È iniziato il 15 marzo il nuovo tour di Cesare Basile e dei Caminanti, con la presentazione dell’ultimo disco “U Fujutu su nesci chi fa?”. La prima tappa è il Teatro Coppola, luogo di resistenza e libertà, calderone di umanità e racconti, in cui da sei anni si sperimentano nuove forme di cultura e politica dal basso.
di Maddalena Migliore – Ad accompagnare Cesare in questo nuovo viaggio, ci sono Massimo Ferrarotto, Luca Recchia, Simona Norato, Sara Ardizzoni e Roberta Gulisano, musicisti la cui consapevolezza artistica e forza comunicativa è ammaliante e coinvolgente.
Gli arrangiamenti fondono blues a sonorità mediterranee, i testi in siciliano attingono da racconti del passato e del presente, per un disco carico di sapienza antica e potenza catartica che s’immerge nella tradizione per restituirla forgiata a nuova vita.
Il brusio del Teatro gremito viene squarciato dallo Scongiuro, intro del disco, un’antica preghiera tramandata da generazioni per tagliare la “Draunara”, la coda del dragone, la tromba d’aria capace spazzare via ogni cosa incontri. Campeggia a lato del palco l’artwork di Monica Saso, con l’immagine del “Fujutu”. Ma chi è “U Fujutu”? È il fuggitivo, l’equivalente del Matto nei tarocchi siciliani, l’arcano zero, carta che non prende e che non può essere presa perché non sta alle regole del gioco. Un monito che ritorna sovente nella poetica di Basile, filo rosso che attraversa le narrazioni degli ultimi dischi e diventa pretesto per raccontare le storie degli ultimi e degli offesi, come “Cola” o “Fimmina Trista”, storie che parlano di paura, rivolta e liberazione.
Tra gli ultimi brani a chiudere il concerto, ci sono Parangelia e Filastrocca di Jacob detto il ladro, meraviglioso inno alla ribellione individuale, che risuona come una spinta ad agire e rivoltarsi giorno per giorno.
GALLERIA FOTOGRAFICA A CURA DI MADDALENA MIGLIORE