Dopo una prima edizione ospitata dal Ferrara Sotto le Stelle, quest’anno Astro Festival è atterrato al Circolo Magnolia di Milano. Anche questa volta aspettative e realtà si sono incontrate ad altissima quota.
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_di Erika Fiumi
Ore 20 di sabato sera e un sole cocente ancora alto nel cielo. Arrivati al Circolo Magnolia, senza troppi preamboli, veniamo risucchiati dalla musica in direzione Jager Stage: Clap! Clap! inaugura la nostra serata con un set che è una vera e propria esplosione d’energia. Per la prima volta godiamo nel vederlo accompagnato sul palco da una live band, percussioni in prima linea e basso, ed ecco l’effetto garantito. Come prima, più di prima: Clap! Clap! fa ballare e sudare tutti i presenti (compresi gli anziani del vicino circolo bocce, storia verissima). L’elettronica del producer fiorentino ha una ritmica pazzesca, che affonda le radici nella terra che l’ha ispirata. Suoni caldi raccolti da tutto il mondo per poi arrivare a concentrarsi su quelli che caratterizzano il nostro Bel Paese, raccolti nel suo ultimo disco A Thousand Skies, concept album che ci racconta un viaggio interstellare tra le meraviglie del mondo, a perfetto tema Astro.
Clap! Clap! passa poi il testimone a Gold Panda sul vicinissimo palco principale, il Beck’s Taste The World Stage. Il sole inizia a calare e l’atmosfera si rilassa. Il pubblico è sempre più numeroso, in balia delle note sognanti, glitch e beat downtempo. I visual proiettati dietro alla console si alternano tra frammenti, forme spezzate e geometrie minimal, un prisma di luce e colori, proprio come la musica che accompagnano.

Arriva poi il momento più atteso della serata, il cielo si fa scuro e i Moderat sono pronti a salire sul palco. Il trio prende la rincorsa iniziando il set con la quiete di Ghostmother (dall’ultimo album, III), per poi esplodere in A New Error, ritorno agli esordi e abbandono lisergico. La voce di Sascha Ring (Apparat) e il suo oscuro universo introspettivo trovano sfogo e libertà nell’apertura dei suoni e nei beat ossessivi nati dalla sinergia col duo Modeselektor. Abbiamo davanti l’abisso che vuole tornare superficie, senza perdere la sua profondità. Un’ora e mezza passata in un istante tra canzoni dell’ultimo disco e vecchie perle che non stancano mai, da Bad Kingdom a Rusty Nails, il tempo di innamorarsi un’altra volta del trio berlinese. Il tutto accompagnato dagli splendidi visual, complici dell’atmosfera perfetta.
Dopo i Moderat, sullo stage principale è il momento del dj set di Dixon, un punto fermo nella club culture dai primi anni ’90. Si resta di base a Berlino, con una selezione techno e house che fa ballare il pubblico del Magnolia per ben 3 ore di fila, come vuole la tradizione della capitale tedesca. Mentre Dixon resta il re del main stage, tra luci laser in un mondo di 4/4, sul terzo palco di Astro Festival (lo Jager Forest) si alternano prima il groove di Daniele Baldelli, tra i primi dj italiani sin dagli anni ’70, e poi la freschezza di Dukwa, astro nascente da poco entrato a far parte del roster della label scozzese Numbers (la stessa che ha pubblicato i primi lavori di Jamie XX e Hudson Mohawke). Sotto l’ala di Numbers troviamo anche Lory D, altro vanto della techno italiana a cui è spettata la chiusura di questa seconda edizione di Astro Festival con un set che è stato l’equivalente di un’intera cassa di RedBull.