[REPORT + PHOTO] Samuele Bersani: parliamoci da vicino | Metropolitan

Il tour nei teatri “La Fortuna che abbiamo” di Samuele Bersani lo scorso 6 marzo è arrivato al Metropolitan  con una data organizzata da Musica & Suoni, che ha rimpiazzato quella originariamente prevista per il 31 ottobre scorso, rinviata a causa di un problema di salute dell’artista.

di Daniele Messina – “Le mie parole sono sassi”, o fiori. Da lanciare su di un palco che è luogo di uno spettacolo grandioso, portato avanti e gestito magistralmente, da un artista che tocca i 25 anni di carriera, mostrandone l’esperienza e garantendone altrettanti di altissima qualità. La stessa che lo ha sempre accompagnato e, pronti a scommetterci, continuerà a farlo a lungo. Un artista consolidato e, applausometro alla mano, collocato già fra i futuri mostri sacri della musica italiana, sulle tracce di chi amava cantarne i testi, ascoltarne i consigli, condividere fugacemente un’abitazione a Milo.
Samuele Bersani è quel mostro cantato a tende aperte, a bruciapelo, senza fronzoli. Un’esecuzione perfetta, grazie a musicisti poliedrici e degni di una voce così, elegantemente, rassicurante.

Il tour de “La fortuna che abbiamo” tocca il Metropolitan di Catania in una cornice di pubblico entusiasta dello spettacolo offerto, coinvolta dalla prima all’ultima nota, che sia musica o intermezzi parlati dell’artista. Parla poco, sostiene, ché lo spettacolo non dev’essere soltanto musica, perché è giusto conoscere ciò che sta dietro a quel suonare, ciò che si prova nel quotidiano fare musica dell’artista. E certo che di emozioni ne ha provate e ne prova ancora chi, come Bersani, è stato capace di costellare una lunga carriera di perle come Giudizi universali, Senza titoli e, lo sapete già, Replay. In un malinconico e toccante duetto piano-voce, il brano arriva già nella prima parte del live, tanto bello quanto amaro per essere già finito e passato.

Il piacere per ciò che si fa è palpabile per un musicista che dimostra di amare la propria arte, che lo ha portato a riempire di versi ed emozioni il leggìo che si tiene davanti per tutta l’esibizione.
Canzone (di Bersani sono le meravigliose parole) è una dedica gioiosa alla memoria di Lucio Dalla, suo concittadino e grande amico, nonché brillante collega e, inevitabilmente, maestro. Gli dedica poche parole, che sarebbero superflue, per l’emozione che si legge nei suoi occhi, ad eguagliare la grandezza dell’amico ricordato.
Da En e Xanax a Spaccacuore, passando per Crazy Boy , Freak e Chicco e Spillo, il repertorio viene eseguito in scioltezza in una complessa architettura messa su dai poliedrici musicisti, sulle note di un ukulele o di un sax, seguendo gli arrangiamenti nuovi che già il disco “La fortuna che abbiamo” aveva fatto conoscere.
Il live si chiude con la carica di Cosa vuoi e il pubblico a ridosso del palco, ad assaggiare più da vicino questo appassionato fare musica.
“Le mie parole sono sassi”, ripetiamo. Lo canta Bersani. E come biasimarlo, poesie in musica che hanno segnato questi venticinque anni, sempre delicatamente, sempre a bassa voce, sempre eleganti, sentite, vere.

GALLERIA FOTOGRAFICA A CURA DI MARTINA MANOLI