Giocando con Orlando: Stefano Accorsi e Marco Baliani sulla giostra dell’amore

Dopo il successo di Furioso Orlando, Stefano Accorsi e Marco Baliani rivisitano con ironia e curiosità il capolavoro di Ariosto al Teatro Bellini di Napoli. 

_di Luigi Affabile

Le luci si abbassano, il teatro si prepara. C’è un silenzio solenne, carico di attesa. Ad un tratto, una luce fioca illumina il centro del palco. Fa il suo ingresso in scena Marco Baliani, regista e spalla di Stefano Accorsi, nello spettacolo Giocando con Orlando, liberamente tratto dal poema cavalleresco di Ludovico Ariosto: Orlando furioso. Il regista piemontese racconta come è nata l’idea di realizzare lo spettacolo con Accorsi e delle perplessità che aveva nell’intraprendere quest’avventura.

“Il teatro che qui noi altri stasera s’apparecchia non sol per l’occhio è fatto ma in specie per l’orecchia”

Lo spettacolo ha finalmente inizio. Il particolare che colpisce subito l’occhio è l’umile e semplice scenografia. La scena è abitata esclusivamente da casse di legno accatastate e da statue di cavalli colorati (opera dell’artista Domenico Paladino). Tutto il resto, oltre ai dialoghi in rima fra i due attori che si prendono beffa l’uno dell’altro, è affidato all’immaginazione dello spettatore. Le torri, le tende, gli accampamenti, i castelli, le spade, le lance, gli scudi, i duelli, prendono vita nell’occhio di chi guarda e sono accompagnate dalla consueta percezione visiva della scenografia sentimentale, espressa con intensità e accuratezza.

Delle molte storie che si raccolgono nell’Orlando furioso, il regista ha scelto un solo filone: l’amor conteso, sacro e romantico ma allo stesso tempo folle e pazzo. L’amore che spinge l’uomo a compiere gesta epiche, nonostante la realtà non accetti che il suo sentimento non sia ricambiato. Stefano Accorsi fa il suo ingresso sul palco e si trasforma nel cavalier narrante. Le storie raccontante si fondono in un unico strato narrativo mentre il racconto scorre in modo fluido e leggero. Le gesta dei cavalieri che lottano, amano e soffrono sono guidati dalla musica delle parole in rima, accompagnate da parti comiche e grottesche.

La giostra di emozioni va avanti, senza sosta, tra Angelica e Orlando, Bradamante e Ruggero, tra amanti in fuga e isole lontane. Il tono e il coinvolgimento del “duo” Baliani – Accorsi è costantemente naturale e a proprio agio, persino quando durante quei viaggi ad alta velocità, giocano in scena, scherzano e si prendono in giro. Stefano Accorsi si conferma un attore brillante e versatile, grazie ad un interpretazione giullaresca capace di incarnare e trasformare personaggi, sentimenti e passioni. Degna di nota, la performance e la sensibilità di Marco Baliani, che durante il racconto si muove saltellando, tra simpatiche insinuazioni e amari commenti.

“Quanti tesori in questo paese abbiamo, che valgono più dei pozzi e del petrolio. Forse non servono a muovere le macchine, ma di sicuro muovono i cuori”

Giocando con Orlando racconta una delle più celebri e tormentate storie d’amore di tutti i tempi. Durante la lettura ideata da Baliani e realizzata da Accorsi, non mancano riferimenti e riflessioni sulla società moderna. Una società tradita, rissosa, individualista. Questa rappresentazione teatrale, questo classico racconto, oltre a descrivere l’essere umano nel profondo, ci esorta a riflettere sul sentimento dell’amore, denudato davanti a ciò che è veramente. L’amore, che anche se – a volte – non corrisposto, non fedele, non protetto, resta l’unica grande giostra capace di far girare il mondo.