[INTERVISTA] Artimani e l’artigianato torinese: “La creatività può essere contagiosa!”

Abbiamo fatto qualche domanda al Presidente dell’Associazione Gli  Artimani, sig.ra Marina Beretta, per conoscere  gli obiettivi e le aspirazioni di questa associazione che dallo scorso anno si  è proposta con un progetto di creatività nel Centro storico di Torino, in piazza Bodoni. Anche nel 2018 Artimani si proporrà per l’attuazione di un progetto dalle coordinate simili e con cadenza mensile.

_di Martina Galanti
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Artimani è nato nel 2013 grazie alla decisione di numerosi operatori del proprio ingegno che hanno deciso di aggregarsi per valorizzare i mercatini dell’artigianato proponendosi a Enti e Comune. Un gruppo di artigiani che si propone obbiettivi ambiziosi, ma soprattutto un gruppo di amici che ha deciso di unirsi per coltivare e far crescere la propria passione comunicandola ai torinesi. Scopriamo qualcosa di più su un progetto che vuole “contagiarci” attraverso la creatività. 
 
La prima domanda che sorge spontanea nel relazionarsi con un’associazione, è quella volta a scoprire chi sono i soci che la compongono.
 
Sono creativi, operatori del proprio ingegno, la maggior parte iscritti nel Registro OPI del Comune di Torino; alcuni invece lo fanno per hobby e passione, ma la maggior parte sono lavoratori che hanno perso il loro lavoro e che si sono rimessi in gioco con la creatività che avevano dentro. Rimettersi in gioco dopo la delusione di aver perso il proprio lavoro e di non riuscire a trovarne un altro è quanto di più faticoso e dignitoso l’essere umano possa fare.
 
 
Quanto ritenete importante il rispetto dell’ambiente e il concetto di riciclo creativo?
 
Tutti noi cerchiamo di rispettare l’ambiente e molti soci sono indirizzati al recupero consapevole di materiali riciclabili. Il riciclo creativo ci affascina e ci interessa : abbiamo soci che cercano vecchi rami e tronchi sulle spiagge, rimandati a terra dalle onde del mare e con questi vecchi rami o tronchi creano;.uno di noi si dedica al riciclo della plastica e con mani sapienti crea oggettistica, fiori , ultimamente anche bijoux.
 
Io lavoro i metalli e spesso vado a cercarmi del materiale all’ecocentro , recuperando pezzi di rame o di ottone, Uno dei nostri soci utilizza cartone riciclato per creare maschere con la tecnica della cartapesta…

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Per quanto riguarda invece il recupero degli antichi mestieri, come mai ritenete che sia così importante?
 
Recuperare vecchi mestieri e riproporli alle nuove generazioni, magari rinnovare qualche metodo, renderlo più moderno , significa non perdere del tutto la memoria storica di chi ci ha preceduto.
 
 
Il format iniziale del mercatino di artigianato creativo è sicuramente stato apprezzato dai torinesi, ma quali sono le novità che avete aggiunto a questa carta già vincente e quali sono quelle che dobbiamo aspettarci di vedere prossimamente?
 
Nell’anno 2017 abbiamo presentato al Comune di Torino un progetto che ci sta molto a cuore; “Creatività….una passione contagiosa” un progetto che punta a coinvolgere il pubblico durante i nostri eventi, con le dimostrazioni dal vivo e con le proposte di laboratorio. Il Comune di Torino ha approvato il progetto, ci ha dato il Patrocinio e noi abbiamo potuto proporre due eventi ad ottobre ed a novembre, il 4 ottobre e 11 novembre. in Piazza Bodoni. La risposta del pubblico è stata buona , superiore alle aspettative. La qualità innegabile degli espositori ha soddisfatto sia gli amministratori sia il pubblico. Per il 2018 abbiamo in preparazione un altro progetto simile da riproporre con cadenza mensile.
Naturalmente partecipiamo anche ad altre manifestazioni , organizzate da enti o comuni o altro ma sempre cercando di selezionare con attenzione DOVE andremo ad esporre perché non vogliamo più trovarci in situazioni di “mercatini scadenti ” dove la nostra immagine è squalificata dalla presenza di ( mi permette di dirlo) porcherie. A questo proposito vorrei fare una piccola parentesi: organizzatori senza scrupoli e senza alcuna competenza hanno squalificato e continuano a squalificare il concetto di ARTIGIANATO, ponendo veri artigiani vicino a rivenditori, e vicino a cineserie di ogni sorta.
 
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Qual è l’obbiettivo di progetti come il vostro, incentrati sull’artigianato creativo d’autore?
 
Mi rendo conto che il lavoro di rieducazione al bello, al valore del fatto a mano, sia quasi utopistico ma sono certa che prima o poi si farà piazza pulita delle porcherie. Il nostro progetto si chiama “Creatività …Una passione contagiosa”perchè pensiamo ( forse con una punta dfi presunzione) di poter “contagiare” con il nostro entusiasmo, con la nostra energia, stimolando con spunti opportuni la creatività del pubblico…  Se ci dicono “Uh no ci riuscirei mai a fare questo o quello” diventa quasi una sfida cercare di dimostrare che ognuno di noi può avere dentro una creatività che non sapeva di avere.

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