Il 24 ottobre Vanessa Marenco ha presentato il suo libro d’esordio “Racconti d’Irlanda” edito dalle edizioni Polaris. Ci siamo tuffati nella “tavolozza” di colori irish insieme a lei.
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_ di Beatrice Brentani
Vanessa Marenco è di origini liguri ma ha studiato e vive tutt’ora a Torino; molti la conoscono per il suo blog Skandorina’s Travels, dove pubblica foto e articoli dei suoi numerosissimi viaggi per il mondo. Il viaggio più importante per lei, però, è stato in Irlanda, l’isola di smeraldo dove ha vissuto per ben otto anni e che le ha dato l’ispirazione per scrivere il suo nuovo libro, edito dalle edizioni Polaris e intitolato “Racconti d’Irlanda. Impressioni di viaggio”.
La scrittrice ha presentato “Racconti d’Irlanda” questo 24 ottobre presso la Biblioteca civica “Alberto Geisser”. Subito è stato notato, da tutti i presenti, il suo carattere solare ed eccentrico e la sua grande passione non solo per l’Irlanda, ma per i viaggi in genere:
“Io cerco di fare del viaggio un mestiere”
Il suo blog è stato il trampolino di lancio per il suo libro: grazie ai sui racconti di viaggio ha capito quanto avesse bisogno di scrivere e ha così deciso di contattare la Polaris per la pubblicazione del suo libro.
Ma di cosa parla questo suo libro? Vanessa ce lo ha spiegato proiettando numerosissime slides contenenti alcune tra le foto scattate durante i suoi otto anni di permanenza in Irlanda. Ogni foto faceva parte di una determinata categoria, ogni categoria era simbolo di un colore.
Perché l’Irlanda ha, sì, il suo colore dominante, quel verde mozzafiato che in nessun altro posto si potrà mai vedere, ma ne possiede moltissimi altri: attraverso un percorso visivo d’immersione tra i colori dei paesaggi, Vanessa ci ha mostrato l’enorme lavoro compiuto dietro la sua opera.
“L’Irlanda è grigia, ma il suo non è un non grigio triste, come molti di voi potrebbero pensare”
L’Irlanda è grigia per lo spettacolare paesaggio lunare del Burren, luogo quasi magico situato tra la città di Galway e il Connemara. In questo spazio dall’aspetto sacrale vi è un lago secco, che compare e scompare nel nulla a seconda delle stagioni. L’Irlanda è poi grigia per i suoi muretti a secco, tutti lavorati a mano: un retaggio culturale e naturale, oltre ad essere considerati anche come veri e propri monumenti nazionali (chi se ne cura, infatti, riceve delle sovvenzioni da parte del governo). L’Irlanda è grigia di murales, a London Derry e, soprattutto, a Belfast, ma questi ultimi non sono soltanto grigi, se ne possono trovare anche di coloratissimi. L’Irlanda è grigia per il colore che assume l’oceano, pieno di surfisti, nei giorni più uggiosi: quel colore che, mischiato alla luce che filtra attraverso le nubi, assume a volte toni argentei. L’Irlanda è grigia per i suoi castelli storici.
L’Irlanda è rossa di vita, di musica, di feste: gli irlandesi sono rimasti fortemente legati alle musiche della loro tradizione, le ballano per la strada e le improvvisano nei locali; sono davvero un popolo molto conosciuto per il loro amore per il divertimento, per la loro socievolezza e la voglia di fare festa ogni giorno, a partire già dal primo pomeriggio, quando s’incontrano tutti insieme nei pubs per bere brindando all’allegria. Halloween è, in particolare, una festività molto sentita, forse più che in America, perché fa parte del calendario celtico irlandese.
L’Irlanda è rossa anche di sport e si ricopre di colori quando le varie squadre di rugby, o di hurling, ognuna con una maglietta di uno o più colori diversi, scendono in campo e iniziano a giocare. Lo sport è visto, in Irlanda, come un vero e proprio impegno e viene letto in chiave nazionalista. Ed è, inoltre, un motivo in più per far festa: si festeggia prima, durante e dopo una partita!
L’Irlanda è blu, con il suo cielo, dalle nuvole inconfondibili, che quando si schiarisce non può essere descritto a parole, perché nessuna parola gli può rendere giustizia; è blu per le sue acque limpide, per i suoi fiumi. L’isola non è sovraffollata, anzi: ancora si possono scorgere ampi tratti di quel “selvaggio” che abita la natura; vi sono strade sconfinate, ampi parchi e resti naturali sulle spiagge, la caccia è assolutamente vietata e ogni cittadino irlandese tiene molto alla conservazione del proprio patrimonio naturale, quasi fosse, il suo, un desiderio innato di preservare la sua patria dalle contaminazioni del mondo contemporaneo. Forse è questo ciò che più affascina dell’Irlanda.
Ma l’Irlanda è anche arancione: sono arancioni i capelli di molti nativi, dalla pelle fresca e piena di lentiggini. E’ arancione la barba di Saint Patrick, il patrono dell’isola, celebrato il 17 marzo, il famoso Saint Patrick’s Day, una delle feste più famose in tutto il mondo. L’Irlanda è arancione per i sui tramonti.
Vanessa ha fatto una pausa, dopo averci mostrato quasi tutte le foto, ognuna delle quali è stata arricchita da una spiegazione ed è stata connessa a un colore. Ha terminato la sua presentazione, poi, parlandoci del colore “Re” della terra che tanto ama: il verde.
L’Irlanda possiede questo prezioso dono, questo verde incomparabile con qualsiasi altro tipo di verde. La sua brillantezza è data dalle piogge, e quanto piove lassù! Gli irlandesi ne sono ormai abituati, ma alcuni turisti, a volte, si scoraggiano. In realtà, senza quelle piogge, parte della bellezza dei paesaggi di smeraldo andrebbe persa. Per cui, meglio non lamentarsi troppo quando si viaggia in Irlanda e s’incontra la pioggia: un Irlanda senza pioggia non è un Irlanda davvero vissuta.
Le spiegazioni delle foto di Vanessa sono servite per introdurci all’interno dell’atmosfera delle storie che ci racconta nel suo nuovo libro: un libro in cui sono narrate le realtà che ha incontrato, i paesi visitati, i paesaggi ammirati, i suoi rapporti con il popolo d’Irlanda, la sua crescita personale. Sono storie di sfumature di vita.