L’Italia torna al centro del volley europeo: analizziamo le final four di Champions League, al via domani proprio nel nostro paese.
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_di Gaël Pernettaz
Dopo tanti anni ai vertici del volley europeo e un’olimpiade da protagonisti che ha visto gli azzurri capitolare solo di fronte al Brasile padrone di casa, la pallavolo che conta approda nuovamente nel nostro Paese con le final four di Champions League: le semifinali femminili si svolgeranno a Treviso, organizzate dalle campionesse d’Italia dell’Imoco Conegliano, mentre sarà Roma il teatro del torneo maschile, ospitato dalla Sir Safety Perugia dello “zar” Ivan Zaytsev.
Perso il ruolo centrale a causa del minore interesse del pubblico e dello strapotere economico delle squadre russe e turche in primis, l’Italia grazie a queste due manifestazioni ha la possibilità di riprendersi il suo ruolo da leader, di riportare la gente a riempire i palazzetti e riavvicinare il pubblico a questo meraviglioso sport. L’obiettivo è continuare sulla linea di quanto di buono fatto a Rio, quando tutti- anche chi la pallavolo non l’aveva mai seguita – hanno sofferto e esultato guardando quei sei (più uno) giocatori dare battaglia in un quadrato di nove metri per nove.
Il torneo femminile si disputerà questo weekend al Palaverde: le semifinali inizieranno domani, mentre le finali (quella per il terzo posto e quella che incoronerà la nuova regina del volley europeo) avranno luogo l’indomani. A contendere il titolo alla Conegliano padrona di casa troviamo squadre decisamente più quotate composte da giocatrici di livello mondiale e abituate a giocare questo tipo di partite.
La squadra veneta incontrerà infatti la Dinamo Mosca, che ai quarti ha eliminato Modena, l’altra italiana che ha partecipato a questa edizione del torneo. Le russe si sono rivelate in quell’occasione squadra solida e rocciosa a muro, con una grande centrale come la polacca Poljak che non ha fatto passare nulla. Goncharova e De la Cruz inoltre si sono rivelate praticamente infermabili dalla banda, condannando la formazione emiliana e mettendo pressione alle ragazze di Conegliano, che sicuramente hanno guardato la partita con non poca apprensione.
La squadra di Mazzanti (neo coach inoltre dell’Italvolley femminile, chiamato al riscatto di una squadra che negli ultimi anni ha subito una notevole involuzione), spinto dal tifo di casa, non si presenta però come vittima sacrificale e proverà a ribaltare il pronostico grazie alle difese del libero titolare della nazionale Monica De Gennaro, i muri di Folie e De Kruijf e gli attacchi dell’opposto Serena Ortolani e delle schiacciatrici americane Fawcett e Robinson.
«A contendere il titolo alla Conegliano padrona di casa troviamo squadre decisamente più quotate composte da giocatrici di livello mondiale e abituate a giocare questo tipo di partite»
Nell’altra semifinale si affronteranno invece le due corrazzate turche allenate da coach italiani (che, come per il calcio, sono sempre ricercati all’estero): l’Eczacibasi Istanbul di Barbolini e il VakifBank Istanbul di Guidetti. Derby stellare con protagoniste due squadre abituate a certi palcoscenici. Il VakifBank infatti ha partecipato alle ultime quattro edizioni della final four vincendone una, arrivando secondo due volte e terza la restante, mentre la squadra di Barbolini ha vinto il trofeo due anni fa. Questi dati lasciano però il tempo che trovano per uno sport come il volley in cui, grazie al numero ridotto di giocatori per squadra, da un anno all’altro le squadre sono spesso rimaneggiate, e un team che prima era temibile l’anno successivo può faticare. Quello che invece giustifica le grandi aspettative riposte su queste squadre sono i roster, composti dalle giocatrici più forti in assoluto del panorama mondiale.
L’Eczecibasi, pur avendo perso la centrale brasiliana Thaisa a causa di un brutto infortunio, sfodererà l’asse palleggiatore-opposto della nazionale serba (vicecampione olimpica), con Ognjenovic e Boskovic affiancate dall’americana Adams al centro e in banda dalla schiacciatrice statunitense Jordan Larson e dalla russa Kosheleva.
Il VakifBank invece, oltre alla guida di Guidetti – che si è dimostrato un allenatore di indiscusso valore, soprattutto a livello internazionale – può vantare giocatrici di caratura internazionale. Dall’Olanda il coach italiano si è portato l’infermabile opposta Sloetjes, dalla Cina è arrivata la campionessa olimpica Zhu Ting, che con Kirdar e Hill completa il parco schiacciatrici-ricevitrici. Infine il Vakif pare roccioso anche al centro soprattutto grazie alla centrale serba Milena Rasic.
Il percorso per Conegliano è quindi sicuramente in salita. Pur essendo infatti un team di indiscusso valore, le avversarie paiono decisamente più quotate. Non bisogna però trascurare il fattore campo e il caldissimo pubblico amico, che ha portato Conegliano a scrivere la storia l’anno scorso vincendo il suo primo scudetto italiano. A tutti gli appassionati di pallavolo non può non venire in mente l’epilogo della Champions League dell’anno scorso, quando nel ruolo di Cenerentola c’era un’altra italiana, Casalmaggiore, che è infine riuscita nell’impresa. Speriamo che Conegliano la emuli e riesca a fare rimanere la coppa un altro anno nel nostro Paese.
Una settimana dopo la final four femminile, il grande volley ritorna con il torneo maschile.
Il 29 e il 30 infatti il Palalottomatica di Roma ospiterà le semifinali e le finali. La prima semifinale si tinge di azzurro. Come ampiamente previsto infatti saranno due squadre italiane ad affrontarsi in uno scontro fratricida per la finale. Da una parte ci sarà la Sir Safety Perugia padrona di casa, dall’altro Civitanova, vincitrice della regular season del campionato italiano e forte della vittoria ai quarti contro l’altra italiana in gara, Modena, con un doppio e perentorio 3 a 0. Brutto anno per la città emiliana, che ha visto entrambe le sue compagini eliminate ai quarti.
Perugia arriva da un’annata sottotono, per quanto si possa considerare come tale un terzo posto in campionato. Infatti l’acquisto in estate di Zaytsev doveva contribuire a un salto di qualità definitivo per una formazione già forte di un asse palleggiatore-opposto fra i più temibili d’Italia e Europa, con l’argentino De Cecco a gestire il gioco e il serbo Atanasijevic come principale terminale offensivo e arma in più anche al servizio. Ciò non è però avvenuto, tanto che a campionato in corso c’è addirittura stato un cambio di allenatore (che, giova dirlo, nel volley non è una pratica consueta), con l’avvento sulla panchina umbra di Lorenzo Bernardi, mister Secolo. Da quel momento la squadra ha rincominciato a macinare gioco e risultati, ma il gap con Civitanova è ancora profondo, soprattutto se si considera che a fianco dello “zar” giocherà Berger, riserva di lusso, e non il titolare Aaron Russel, infortunatosi qualche settimana fa.
Civitanova dal canto suo si presenta a questo rendez-vous in splendida forma. La prova di forza in Champions League ai danni di Modena, il vantaggio nella serie di semifinale scudetto sempre contro i canarini, fanno ben sperare la squadra di Blengini (che, come Mazzanti, ha appena firmato come ct della nazionale, maschile questa volta). Civitanova infatti, oltre ad avere delle individualità di primo livello – come il regista hawaiano Christenson, l’opposto Sokolov, e in banda Osmany Juantorena, altro artefice del “miracolo” olimpico italiano a Rio la scorsa estate – gioca compatta, precisa, a memoria. I meccanismi sono tanto fluidi che persino Jiri Kovar, schiacciatore italiano, da qualche anno leggermente in ombra, è ritornato ai suoi massimi livelli, facendo sorridere, oltre ai tifosi marchigiani, tutti gli amanti di volley italiani in ottica azzurra.
«Tre italiane ai quarti di finale, due in semifinale, sicuramente una in finale. Sarà questo l’anno buono per riportare in Italia una coppa che manca dal 2011 o l’”esilio russo” della Champions continuerà ancora, per il sesto anno consecutivo?»
La seconda semifinale invece vedrà come protagonisti lo Zenit Kazan e il Recycling Volley Berlino. Davide contro Golia: lo Zenit Kazan, detentore della coppa da due anni, è infatti imbattibile, e non è un’iperbole. La squadra allenata da Alekno in questa stagione non ha ancora perso una sola partita sugli oltre 40 match disputati. Spaventosi sono i nomi degli attacanti. Come opposto gioca Mikhaylov, perno da anni della fortissima nazionale russa, e come schiacciatori ci sono il cubano Leon (che però da quest’estate giocherà per la nazionale polacca) e lo statunitense Anderson: giocatori capaci di attaccare, ricevere e battere in maniera sopraffina. Nulla pare poter quindi fermare questa squadra dalla sua terza Champions League consecutiva, o almeno dall’arrivare in finale.
Sì, perché in semifinale, il suo avversario sarà Berlino, vero e proprio outsider del torneo, che è arrivato a questo punto anche grazie, è giusto dirlo, a un sorteggio favorevole. Questa squadra non è composta infatti da grandi nomi come le altre tre, ma i ragazzi di Serniotti non mollano mai, come tutti gli sfavoriti. Agli ottavi di finale, infatti, contro l’Isanbul BBSK, sconfitta 3-2 in Turchia e sotto 2-0 in casa è riuscita a vincere i 3 sets successivi e il quarto di spareggio necessario ad accedere ai quarti dove si è fatta protagonista di una nuova rimonta: sotto 2-0 all’andata in casa contra la Dinamo Mosca, ha ribaltato il risultato vincendo 3-2, punteggio che ha poi replicato in terra russa al ritorno, nuovamente ribaltando uno svantaggio iniziale, “solo” di 2-1 in quell’occasione. Difficile che però questo possa bastare contro il Kazan, nonostante, ne siamo certi, il pubblico tiferà il Berlino come se giocasse in casa sia perché sarebbe una facile avversaria per l’italiana che arriverà giocoforza in finale, sia per l’intramontabile fascino che le “Cerentole” hanno sempre esercitato sugli amanti di qualunque sport.
Tre italiane ai quarti di finale, due in semifinale, sicuramente una in finale. Sarà questo l’anno buono per riportare in Italia una coppa che manca dal 2011 o l’ ”esilio russo” della Champions continuerà ancora, per il sesto anno consecutivo?
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