Il nostro racconto della settimana sabauda dedicata al Visual Design, che ha trovato la propria casa-madre al Toolbox di Via Da Montefeltro, luogo di coworking dove si possono incontrare dai giovani designer fino ai professionisti più affermati.
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_di Lorenzo Maccarrone
Torino Graphic Days si è dimostrato un evento completo, 4 giorni pieni di workshop, conferenze, performance e mostre, convogliati in una edizione davvero ben riuscita che ha fatto riflettere – ancora una volta – su quanto la comunicazione visiva ci circondi e faccia parte della cultura odierna.
Entrando capiamo subito di non essere alla solita mostra, dove dobbiamo seguire per forza un percorso a serpente, ma di poter girare e ammirare le varie sezioni delle mostre a piacimento, tutte curate nei minimi dettagli. Nell’hangar spicca il nucleo, la mostra dedicata a Franco Grignani, sperimentatore della grafica attraverso l’utilizzo di forme distorte, e inventore del logo per la Pura lana vergine.
«Quattro giorni di workshop, conferenze, performance e mostre,
convogliati in una edizione davvero ben riuscita»
Intorno si sviluppano sezioni dedicate agli aspetti quotidiani della vita, partendo dagli oggetti di “Nudi o Vestiti”, mostra curata da Silvia Barbero e Paolo Tamborrini, che analizza i packaging più interessanti degli ultimi anni, con un occhio alla sostenibilità ambientale. In quest’ottica si concentra anche la mostra “Be my cover – Penguin random house”, selezione di copertine della casa Penguin con un design eccezionale e inconfondibile.
Proseguendo passiamo alla mostra “EyesOn”, incentrata su Barcellona e gli studi grafici più influenti del momento, dove risalta il legame tra cultura locale e scambio internazionale. Sono molte le mostre in esposizione, tra cui quella dedicata al Graphic Design milanese prima degli anni ’60, passando per le mappe non-convenzionali (tra cui possiamo ammirare anche quella dedicata a Game of Thrones) arrivando alla sezione per il valore della grafica, zoom millimetrici sulle banconote e i loro pattern geometrici curati nei minimi dettagli.
Spicca tra tutte la mostra “Drawjob”, dedicata al mondo del porno attraverso 22 illustratori, 6 scrittori e 2 esperti, in una sala dai colori caldi, divertente ed eterogenea. La vastità dell’ambiente aiuta a rilassarci e a goderci il momento, girovagando senza problemi tra le performance che animano il salone d’entrata. Per quanto riguarda le conferenze invece, il pubblico ha risposto molto bene alla chiamata, con personaggi come Erik Kessels, Massimo Pitis, Studio Spass e Lobulo, con la sala sempre piena, e un dialogo continuo tra le due parti.
Nel week-end prende parte all’evento anche “Mostra Mercato”, agglomerato dei più innovativi artigiani provenienti da tutt’Italia. Ce n’è per tutti i gusti: dalle tecniche più antiche a quelle più moderne; alcuni dei personaggi coinvolti sono già stati ospiti del Print Club al piano inferiore.
Torino Graphic Days si riconferma uno degli eventi più attivi in città, dove si può stare dal mattino fino alla sera, concludendo con una buona patata ripiena di Poormanger e una birra, e la musica di Seeyousound e Project-to. L’evento è stato inoltre completamente gratuito con la formula “up to you” per sostenere la prossima edizione: il più sincero augurio è quello di ritrovarsi a spulciare un programma ancora più ricco il prossimo anno.
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CREDITS
Foto Seeyousound (david finotti)
Foto Erik Kessels (aurora cicero)
Foto esposizione (francesco zivoli)
Foto mostra (lorenzo ritorto)