A fine febbraio i Dillinger Escape Plan, band americana difficilmente classificabile sotto un unico genere musicale, approderanno in Italia per due date che saranno verosimilmente le ultime due nel nostro paese, essendo questo l’ultimo tour prima del definitivo scioglimento.
Per l’occasione, vi aiutiamo ad entrare nel mondo sonoro del gruppo più pericoloso del mondo (secondo la rivista NME e chiunque li abbia visti dal vivo) con una breve ma mirata lista di 5 pezzi in ordine cronologico.
Così come il John Dillinger da cui hanno preso il nome, i Dillinger Escape Plan sono sempre riusciti scappare dalla oziosa etichetta di band mathcore/ metalcore/ progressive metal, inserendo qua e là nella loro violentissima discografia sprazzi di pop rock, elettronica e free jazz così da rendere il loro sound riconoscibile e soprattutto accessibile anche a chi non è un assiduo ascoltatore di metal. Il fondatore della band, self-manager ed unico componente fisso nel corso degli anni è Ben Weinman, geniale chitarrista /produttore e, come ci tiene a sottolineare Wikipedia, straight edge e pescetariano. E’ lui che nel 1997, dopo lo scioglimento della sua vecchia band hardcore punk, forma i DEP per poi arrivare dopo due anni alla pubblicazione del primo LP, “Calculating Infinity”. Si parte da qui, con il brano più celebre dell’album, l’iconica “43% Burnt”.
Iniziano le defezioni per motivi vari da parte di alcuni componenti della band, e Weinman cerca via internet soprattutto un nuovo cantante. Dopo un’audizione registrata su cassetta, nel 2002 entra nel band Greg Puciato, che rimarrà fisso nei DEP fino alla fine diventandone il frontman ufficiale.
Nell’attesa di colmare il posto vacante prima dell’arrivo di Puciato, esce l’EP “Irony is a Dead Scene” (Epitaph), registrato insieme al vocalist più pazzo del mondo nonché fan della prima ora del gruppo, Mike Patton. Qui rifanno “Come to Daddy” di un altro artista che non ci sta molto dentro con la testa: Aphex Twin. Non c’è altro da aggiungere.
Nel 2004 esce il primo album con Puciato alla voce, “Miss Machine”, il disco che ha ottenuto il maggiore successo commerciale nella loro carriera. Già in questo album, con canzoni come “Unretrofied”, si può sentire come i DEP siano in grado di gestire anche sonorità più morbide e “pop”, almeno per i loro standard. Un altro esempio di questa peculiare inclinazione è “Black Bubblegum”, da Ire Works (2007).
Nel 2009 arriva “Option Paralysis”, il primo album pubblicato con l’etichetta discografia di loro proprietà, la Party Smasher. Nelle varie interviste sia Puciato che Weinman dichiarano che questo è il loro lavoro preferito, il più spontaneo, organico, puro, frutto di circostanze ed ambienti favorevoli. Il disco si apre con un vero e proprio capolavoro che attraversa stili e generi musicali, divenuto anche uno dei pezzi più catartici nel live dei Dillinger per l’inevitabile sing-along del coro finale, roba che Ligabue se la sogna di notte: “Farewell, Mona Lisa”.
L’ultimo pezzo della lista è il singolo tratto dall’ultimo lavoro dei Dillinger Escape Plan, Dissociation, disco uscito nel novembre 2016 insieme all’annuncio del definitivo scioglimento della band dopo vent’anni di carriera, che avverrà quest’anno solo dopo fine del tour mondiale. Motivo in più per non perderseli all’Hiroshima di Torino ed a Bologna, no?
Liste e classifiche per loro natura tendono ad escludere e tralasciare alcuni momenti fondamentali di una carriera, soprattutto se longeva e multiforme come quella dei Dillinger Escape Plan. Non hanno trovato spazio brani del bellissimo “One of us is the killer” del 2013, e altre tracce dalla commovente violenza come “Panasonic Youth“, pubblicate in più di 6 album ed EP. Ma un elemento che non si può tralasciare se si parla di loro è l’aspetto live, che è senza dubbio è uno dei motivi per cui i DEP sono famosi a livello mondiale. Un video vale più di mille parole, quindi non possiamo che lasciarvi così, tra mangiafuochi, ferite aperte, passeggiate sulla testa del pubblico e defecazioni varie.
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I Dillinger Escape Plan saranno in Italia per due imperdibili date:
22 FEBBRAIO | Hiroshima Mon Amour , Torino
23 FEBBRAIO | Zona Roveri Music Factory , Bologna