7 mostre da non perdersi a Torino

Una selezione delle più interessanti mostre e installazioni con protagoniste le più interessanti scene museali e galleristiche in città, dove la parola d’ordine è qualità.

_di Miriam Corona

1) Privateview Gallery – Emmanuel Monzon e George Jenne, fino al 15/12

Due mostre indipendenti ma accomunate dalla volontà di mostrare i lati insoliti della cultura americana, escludendo gli aspetti più stereotipati e glamour degli States: una personale di Emmanuel Monzon, fotografo di Seattle, documenta i vasti paesaggi suburbani in America (“Urban Sprawl”) con immagini silenziose, ritratti esteticamente suggestivi di luoghi quasi sospesi nel tempo; George Jenne è un video artist e regista originario di Richmond, che presenta “Come in, stranger” esordendo (come lo stesso Monzon) sulla scena europea. Inaugurata in occasione della notte delle arti contemporanee, la mostra prosegue fino al 15/12.

Privateview Gallery – Via Goito, 16

2) Fondazione Merz – Carlos Garaicoa. El Palacio de las Tres Historias, fino al 4 febbraio 2018

Attratto dalle trasformazioni economiche, politiche e sociali di Torino, Carlos Garaicoa nella sua mostra personale El Palacio de las Tres Historias, progetto espositivo inedito, si sofferma sugli aspetti quasi contradditori della città, passando dalla scena industriale a quella della riqualificazione fino ad approdare alla sperimentazione della vita sociale anche dal punto di vista architettonico. In senso più ampio, El palacio de las Tres Historias riflette sugli spazi ideali urbani, sfondo attivo della crescita di storie e prospettive; Garaicoa ne evidenzia il passato, che marca indelebilmente la città, il futuro, le utopie e le potenzialità, tracce di un incessante processo di sviluppo e divenire. La personale inedita dell’artista cubano sarà visibile fino al 4 febbraio 2018 presso la Fondazione Merz.

Fondazione Merz, Via Limone, 24

3) Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea – Gilberto Zorio, fino al 18 febbraio 2018

Oltre cinquant’anni di ricerca condensati in una mostra personale al Castello di Rivoli: Gilberto Zorio (classe 1944) apre le porte delle sue collezioni private e dei suoi progetti inediti mai realizzati in un percorso volutamente denso di lavori importantissimi. Pioniere dell’arte povera, Zorio realizza installazioni e sculture dando vita a un linguaggio rivoluzionario per la storia dell’arte contemporanea e creando delle opere che colpissero tutti i sensi dello spettatore e che approfondissero la sua percezione di tempo e spazio. Così ha dato nuova vita alla scultura, liberandola dalla sua pesantezza inserendo reazioni chimiche e fisiche avanguardistiche e relazionando le opere al mondo stesso, facendo in modo che si “attivassero” solo in determinate condizioni che si raggiungono dallo scorrere delle ore o dei giorni. Un evento espositivo pensato come una nuova pagina bianca, soggetta a innumerevoli trasformazioni e possibilità.

Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea – Piazzale Mafalda di Savoia, 2, Rivoli (TO)

4) Museo Ettore Fico (MEF) e MEF OUTSIDE – Niki de  Saint Phalle, fino al 14 gennaio 2018

«Nel 1961 ho sparato su mio papà, su tutti gli uomini, sui piccoli, sui grandi, sugli importanti, sui grossi, su mio fratello, la società, la chiesa, il convento, la scuola, la mia famiglia, tutti gli uomini, ancora su mio papà, su me stessa». Con queste parole Niki de Saint Phalle, unica esponente del Nouveau Realisme, si confermava come una delle più trasgressive ed affermate scultrici del Novecento, sparando letteralmente contro le sue opere e sugli oggetti delle persone che la circondavano nella sua vita, e invitando a sua volta gli spettatori delle sue opere a farlo. Dapprima modella e mannequin proveniente da una famiglia prestigiosa, passa i giovani anni della sua vita tra New York e Parigi sognando di scappare lontano ed evitare un destino quasi già scritto, quello della moglie trofeo.
È quando passa due mesi in un centro di salute mentale che si rende conto di qual è la sua strada: per resistere alle intense cure che subisce, inizia a creare sculture, appiccicandovi tutto quello che trova; ecco che trova la sua vocazione. Così diventa un’artista avanguardista e un’esponente del femminismo a favore dell’emancipazione della donna, occupandosi anche dei temi scottanti dell’epoca come violenza, femminismo, razzismo. La figura femminile è sempre al centro delle sue opere, fino a diffondere le sue serie di lavori più famosi, le Nanas. Appassionata e libera, Niki de Saint Phalle rimane ad oggi una delle più emblematiche artiste della seconda metà del Novecento. Al MEF, due mostre dedicate all’artista: Antologica (presso il nuovo spazio del Museo, il MEF Outside) e Il Giardino dei Tarocchi, entrambe visitabili fino al 14 Gennaio 2018, che ripercorrono tutta la carriera dell’artista, dai primi lavori degli anni Cinquanta ai Totem degli anni Novanta.

Museo Ettore Fico (MEF) e MEF OUTSIDE – Via Francesco Cigna, 114 e via Filippo Juvarra 13

5) Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Letdown di Sanya Kantarovsky, fino al 25 febbraio 2018

L’artista russo classe 1982 è il protagonista della nuova esposizione presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Letdown: una contraddizione, un doppio valore che si pone al centro della mostra, tra installazioni e dipinti, tra murales e architetture. Emigrato da bambino negli Stati Uniti, Kantarovsky porta all’attenzione le reminiscenze degli anni del declino dell’unione sovietica e del comunismo, focalizzandosi sulle esperienze sgradevoli vissute intorno agli “edifici in serie”, migliaia di strutture identiche, costruite sbrigativamente a causa di un’emergenza abitativa: ognuna di esse conteneva ottanta appartamenti, progettati e definiti sulla base delle necessità elementari, riducendo al minimo lo standard di vita dei loro abitanti.
Essi venivano chiamati Krushevi (da Nikita Krushev) o K-7 e riducevano i loro occupanti a vivere in degli spazi uniformi e infinitamente replicabili. Da qui la messa a punto del murales di una Khrushchyovka semidemolita al quale vengono appesi i dipinti di Kantarovsky, facendo dialogare architettura ed economia all’interno degli spazi minimal della Fondazione. Tra i protagonisti dei dipinti, corpi smunti e contorti su loro stessi, carnagioni plumbee, lacerazioni e profondo senso di disagio, ci sono le cherepashki, le tartarughe metalliche presenti nei parchi giochi. Nel quadro dal quale è tratto il titolo dell’esibizione, una madre si china sul proprio neonato, che cerca di afferrare un’ultima goccia di latte dal suo seno, il Letdown, che ambivalentemente indica sia la delusione che la fuoriuscita del latte materno: la vita che cerca di prevalere sopra la demolizione. Paradossi simultanei che si pongono al centro della mostra personale dell’artista.

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – Via Modane, 16

6) Galleria Raffaella De Chirico – Narciso Contreras, fino al 14/01/18

Dal 4 novembre, in occasione della Notte delle Arti Contemporanee, la galleria Raffaella De Chirico ospita in esclusiva per la città di Torino l’importante lavoro di Narciso Contreras intitolato Libya: A Human Marketplace. Una mostra, una investigazione prodotta nel quadro della settima edizione del Carmignac Photojournalism Award, che prima di toccare il suolo torinese ha avuto l’onore di essere esposta, costringendoci a vedere, a guardare, ad entrare in un mondo fatto di oppressione, di terrore, di violenza a Palazzo Reale a Milano. Il suo lavoro è stato esposto alla Saatchi Gallery a Londra ed all’Hôtel de l’Industrie a Parigi. Le fotografie del lavoro di Contreras sono la brutale testimonianza del traffico di esseri umani che viene perpetrato ai confini della Libia post‐Gheddafi, da milizie che sfruttano la condizione di migranti, rifugiati e richiedenti asilo a fini commerciali ed economici.

Galleria Raffaella De Chirico – Via della Rocca, 19

7) Pinacoteca Agnelli – PARANORMAL. TONY OURSLER VS GUSTAVO ROL, fino al 25 febbraio 2018

Tony Oursler ha collezionato per anni oggetti, pubblicazioni, ephemera legati al paranormale, lasciandosi profondamente ispirare per molte sue opere: fotografie di fantasmi, testi di pseudo-scienza, tecnologia primitiva per la creazione di illusioni visive, hanno arricchito negli anni un archivio che oggi conta oltre 15.000 elementi. Così questa collezione ideale si imbatte e si pone in relazione con quella di Gustavo Rol, bancario torinese con una passione per l’occulto, al quale i suoi colleghi associano poteri paranormali ma dichiarandosi sempre un ricercatore che si poneva come obiettivo “incoraggiare gli uomini a guardare oltre l’apparenza e stimolare in loro lo spirito intelligente”. I percorsi dei due si intrecciano e dialogano, alla ricerca di risposte di fenomeni inspiegabili, osservando la questione da un diverso punto di vista.

Pinacoteca Agnelli, Via Nizza, 230/103