[INTERVISTA] The Wer: power-pop contro l’afa

The Wer potrebbero essere il miglior rimedio contro il caldo di questi giorni. Ci hanno parlato del loro ultimo disco “Werever” e del proprio concetto di Pop. 

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_Mattia Nesto

Noi, un po’ sudati e affannati, abbiamo chiesto a Flavio Veronici il segreto per sopravvivere a questa “lunga estate caldissima”.

Due anni fa sembrava che Two Door Cinema Club e Foals suonassero quello che si poteva definire “il suono del futuro”. Oggi, nonostante non sia passato tutto questo tempo, le cose sono molto cambiate e le sonorità sono nettamente differenti: perché voi avete iniziato/proseguito proprio in questo solco, forse solo apparentemente passato di moda? 

“Se a livello interazionale quel tipo di sound è utilizzato da moltissimi artisti, in Italia secondo noi è ancora difficile ascoltare band direttamente riconducibili a gruppi come Two Door o Foals, ma anche andando più indietro ad Arctic Monkeys o Strokes. Aldilà di questo l’indie-pop e è stato il genere che abbiamo ascoltato maggiormente negli ultimi anni, riproporlo in Italia è venuto piuttosto spontaneamente e ci è sempre sembrata l’unica via possibile per iniziare ad esprimerci dal punto di vista musicale. Col passare degli anni abbiamo comunque fatto attenzione alle nuove tendenze nonostante la componente indie sia rimasta presente. L’idea di base è infatti quella di evolverci in continuazione, per questo motivo abbiamo già messo un punto alle sonorità del nostro album uscito di recente (“Werever”) e stiamo lavorando a materiale totalmente diverso.”

Venite da Roma ed a Roma vi siete fatti le ossa con la vittoria del “Contestiamo”, una gara organizzata dal Contestaccio. Siete arrivati primi tra 66 band e la domanda è d’obbligo: come è andata e potete considerare questo contest come un trampolino di lancio per la vostra carriera?

“È stato un momento molto positivo e ci fa sempre piacere ricordarlo, perché ci ha dato la possibilità di registrare in uno studio importante e di cominciare a suonare fuori da Roma, al fianco di artisti come Brunori Sas e Motel Connection. Tuttavia lo consideriamo ormai un episodio legato al nostro passato e siamo andati avanti”.

Cosa avete fatto “il giorno dopo” della vittoria?

“Non ricordo bene e credo questo sia piuttosto indicativo”. 

E in questi tre anni post-Contestiamo in quali direzioni vi siete mossi? 

“Subito dopo la vittoria c’è stata la registrazione dell’EP (“Pirouette”) a cui sono seguiti tanti live. 
In quel periodo abbiamo cercato di suonare dal vivo il più possibile avendo anche la possibilità di aprire i concerti di alcuni artisti internazionali tra cui gli Wombats, una delle nostre band preferite in assoluto.  Il 2016 è stato più tranquillo, avendo deciso di passare molto tempo in studio in vista del nostro primo album (“Werever”). Solo dopo l’estate abbiamo ricominciato a proporre dal vivo il nuovo materiale, arrivando anche a suonare in Inghilterra. 
Quest’anno ci siamo dati da fare per un progetto di cui ancora non possiamo parlare, cercando allo stesso tempo di curare la promozione dell’album”.

Quali sono le anime musicali, i gusti e le passioni dei singoli componenti del gruppo: avete ascolti comuni oppure ognuno ha una propria identità ben precisa?

“Abbiamo sicuramente identità ben definite e gusti diversi, ma ci accomuna una predisposizione generale verso il Pop. Per quello che riguarda il periodo più recente io (Alessandro) mi sono avvicinato alla Tropical, alla Dance e alla Trap americana. I miei artisti di riferimento sono Kygo, Major Lazer, Travis Scott e i Chainsmokers
Leonardo (batteria) è invece molto più vicino al Pop vero e proprio e ad artisti come Bruno Mars, Katy Perry o Shawn Mendes. Anche Gianluca (basso) è molto “radiofonico” in questo senso, ascolta musicisti come Ed Sheeran, Halsey o Charlie Puth, anche se il suo pupillo è John Mayer.  Flavio (chitarra) è più vicino invece a generi come l’Electropop e la Chillout e a progetti come Japanese House, Flume o The xx”.

Ascoltate più musica italiana o internazionale? 

“Ascoltiamo decisamente più musica internazionale. Non riusciamo ad avvicinaci troppo all’italiana, specialmente alle tendenze attuali, anche se cerchiamo sempre di analizzarle e di dargli la giusta attenzione”.

Un artista o un gruppo con il quale vi piacerebbe, presto o tardi, mettere in piedi un featuring? 

“Non abbiamo mai pensato ad un feat., ma se dovessimo scegliere ci piacerebbe moltissimo poter collaborare con gli M+A, uno dei pochi progetti italiani che ci hanno appassionato negli ultimi anni. Abbiamo avuto la fortuna di fargli da opening per un live e siamo diventati grandi fan, sarebbe molto stimolante poter lavorare con loro.”

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