Gli incontri legati al fumetto, quest’anno come gli scorsi anni, si sono susseguiti lasciandoci albi da leggere e rileggere: dagli anni bolognesi di Pazienza arriviamo alle emozioni senza tempo di Tony Sandoval, passando per i delicatissimi colori della Francia, il tutto arricchito da un piacevolissimo gusto pop.
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_di Lorenza Carannante
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Appuntamento a Phoenix di Tony Sandoval
Tony Sandoval è uno di quegli autori che durante le fiere restano impressi, soprattutto quando si mettono a tua completa disposizione regalandoti un disegno con piacere. Direttamente dal profondo Messico, è arrivato in Italia nel 2011 grazie alla casa editrice Tunué, alla quale resta fedelmente affezionato. Chi è abituato però a godere nell’aspetto favolistico delle sue tavole, leggendo “Appuntamento a Phoenix” dovrà mettere da parte le proprie aspettative per un attimo: in questo caso, infatti, Sandoval si allontana sia da un punto di vista narrativo che grafico dal suo stile tipicamente leggero e dedito quasi prettamente ad un’aria rarefatta, per dedicarsi invece a tematiche considerate maggiormente reali e tangibili quali, ad esempio, il cambiamento. L’opera è per certi aspetti, infatti, legata alla biografia dell’autore stesso, costretto ad attraversare illegalmente il confine con gli Stati Uniti per amore sia di una ragazza che della sua carriera da fumettista. Un cambiamento, quindi, imprescindibile, che condizionerà la sua intera esistenza e che lo metterà di fronte a decisioni pregnanti. Sebbene non rispetti propriamente il gusto onirico del tratto di Sandoval, questo fumetto è un biglietto da visita di tutto rispetto.
Il sentiero smarrito di Amélie Fléchais
Un’altra novità di Tunué è Amélie Fléchais, autrice già famosa per il libro illustrato intitolato “Lupetto rosso”, che quest’anno ha presentato “Il sentiero smarrito”, un racconto fantastico in cui perdersi, letteralmente. Senza riferimenti temporali, un bambino, che è convinto di essere il miglior scout di sempre, si perde in un bosco insieme al suo fratellino, convinto a sua volta di essere un robot, e ad un loro amico esperto di caccia. L’immediatezza della trama è tipica dei libri per l’infanzia, a prima vista, ma la complessità si fa spazio tra i disegni della Fléchais, che si alternano tra tonalità di grigio e incantevoli tavole a colori. I tre incontreranno innumerevoli animali e creature parlanti durante un duello finalizzato al controllo dell’intera foresta. Nella riuscitissima alternanza tra pagine a colori e pagine in bianco e nero, quindi, è evidente sia un tratto marcato e deciso nell’utilizzo di penne e marker, sia un tratto maggiormente delicato, in cui ad emergere sono colori tenui ed un’atmosfera quindi rarefatta. Un viaggio in cui il lettore s’immerge volentieri, in un mistero fitto in cui talvolta non si riesce a distinguere neanche una conclusione.
Tutto Pazienza
Quest’anno Andrea Pazienza, conosciuto anche come Paz, avrebbe compiuto sessant’anni. In un’intervista del 1987 disse che, qualora fosse esistito ancora, il Dams gli avrebbe conferito una Laurea ad Honorem, a sessant’anni. Poi, pensandoci, sorridendo aggiunse “Se ci sarò ancora io, quando avrò sessant’anni”. Repubblica quest’anno l’ha voluto festeggiare allegando ad ogni uscita settimanale un volume brossurato e assolutamente da collezionare, ciascuno contenente una storia, o anche solo una raccolta di schizzi, per un totale di venti volumi. La cosa interessante del genio dell’autore pugliese che ha saputo far trasparire la Bologna dei suoi tempi sta proprio nella trasgressione dei contenuti, dei dialoghi, quando ce ne sono, e degli stessi personaggi, ormai pietre miliari del fumetto italiano: da Ppentothal a Pompeo, passando per le storie di Zanardi e dei suoi compagni d’avventura, Petrilli e Colasanti. Quello di Pazienza è un disegno deciso anche a pastello, paradossalmente, e spazia dal tratto tipico del fumetto americano nero su bianco, ad illustrazioni dai colori delicati, ma non per questo liberi dal senso di angoscia che contraddistingue le sue trame più famose.
Kobane Calling di Zerocalcare
Tornando agli italiani, tra i migliori fumetti pubblicati nel 2016 non può non essere menzionato anche “Kobane calling” di Zerocalcare, autore ormai al top in Italia, per le storie pubblicate sul suo blog ma soprattutto per i libri pubblicati a partire dal 2011 per BAO Publishing. Precedentemente pubblicato solo in parte su un numero del settimanale Internazionale, Kobane calling si presenta come un vero e proprio reportage a fumetti in cui l’autore descrive le vicende che si sono susseguite prima durante e dopo l’itinerario non propriamente facile da Rebibbia al confine tra la Turchia e la Siria, a pochi chilometri dalla città assediata di Kobane. Zerocalcare, anche in questo caso accompagnato spesso da personaggi fantastici e dal suo fedele armadillo, utilizzando il linguaggio chiaro e talvolta sarcastico che ormai lo caratterizza, spiega graficamente i disagi e le difficoltà di vivere tra i difensori curdi del Rojava, opposti alle forze dello Stato Islamico. Potremmo definirlo un romanzo a fumetti, sicuramente un report ben riuscito, in chiave assolutamente contemporanea e mai banale come forse solo Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, sa essere, tra precisi riferimenti musicali e tratto pulito.
Patience di Daniel Clowes
Clowes è uno degli autori americani considerati tra i più inclassificabili in riferimento a genere, stile e narrativa: in questo caso, infatti, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio mix tra thriller e fantascienza, fattori che contribuiscono a rimarcare i tratti poco convenzionali già abbondantemente presenti nell’autore, il tutto contornato da colori e grafiche che spiazzano ancora di più il lettore. La vicenda risulta intricata dal principio: ambientata nell’anno 2012, la relazione tra Jack e Patience sembra procedere tranquillamente, fino a quando Jack, rientrando dopo il lavoro, trova sua moglie priva di vita. Si intuisce che la donna aveva avuto un passato doloroso, perciò in un primo momento Jack viene accusato, per poi essere rilasciato. Dopo la sua scarcerazione la vicenda diventa maggiormente coinvolgente, ma non per questo poco chiara: Clowes ci conduce in un futuro assurdo in cui Jack, ormai invecchiato, incontra una prostituta dalla pelle azzurra e si convince di poter in qualche modo modificare il passato, tornando indietro, restando così intrappolato nel proprio caos temporale. Un’opera assolutamente avvincente – pubblicata dalla BAO Publishing, che sembra non sbagliare un colpo.