[INTERVISTA] Il suono globale di Nevro

Abbiamo raggiunto Nevro, giovane artista di Caltanissetta che da poco ha rilasciato “Lei”, il singolo di un album in uscita il prossimo autunno per l’etichetta torinese RKH.

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_di Mattia Nesto

Nuovi suoni in giro per la città: è questo quello che ci è venuto in mente la prima volta che abbiamo ascoltato “Lei”, il singolo d’esordio di Nevro, un giovanissimo artista che da poco lavora con l’etichetta indipendente torinese RKH. L’abbiamo raggiunto nel quartiere generale per farci dire di più su questo esordio.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica e quali sono stati i tuoi primi ascolti?

Diciamo che io provengo dal post-rock però ho sempre ascoltato anche tanta musica elettronica e sperimentale. Successivamente ho scoperto il rap e questo mi ha permesso di essere sempre molto attento alle basi musicali, provenendo, diciamo così, da mondi artistici diversi e disparati.

Ti senti quindi di appartenere ad un genere preciso o sei qualcosa di più “liquido”?

Non so bene oggi che a genere appartenga e non ho poi tutta questa voglia di fare parte (Risate). Nel senso che io rispetto le definizioni e le catalogazioni nel momento in cui aiutano a fare ordine e a riconoscere e conoscere un artista ma se lo limitano non mi stanno più bene. Ecco adesso per me non vorrei definizioni ma solo tanti ascolti (Risate).

“Lei” è il primo singolo: la canzone parla di una sorta di egocentrismo del maschio. Quel tipo di ragionamento che porta il ragazzo a pensare che quando non c’è lui la vita della ragazza sia triste e vuota: allargando il discorso all’album, sono spunti personali o ragionamenti generali?

Tutte le tracce del disco sono frutto più o meno di esperienze personali, sempre però mediate da ragionamenti e riflessioni di carattere generale: un mix tra vissuto e visto che spero possa funzionare. Poi nello specifico “Lei” ha una netta sfumatura personale, è una canzone che sento moltissimo e mi fa piacere sia stata scelta come singolo.

Il video, girato da Andrea Dipa, ha un immaginario molto particolare: l’idea è stata sua od è stato un processo collettivo?

Qui alla RKH si lavora nell’ottica del lavoro di squadra e quindi, generalmente, uno ha lo spunto e poi tutto quanti ci ragionano sopra. In questo caso l’idea e il merito vanno tutti ad Andrea che ha donato al video questo tocco fatato e indie di grande impatto. Girato al Parco della Pellerina secondo me si sposa benissimo con la canzone.

Per quanto riguarda la produzione, affidata a Jack Sapienza, pare davvero molto curata: anche qui lavoro di squadra?

Certamente considerando che avevo tante idee in testa e Jack mi ha saputo guidare. Insieme a Giuseppe Diana il lavoro è stato condotto con grande cura e attenzione anche per una dimensione acustica che sarà molto forte nelle restanti canzoni visto che molti dell’etichetta sono per di più dei chitarristi senza dimenticare una carica sperimentale sempre presente. Ma guarda faccio rispondere Jack che in questo ne sa più di me (Risate).

Jack Sapienza: Un produttore deve certamente indirizzare un arista ma ci sono delle volte, dei momenti ben precisi che si deve lasciare guidare. Ecco con Nevro io mi sono comportato così: frutto di una conoscenza approfondita, alle volte ero io ad indirizzarlo altre volte viceversa. Nevro è molto maturato in questo periodo anche e soprattutto a livello umano. La volontà era quella di fare un disco caldo, variegato e che suonasse vero, tremendamente vero. Nulla di nuovo anzi andare a riscoprire qualcosa dal passato per riattualizzarlo. Il risultato finale ci ha lasciato super soddisfatti.

Tornando a te Nevro, quali sono i tuoi principali ascolti?

I Verdena mi hanno formato senza ombra di dubbio anche e soprattutto a livello di scrittura e ultimamente sono rimasto impressionato dai Gomma che sento affini per tematiche. Poi tutta la nuova scena rap, proprio per il fatto della continua voglia di reinventarsi e ripesarsi, mi affascina. Artisti come Mecna o Carl Brave X e Franco 126 mi fanno impazzire.

Ma allora cosa dovremo aspettarci dal tuo primo disco?

Tante cose diverse eppure tenute assieme da un’unica voglia di essere diretto e sincero verso il fruitore. Un album caldo e concreto che possa essere ascoltato da persone che normalmente si interessano a generi anche molto distanti tra di loro. In autunno ricordatevi che la parola chiave sarà varietà!