A qualche mese dalla candidatura ufficiale della Sacra di San Michele come sito benedettino a Patrimonio dell’Umanità Unesco, percorriamo un tour nei luoghi piemontesi che hanno già ricevuto questo prestigioso titolo.
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_di Miriam Corona
Quando si parla di Patrimoni dell’Umanità è impossibile non pensare al peso culturale e naturalistico di tali luoghi, specialmente in Italia che è la nazione al mondo che ne detiene il maggior numero, vantandone più di cinquanta. Recentemente ha ricevuto la sua candidatura ufficiale nei “Siti dei monasteri Benedettini” la Sacra di San Michele, luogo d’ispirazione per “Il nome della rosa”, il celeberrimo romanzo di Umberto Eco, e attualmente accudito dai padri Rosminiani; la Sacra dovrà concorrere per il titolo insieme ad altri sette siti italiani in un iter che durerà circa cinque anni.
Non è la prima candidatura della regione Piemonte, che è presente nella lista dei patrimoni dell’Unesco già dal 1997 con le “Residenze sabaude di Torino e dintorni” e ha avuto l’ultimo riconoscimento in tal senso nel 2014 grazie al meraviglioso “Paesaggio vitivinicolo di Langhe – Roero e Monferrato”. Di seguito una piccola (e purtroppo sacrificata) raccolta dei siti Patrimonio dell’Umanità piemontesi che vanno assolutamente visitati.
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1. Castello Ducale d’Agliè – Agliè (TO)
Con le sue oltre 300 stanze, il Castello di Agliè è una fortezza imponente nella campagna canavese. La sua costruzione risale al tardo medioevo ma subì varie ristrutturazioni nel corso dei secoli, soprattutto dopo i vari assediamenti e guerre ai quali resistette. In periodo napoleonico venne trasformato in un ricovero e dunque privato dei regali arredamenti, ripristinati successivamente da Carlo Felice in stile “impero italiano”. Venne poi acquistato dallo Stato col sopraggiungere della Seconda Guerra Mondiale e utilizzato come nascondiglio di oggetti preziosi. Raggiunse una notevole vetta di popolarità grazie alla serie televisiva “Elisa di Rivombrosa”, che lo scelse come location principale, e attirò numerosi turisti da tutta Italia; diventato al centro dell’attenzione nell’ambito dei castelli italiani, si finanziarono consistenti fondi per la sua ristrutturazione. Il castello è circondato da due maestosi giardini (all’inglese e all’italiana) disposti su piani diversi, nei quali sono ancora presenti reperti archeologici risalenti all’Ottocento; in primavera ed estate è possibile passeggiare e perdersi nei labirinti di siepe o sedersi sul bordo della fontana al loro interno. In prossimità si trovano le serre, anch’esse affrescate, rifugio invernale delle piante e dei fiori dei giardini. Spostandosi all’interno, tra le oltre 300 stanze presenti, manifesta più sontuosità regale la Sala da Ballo, arredata in stile barocco e magnificamente affrescata con la storia della discendenza di Arduino d’Ivrea.
2. Borgo Castello (Parco della Mandria) – Venaria Reale (TO)
Oltre alla più famosa Reggia di Venaria, anch’essa Patrimonio dell’Umanità, è da menzionare Borgo Castello: situato all’interno del Parco Regionale della Mandria, è il luogo che Vittorio Emanuele II utilizzò come residenza per dedicarsi alla relazione clandestina con l’amante (e futura moglie) Rosa Vercellana che, nonostante i vari tradimenti e impedimenti da parte della corte, gli rimase accanto per tutta la vita; anche se abitarono in molte altre tenute, quella di Borgo Castello fu la loro preferita, poiché permise alla coppia di sfuggire ai dettami e alle regole ferree della corte. Ampliata a scopo venatorio nella metà dell’Ottocento, si popolò di numerosi animali non appartenenti alla fauna del territorio grazie anche a un Giardino di Climatizzazione che Vittorio Emanuele volle realizzare. Alla sua morte, il complesso venne ceduto e a partire dal secondo dopoguerra fu deturpato a causa del suo utilizzo come pista di collaudo per la FIAT e convertito in campi da golf. Grazie all’acquisto della Regione negli anni ’70, la zona viene istituita come Parco Regionale, che attualmente si può visitare liberamente seguendo i vari sentieri al suo interno fino a raggiungere i meravigliosi appartamenti di Borgo Castello, ancora arredati in stile Barocco e ricoperti di tappezzeria floreale, esplicito riferimento a Rosa Vercellana. Accedendovi dallo Scalone di Onore, il lungo Corridoio degli Uccelli, che come da nome espone i trofei di caccia del Re conservati tramite processo tassidermico, permette l’ingresso nei vari ambienti: le camere da letto, la sala da ballo, la sala da biliardo, il salotto verde (colore prediletto del Re e il cui soffitto è magnificamente decorato con la personificazione dell’Aurora e i putti intorno) e molte altre.
3. Castello di Racconigi – Racconigi (CN)
Costruito dai marchesi di Saluzzo nel XII secolo, divenne dimora dei Savoia a partire dal 1500, quando Ludovico d’Acaja vi trasferì la corte e assunse Guarini per le ristrutturazioni, che realizzò la magnifica facciata principale. Gli interni vennero ammobiliati dal Pelagi, che seppe coniugare vari stili per un risultato eclettico quanto elegante, mentre gli esterni subirono varie fasi di modifiche: in principio vennero disegnati dallo stesso architetto degli iconici giardini di Versailles, successivamente vennero elaborati da Giacomo Pregliasco che creò dei veri e propri percorsi legati a passaggi della letteratura e della storia, ultimati poi da Kurken, progettista che lavorò anche nei giardini del Castello di Agliè. Tutt’ora al loro interno si possono osservare numerose specie faunistiche, tra cui le cicogne che lo prediligono per la nidificazione. Oltre a visitare i saloni del castello, in stile tipicamente sabaudo, è possibile anche partecipare ai numerosi eventi culturali che si tengono durante tutto l’anno.
4. Sacro Monte di Orta – Orta San Giulio (NO)
Appartenente al complesso dei Sacri Monti, esso svetta dai suoi 400 metri sulla penisola del lato est del Lago d’Orta. Sulla sua superficie vennero edificate venti cappelle in stile rinascimentale, dedicate alla vita e alle opere di San Francesco d’Assisi, molte delle quali poi adattate all’epoca in stile barocco. I 13 ettari di vegetazione che crescono sul monte e il panorama del lago conferiscono a questo luogo una percezione mistica e contemplativa, oltre che un’immersione totale in più di quattro secoli di architettura. Dentro le varie cappelle si possono ammirare varie opere d’arte, dalle statue di terracotta, di legno di noce, alle tele del Cantalupi e del Procaccini. Il luogo è stato scenario di un fatto avvenuto nel 1882 che ha come protagonisti Friedrich Nietzsche, l’amico Paul Rèe e la giovane tedesca Lou Andreas Salomè; recativisi in gita, Nietzsche e la Salomè si intrattennero sulla cima per un lasso di tempo indeterminato, che lasciò presumere un profondo momento di tenerezza tra i due, sfociato, a quanto parrebbe, in una disillusione per il filosofo, che scrisse all’amico Rèe: «Sono stato veramente male per intere settimane, e se vi dico che ho avuto venti giorni di tempo da Orta, non occorre che dica di più». Questa vicenda viene attualmente ricordata come L’idillio di Orta.
5. Regione delle Langhe – (CN)
Se dopo una visita tra un castello e l’altro si auspica un momento di relax, non ci si deve spostare di molto per raggiungere la zona vinicola delle Langhe per godersi un calice di Barolo ammirando il panorama delle sconfinate colline dai numerosi belvedere. Partendo dal borgo di Roddi, sede dell’Università dei Cani da Tartufo, si arriva a La Morra, un delizioso paese divenuto famoso proprio per il vino DOCG e per la produzione della nocciola trilobata, coltivata nei versanti collinari meno idonei alla viticoltura. Punto panoramico inaspettato è il Cedro del Libano, un sempreverde di circa 160 anni locato sul bricco di Colle Monfalletto; l’albero venne piantato in occasione del matrimonio tra due giovani sposi, come ricordo e simbolo della loro relazione. Vicino a La Morra si trova Barolo, patria dell’omonimo vino, il cui nome deriva dal celtico bas reul, “luogo basso”. Esso ospita il Museo dei Cavatappi e il più recente WiMu (Wine Museum) all’interno del Castello Falletti, in cui sono state recentemente aggiunte alla collezione più di 200.000 etichette storiche di vini, alcune anche dipinte da artisti importanti quali Mirò, Wharol, Chagall e Picasso. Teatro della Resistenza, narrata da Beppe Fenoglio, scrittore originario di Alba, le Langhe vennero riscoperte come meta culturale negli anni ’90; la loro crescente popolarità favorì la ristrutturazione di castelli e casali, ora splendidi esempi della storia antica dell’area, che ha visto passare popoli celti, gallici e romani. Nei vari itinerari che si possono percorrere per visitare tutta la regione storica, è impossibile non perdersi tra i numerosi paesi, borghi e castelli silenziosi caratteristici di questa zona e addentrarsi appieno nella cultura (specialmente gastronomica) del Piemonte.