Si conclude sulle rive dello Stretto la tappa siciliana del fortunato “La Fine dei Vent’anni Tour”, ripartito a novembre dopo la soddisfazione del Premio Tenco per la migliore opera prima e i riconoscimenti piovuti da più parti nell’anno appena concluso.
di Simone Picchi – Il Retronouveau di Messina apre le sue porte ad una serata che si prospetta calda a dispetto del clima ancora invernale. Il club si riempie sin dall’apertura delle sue porte, per un’atmosfera che si dimostra immediatamente da grande evento.
È il cantautorato della giovane catanese Roberta Finocchiaro a riscaldare il pubblico con il suo repertorio di chiara scuola John Mayer, zittendo i primi mormorii causati dalla tarda ora, e trasformandoli in applausi.
Le luci spente e la comparsa del longilineo profilo di Motta sul palco annunciano l’inizio di un’esibizione attesa dal pubblico messinese da diverse settimane. “Se continuiamo a correre” si abbatte sulla platea come una pioggia sonora di distorsioni e ritmiche incalzanti su cui si staglia il riccioluto toscano in un’ininterrotta danza ipnotica. L’incedere cadenzato della psichedelica “Del tempo che passa la felicità” annuncia le atmosfere funky di “Prima o poi ci passerà”, che si dilata in un brano dance dove le pelli la fanno da padrone. L’atmosfera si fa più rilassata con l’introduzione alla tropicale “Mio padre era comunista”, in cui Motta prende per la prima volta la parola per sciogliere la tensione di un inizio sugli scudi. I riferimenti politici del pezzo lasciano poi spazio al tema amoroso della successiva “Sei bella davvero”, che scioglie le ultime resistenze delle donne presenti in sala. Il singolo che ha dato il nome all’album si incastra fra le due cover (“Fango” e “Cambio la faccia”) dei Criminal Jokers – band con cui il cantante toscano ha iniziato la propria carriera di musicista – cambiando il tenore dell’esibizione che si fa più malinconica ed espansa nello spazio grazie al sapiente uso delle tastiere.
Dopo il classico e inflazionato bis si riprende con le chitarre taglienti di “Roma stasera”, dove tuttavia sono nuovamente le pelli a dominare l’intera scena. Il dominio tribale non si interrompe fino alla conclusiva “Prenditi quello che vuoi”, in un loop ininterrotto che diviene un crescendo grazie all’esplorazione in campi propriamente metal.
La dimensione da club si è dimostrata la cornice ideale per apprezzare la musica del cantautore livornese, ed è difficile credere che qualcuno dei presenti possa esser rimasto insensibile ad una carica sonora, ma soprattutto lirica, del tutto personale e riconoscibile che attacca l’ascoltatore per scavarne l’animo più profondo. Altrettanto difficile è non apprezzare l’approccio ironico e quasi disilluso che Motta ha verso la sua arte, a dispetto di chi invece ostenta uno status d’artista che non gli appartiene.
Si conclude al Retronouveau una tappa importante del tour di Motta, con Messina che è l’ultima città a salutare il suo ritorno sul continente, e che sarà la prima a sussurrare bentornato Francesco.
GALLERIA FOTOGRAFICA A CURA DI MELO FARINI