Una chiacchierata col duo nostrano formato da Jacopo Dell’Abate e Lorenzo Lemme.
Quante volte vi siete chiesti se la musica serva a qualcosa o non serva a niente? Noi invece di arrovellarci inutilmente l’abbiamo chiesto direttamente a LeSigarette.
C’è stato un tempo, neppure troppo remoto, quando la cosiddetta musica alternativa, soprattutto di matrice anglo-americana, letteralmente pullulava di band formate da chitarra e batteria. Oggi sono molto meno: come mai invece Le Sigarette sono in due? Perché se ne fregano delle mode oppure per qualche altro motivo?
Sì in generale non ci preoccupiamo delle mode. Ma ci guardiamo intorno e in effetti la formazione batteria e chitarra è sempre meno frequente. beh che dire…? noi ormai siamo così e siamo contenti… vediamo in futuro cosa ci inventeremo.
Per lo scorso album avete realizzato oltre cento date in tutta Italia: i concerti, la dimensione live è ancora il modo migliore oggi per la promozione di un disco?
Noi siamo una band live, il nostro obbiettivo è fare tanti live e perciò andiamo a suonare ovunque. Per la promozione di un disco non è il modo migliore o almeno non è il modo adatto per le produzioni medie e grandi: li bisogna avere prima di tutto dei brani buoni che piacciano, poi ci vuole una forte squadra di comunicazione che lavori per far passare la musica in radio, per avere attenzione dagli addetti musicali, per far stare i singoli ben piazzati in classifica su Spotify, per promuovere i video su youtube ecc… ecc… i Live in questo tipo di produzione sono la conseguenza… ecco noi facciamo l’opposto, partiamo dai live. mica siamo gli unici però eh!
Molta della vostra storia ruota attorno, diciamo così, al locale ‘Na Cosetta di Roma: ci potreste dire qualcosa su questo vostro posto “del cuore” e dell’importanza che anche realtà, magari piccole, rivestono nel panorama musicale italiano?
‘Na Cosetta è una grande fortuna per noi, quando ci hanno chiesto di produrre il nostro album non capivamo come fosse possibile, in realtà loro come noi sono una parte di un bellissimo pezzo di società attiva e creativa e incontrarci è stat una fortuna per entrambi. Na Cosetta è speciale per tanti musicisti che passano a suonarci e così lo sono tanti piccoli club che sono parte di un circuito fondamentale per le piccole produzioni. è bellissimo essere parte di questo mondo di artisti e anche se in mezzo a qualche difficoltà siamo felici di alimentarne l’energia.
Per “La musica non serve a niente” avete potuto contare sulla collaborazione di Lucio Leoni: come è andata?
Beh a dire il vero abbiamo legato perchè abbiamo avuto l’onore di ricevere il suo invito a suonare nel suo disco e siamo parte integrante della sua band; tutto è successo mentre eravamo in studio anche per LaMusicaNonServeANiente
“Bicicletta”, il vostro secondo singolo, è una ballata che segna come un momento di pausa, di spazio dove “tirare il fiato” dallo stress quotidiano: quando e come avete scritto e composto questo brano?
L’abbiamo iniziato a lavorare d’estate, il testo era nato da subito per un’esigenza di jacopo di parlare di un suo momento intimo, all’inizio non si parlava della bicicletta ma comunque c’era l’idea di un movimento costante e piacevole, jacopo aveva immaginato un treno, ma quello che gli interessava era l’umore del brano. Abbiamo faticato per cercare di avvicinarci con le parole al suo poco prima di andare in studio si è presentato con il testo di Bicicletta, finalmente era riuscito a raccontare esattamente la sensazione che aveva vissuto.
Ma la musica deve proprio “servire a qualcosa” o è bene ci sia perché, tautologicamente parlando e senza troppe spiegazioni, “è bene ci sia”?
La musica c’è e c’è sempre stata, quindi evidentemente ci deve essere, è una questione vitale. per dire poi a cosa serve basta pensare che si tratta di una questione di bellezza e di purezza, non serve a niente e questo è il bello.