Vi raccontiamo cosa è successo nella notte degli Academy Awards.
di Pier Allegri – Sono le sei del mattino alla Holden di Torino e siamo in piena proiezione streaming degli ottantanovesimi Academy Award, condotti magistralmente dal comico e personalità televisiva Jimmy Kimmel del “Jimmy Kimmel Live!”, per la prima volta in veste di host della prestigiosa serata. La conduzione si dimostra brillante e oltremodo esperta: nasce da subito un parallelo con la più recente conduzione di Ellen De Generes agli Oscar del 2014 (eccezionale!) attraverso props stupefacenti come una pioggia di caramelle sul pubblico e turisti ignari condotti “a tradimento” dentro il Dolby Theatre nel bel mezzo della cerimonia (che era iniziata con la scoppiettante esibizione di Justin Timberlake). Ma tutto l’evento, sin dai primi minuti, si dimostra uno spazio di accusa nei confronti della giovanissima amministrazione Trump. A dare il via, una meritata standing ovation alla “sopravvalutata attrice hollywoodiana” Meryl Streep, giustamente commossa, finita negli ultimi mesi in un cerchio di fuoco causa una pesante critica nei confronti del neo-eletto presidente. Non mancano quindi, per tutta la durata dell’evento, battutine taglienti, giudizi sprezzanti e vere e proprie prese di posizione di artisti americani e internazionali.
Ma è pur sempre un serata di premiazione quindi andiamo al nocciolo della questione e a seguire la lista di TUTTI i vincitori (non troverete, ahimé, “Fuocoammare tra questi titoli).
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA Mahershala Ali – Moonlight
MIGLIOR TRUCCO Alessandro Bertolazzi, Giorgio Gregorini e Christopher Nelson – Suicide Squad (unico trionfo italiano)
MIGLIORI COSTUMI Colleen Atwood (leggenda del costume alla dodicesima nomination e al quarto oscar dopo “Chicago”, “Memorie di una geisha” e “Alice in Wonderland” ) – Animali fantastici e dove trovarli
MIGLIOR DOCUMENTARIO Ezra Edelman e Caroline Waterlow – O.J.: Made in America (il più lungo film mai candidato all’ Oscar, della durata di otto ore)
MIGLIOR MONTAGGIO SONORO Sylvain Bellemare – Arrival MIGLIOR SONORO Kevin O’Connell, Andy Wright, Robert Mackenzie e Peter Grace – La battaglia di Hacksaw Ridge (Curiosità: uno dei quattro candidati alla categoria per “13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi” di Michael Bay è stato escluso per aver tentato di influenzare telefonicamente la votazione..sapere è potere)
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA Viola Davis – Barriere (impensabile altrimenti…)
“C’è un posto in cui tutti quelli che hanno il massimo potenziale si trovano riuniti, è il cimitero. La gente mi chiede sempre: quali sono le storie che vuoi raccontare, Viola? Io dico: andate a riesumare le storie delle persone che hanno sognato in grande e non hanno mai realizzato i propri sogni, o che hanno sognato e perduto. Io sono diventata un’artista e l’ho fatto per mia fortuna. Noi artisti siamo l’unica categoria che può davvero celebrare la vita.” – Clicca qui per il discorso completo
Semplicemente magnifica.
MIGLIOR FILM STRANIERO Asghar Farhadi – Il cliente (secondo oscar per il regista iraniano dopo il magnifico “Una separazione” del 2011, assente alla premiazione per protesta contro l’idiozia populista di Trump. Doppio il valore, doppio l’uomo. Sotto parte del discorso letto in sua vece.)
“I registi hanno il potere di usare le loro telecamere per catturare le qualità che noi umani condividiamo e spezzare gli stereotipi di ogni nazionalità e religione. Creano un’empatia tra noi e gli altri. Un’ empatia di cui abbiamo bisogno oggi più che mai.”
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DI ANIMAZIONE Alan Barillaro e Mark Sondheimer – Piper (mai un piovanello è stato tanto adorabile.) MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE Rich Moore, Byron Howard e Jared Bush – Zootropolis MIGLIOR SCENOGRAFIA Sandy Reynolds-Wasco e David Wasco – La La Land
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI Robert Legato, Adam Valdez, Andrew R. Jones, Dan Lemmon – Il libro della giungla
MIGLIOR MONTAGGIO John Gilbert – La battaglia di Hacksaw Ridge
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO Orlando von Einsiedel e Joanna Natasegara – The White Helmets MIGLIOR CORTOMETRAGGIO Kristóf Deák e Anna Udvardy – Sing
MIGLIOR FOTOGRAFIA Linus Sandgren – La La Land MIGLIOR COLONNA SONORA Justin Hurwitz – La La Land MIGLIOR CANZONE Justin Hurwitz (grande!), Benj Pasek e Justin Paul – “City of stars”, La La Land “Dedicato a tutti i bambini che amano la musica, e ai genitori che credono ai sogni dei propri figli.”
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE Kenneth Lonergan – Manchester by the sea
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE Barry Jenkins e Tarrel McCraney – Moonlight (che delicatezza questo film…)
MIGLIOR REGIA Damien Chazelle – La La Land
MIGLIOR ATTORE Casey Affleck – Manchester by the sea
MIGLIOR ATTRICE Emma Stone – La La Land (ti amerò per sempre, Isabelle…)
Stop. Pausa un attimo.
Quello che segue va raccontato come si deve: a presentare il premio finale della serata (Miglior film), per celebrare i cinquant’anni di “Gangster Story”, la coppia di giganti Faye Dunaway e Warren Beatty. I film vengono presentati la busta viene aperta. Beatty si prende dei secondi per aumentare la tensione per poi passare il foglio a Faye Dunaway. “La La Land!” esclama l’attrice premio oscar. Tutto nella norma. Produttori e cast si abbracciano, salgono sul palco. I produttori con in mano le ambite statuette cominciano i loro discorsi.
Ma qualcosa sembra non tornare. Beatty vaga spazientito sul palco. Silenzio. Un brusio sul palco. “E’ Moonlight il miglior film!” esclama uno dei produttori, l’Oscar nella mano. Ripete talmente tante volte “Non è uno scherzo” che probabilmente lo è. A ulteriore prova, mostrano il cartoncino con su scritto il vincitore alla telecamera: “Moonlight”. L’imbarazzo è totale. I produttori di La La Land cedono i premi a quelli del film vincitore. Segue un bizzarro e trafelato discorso di ringraziamento. Un mortificato Jimmy Kimmel si scusa per l’inconveniente, e non puoi che provare pena per lui, dal momento che fino a quegli ultimi cinque minuti stava facendo un ottimo lavoro. Non credo inviteranno più Dunaway e Beatty a presentare un premio….
E quindi…
MIGLIOR FILM Moonlight