[REPORT] Gazzelle, via la polvere dal walkman

È un MA giovane quello che abbraccia uno dei cantautori principi usciti dall’ultima scena romana, la stessa che sta regalando nuova vita alla musica pop italiana, fatta ad una certa maniera e ben lontana da canoni da jingle radiofonici: Flavio Pardini, in arte Gazzelle, arriva a Catania.

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_di Daniele Messina

Balena è il pezzo sul quale la band guadagna il palco, seguita da un piccoletto cazzutissimo, con caschetto nero e maglia Sid Vicious (che dopo quella Slipknot al Mish Mash 17 fa luce sui gusti musicali di Flavio). Demodè e Stelle filanti gli altri due pezzi che portano su la già calda temperatura in sala. E subito uno dei momenti più attesi del live: il bellissimo piano di Non Mi Ricordi Più Il Mare cattura il silenzio e l’attenzione dei presenti in attesa per qualche minuto di grande spettacolo e bellezza autentica.

Gazzelle fa una premessa temporale prima di ogni pezzo, spiegando quando e cosa accadeva mentre ogni brano veniva scritto. È così che annuncia Un po’ alla volta, inedito suonato per il momento soltanto ai concerti, che stupisce per l’attualità e l’immedesimazione che suscita. Ci parla del momento in cui capisci che è ora di crescere, dei molteplici step della maturazione personale e di coppia che, tra alti e bassi, segnano e scandiscono gli anni intorno al quarto di secolo di una vita. Anche qui la voce si sposa perfettamente con una base al piano, per poi aprirsi in esplosione strumentale e collettiva che porta con sé una forte impronta pop-sentimentale italiano anni 90’.

È evidente la celebrazione di una musica e di un periodo del nostro Paese che sta rivivendo una fase florida grazie ai consensi che paradossalmente piovono da un pubblico estremamente giovane ed euforico, roba da trovarsi davanti più smartphone che teste, prontissimi a riempire i display di chissà quanti altri coetanei ai quali arrivano le note di Gazzelle in una delle “stories” ascoltate sul divano.

Tocca a Nero – ultimo singolo fresco di uscita – invocato da una fetta di pubblico già prima che sul palco si palesassero i musicisti. Meltin’ Pot e Sayonara suonano benissimo dal vivo, sono fra i pezzi dell’artista più godibili per ritmo ed arrangiamento, e l’intesa partecipata che traspira da chi le suona giova sicuramente ad un’ottima performance.
Brinda sul palco Gazzelle, un cin-cin dedicato a Quella te, prima canzone scritta per “Superbattito”, il primo album che sarebbe uscito qualche tempo dopo (2017) per Maciste Dischi. Ci mette dentro qualche verso di Per te di Jovanotti per una risata generale che non distrae da una reale somiglianza tra i due brani e, ci piace pensarla così, a celebrare ancora una volta il pop nostrano che fu.
Per il bis riecheggiano Nero (richieste di cui prima ampiamente soddisfatte dunque) e Sayonara, prima dei saluti entusiasti per un live riuscito ed un bel ricordo da mettere in cassaforte.

“I giorni passano, passano, passano…” ed è sorprendente ed incoraggiante come gli ascoltatori esperti di domani apprezzino già oggi un tipo di musica che difficilmente si ascolta ancora nelle nostre radio.
Per un revival generale che partendo da moda e abitudini, sta coinvolgendo ed influenzando anche musica, cinema e le arti tutte, con la semplicità ingenua di una frase innocua che fa sentire di nuovo piccoli: “Te lo ricordi lo Zucchero Filato?”.