[REPORT] Hot Urban Basement e Samuel Heron: TT OK al Centralino

Nella serata del 24 aprile, in un raro lunedì prefestivo, il Centralino di Via delle Rosine ha dato spazio ad un’altra festa targata Hot Urban Basement, concept party a base di hip hop, trap ed elettronica. L’attrazione principale della serata in mezzo ai numerosi dj set è stato il live dello spezzino Samuel Heron, uno dei più originali tra i nuovi volti del rap italiano.

_di Stefano D.Ottavio

Per capire quanto la trap vada forte dalle parti di Torino basterebbe farsi un giro tra i propri contatti sui social network, ma rimane comunque impressionante vedere in serate riuscite come l’ultimo Hot Urban Basement quanti giovani e giovanissimi siano uniti, anche solo (o soprattutto?) nel modo di vestirsi, dalla passione per la sonorità hip hop che sta andando per la maggiore all’estero. Tra bomber, bandane prese in prestito dal glam metal ed accessori ambiguamente un po’ urban un po’ hipster, il Centralino si riempe in attesa dell’esibizione di Samuel Heron, ex metà dei Bushwaka, duo ormai scioltosi da circa un anno che solo poco tempo fa si ritrovava nel roster della Newtopia di Fedez.

Come Mike Highsnob, Heron da qualche tempo s’è lanciato in un’avventura solista, ottenendo rispetto all’ex socio (a quanto pare dai numeri su Youtube e hype percepibile su internet in generale) parecchio più successo. I vari singoli usciti nel corso del 2016 come Ci sta, TT OK e Illegale hanno confermato la sua peculiare attitudine da ballerino e un modo di esprimersi molto personale ed accattivante, così per confermare a pieno le potenzialità del rapper di La Spezia mancava solo la prova del live. Prima del main act hanno sapientemente scaldato i motori della serata i torinesi Peacemakers, dj che fanno parecchio divertire la folla che s’accalca davanti al palco a colpi di trap, bass, e Dark Polo Gang (con questi ultimi si esibiranno insieme il 9 giugno allo Chalet nella data organizzata in tandem tra Kadmonia e Mobbing). Dopo due pezzi dell’emergente cino-torinese Cris Wang ed il warm up del suo dj personale, intorno alle 2 di notte è tempo per Samuel Heron di salire sul palco.

Peacemakers

Com’è comune oramai tra parecchi rapper, uno su tutti Ghali, per Samuel siamo in fase track by track,ovvero sta andando avanti a far uscire singoli su Youtube senza pubblicare nessun vero e proprio disco, e questo fa sì che il suo repertorio sia ancora parecchio limitato, quindi una sua esibizione purtroppo non è molto distante da una comparsata estemporanea in discoteca di un qualsiasi VIP o fenomeno del web. Ma si parla comunque di un artista che fa canzoni, quindi bisogna entrare nel merito della musica: già i pezzi sono pochi e insieme viene fuori un live da 25 minuti non abbondanti, allora perché non cantarle tutte senza pensare a balli vari, foto col pubblico ad ogni intermezzo e magari senza ricorrere all’utilizzo della voce in base, una pratica quasi allo stesso livello del playback?
Ma indubbiamente c’è qualcosa che non va se il pezzo che rimane in mente dopo il set di Samuel sia solo 20 euro” di Cris Wang, chiamato come ospite nel mezzo della scaletta. Al netto della parziale delusione sul live set, la serata – come partecipazione, qualità dei dj set e “spirito” globale – è stato un successo, ed è questo ciò che conta in un periodo non certo roseo per locali e concerti live. Non rimane che sperare che un talento nostrano come Samuel Heron rimpolpi al più presto il repertorio e curi al più presto l’aspetto live della sua carriera, come fanno egregiamente altri rapper italiani più o meno simili a lui. Il pensiero che rimane dopo aver visto Samuel dal vivo, in poche parole, è che se dal vivo fosse potente quanto è nel curare pezzi in studio (e la sua immagine nei video) non avrebbe niente da inviare a grandi colleghi d’oltreoceano. Ci sta ci sta ci sta, però…