shock esistenziale che blocca e soffoca, come vissuto in prima persona da Young che ha perso la figlia e la nipote in un tragico incendio.
Il mondo costruito dalle parole che incontrano il gesto della danza sarà quindi espressionista e allucinatorio, dal diabolico fino al vuoto completo. Il testo dell’unica data italiana dello spettacolo, molto crudo, sarà consegnato al pubblico in sala, poiché sulla scena le parole potrebbero perdersi nella musica e diventare parte integrante della colonna sonora.
L’altra novità, che si inserisce nel solco della passata direzione artistica di Gigi Cristoforetti, è la collaborazione nel prossimo triennio con Sidi Larbi Cherkaoui, che inaugurerà la stagione il 10 settembre al teatro Regio prima con Noetic, alle 20 e poi con Icon, alle 21.40, frutto della collaborazione del coreografo fiammingo-marocchino con Antony Gormley, e della compagnia di Goteborg con quella di Anversa.
Il primo cercherà di trasmettere l’eterna leggerezza di un mondo che si muove a spirali, fluido e senza apparenti regole se non l’incontro tra particelle, con l’uso di lunghe barre in fibra di carbonio, mentre il secondo porterà in scena la pesantezza della creta, plasmata sul momento dai ballerini, in un’interrogazione sul continuo bisogno umano di fabbricare e distruggere idoli.
“Facendo entrare la danza-teatro all’interno del festival ci rendiamo permeabili ad altri linguaggi visivi e di parola”, sostiene Cremonini, “la ricerca contemporanea dell’arte performativa è espressione della società e dei suoi interrogativi”.
“Il pubblico di Torinodanza è nuovo, più eterogeneo e più ampio, e testimonia una ambiente effervescente di creatività e integrazione”, concludono Lamberto Vallarino Gancia, Filippo Fonsatti, presidente e direttore dello Stabile, presenti alla conferenza stampa.
Sarà proprio il tema della contaminazione con le arti visive e dell’apertura all’internazionalità a caratterizzare anche il secondo appuntamento del 20, 21 e 22 settembre, con The great tamer, il grande domatore, della compagnia greca di Dimitris Papaioannou.
Il coreografo ateniese, che viene dalla pittura e dal fumetto, porterà sul palco la tradizione omerica e il mito di Persefone, in un’esplorazione del tempo illusorio e del suo rapporto col corpo, mentre in contemporanea alle OGR (Officine Grandi Riparazioni) inizierà la prima italiana della sua video installazione Inside, della durata di 6 ore ma pensata perché il pubblico possa entrare e uscire liberamente.
Il ricco cartellone della stagione 2018 di TeatroDanza sarà presentato a maggio e caricato sul sito