Confonde e incanta L’Illusion Comique

Il Teatro Stabile di Torino presenta l’opera barocca di Pierre Corneille per la regia di Fabrizio Falco, in scena al teatro Gobetti fino al 4 febbraio. 


_di Giorgia Bollati

Proviene da una lunga stirpe di pièces teatrali, L’Illusion Comique, che si inserisce nel delicato equilibrio del rapporto padre-figlio, tema dalle antiche origini ma mai diventato obsoleto. Pierre Corneille vide debuttare nel 1635, al Marais, quello che definì uno strano mostro, una creatura difficilmente classificabile secondo modelli pre costituiti, un collage di generi e stili, topoi e motivi, caratteri e personaggi. L’opera, nella sua complessità e ricchezza, si allineava, tuttavia, alla moda tutta barocca del teatro illusorio, che sfruttava le tecniche metaletterarie della stimolante confusione di realtà e finzione, dell’ingannevole incanto drammatico che scivola oniricamente da un livello all’altro.

Colori, voci, musiche, nella regia di Fabrizio Falco (sul palco nelle vesti di Clindoro) per il Teatro Stabile di Torino, lusingano l’immaginazione di Corneille e collaborano a tessere una rete illusoria in cui lasciar dolcemente accoccolarsi lo spettatore.

Tra le due cornici dorate che spiccano sul brumoso palcoscenico, danzano la delicata recita Loris Fabiani nei panni del viscido Adrasto, il divertente Matamoro Matthieu Pastore, ambiguo e intrigante, insieme a Elisabetta Misasi e Mariangela Granelli, due donne separate da una più o meno consapevole competizione, ma unite di fronte alla sorte e all’amore.

Teatro: ‘L’illusion comique’, prima nazionale al Gobetti (Credito foto: ufficio stampa)

Come in una scatola cinese, le schermaglie amorose che avvengono tra i personaggi-attori della vita prendono forma all’interno della cornice dalla quale Pridamante e Alcandro, rispettivamente Leonardo del Colle e Titino Carrara, osservano l’avvicendarsi di intrighi e illusioni, odi e amori, il primo stretto nella paura di padre, il secondo spinto dalla volontà di mostrare il valore del gioco teatrale, fino alla dichiarazione finale per riscattare la professione dell’attore dall’ingiusto pregiudizio della società.

L’Illusion Comique culla gli spettatori in un incanto fatto di sovrapposizioni e incastri, portando, alfine, sotto i riflettori la vera protagonista della storia, l’illusione teatrale, sul cui equilibrio sottile non barcollano Fabrizio Falco e la sua compagnia, che mantengono l’incanto magico ma lievemente angoscioso, come il rumore di una goccia continua nel totale silenzio.