Alla ricerca di una “possibilità di ricreazione visiva” con uno dei 30 under 30 creativi più influenti d’Europa.
di Andy McFly – Ermetismo, attese, momenti impalpabili. Grigio, pittura, cera. Guglielmo Castelli, artista torinese classe ’87. Quest’anno Forbes l’ha inserito tra i 30 under 30 più influenti e intraprendenti d’Europa e non fatico a capire il perché: date un’occhiata al suo CV e soprattutto ai suoi strepitosi lavori. Il punto è che ci si sente rapiti dalle atmosfere delle sue opere. Intime e solitarie: ci si sente in una stanza vuota, immensa, di vetrate luminose e candelabri, dove il suono costante di una nota di pianoforte risuona ed echeggia per ore e ti costringe a guardare dentro di te.
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Abbiamo avuto la fortuna di intervistarlo: con magistrale pacatezza e poesia, ci ha spiegato un po’ il suo mondo… in prezioso e privilegiato silenzio assoluto dove tutto è vero.
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“CadavreExquis” è il titolo della tua personale nella galleria Ron Lang Art gallery, avvenuta lo scorso maggio ad Amsterdam. Hai giocato e ti sei messo in relazione con il lavoro di una delle più grandi artiste di sempre: Carol Rama. Vuoi dirci come è nata l’idea, parlarci dello sviluppo e di tutto ciò che implica il lavorare su opere di mostri sacri dell’arte?
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“Le opere di Carol Rama mi hanno da sempre provocato uno scompenso emotivo fortissimo, l’uso di un gesto che diventa strumento per scandagliare un’irrequietezza umana.
Così con Olga Gambari, curatrice, giornalista e critica d’arte insieme alla mia galleria olandese e ad una coppia di miei collezionisti saluzzesi abbiamo pensato a una sorta di “confronto”.
Siamo partiti dal titolo: “CadavreExquis” gioco di impronta surrealista di inizi del 1900, immaginando per l’appunto, una sorta di corrispondenza su quei lati che potessero, in qualche modo, accomunare le mie opere e quelle di Carol Rama. Ovviamente data la sacralità di Carol Rama ,il mio lavoro è stato quello di tentar di creare un’anticamera piena di silenzio e di equilibri precari dati dalle anatomie dei miei personaggi. Ne è nata una mostra/ tributo, dove sono nati disegni di protesi, figure umane e ritratti ancor più liquidi, più evanescenti del solito. Perché a lei devo molto una cosa su tutte : il coraggio, perché come diceva lei : “l’arte restituisce tutto.”
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Le tue opere sembrano sospese in dei non tempi e non luoghi. Visioni oniriche di deliri silenziosi. Cosa vuoi comunicare principalmente? Cos’è importante che capisca il fruitore davanti ad una tua opera?
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“Ormai penso sempre meno a cosa “voglio” comunicare, vi è più un tentativo, il processo più del risultato. Sono in una fase dove preferisco trasmettere un contesto, tentar di creare una sensazione che è il risultato dello sguardo su tutte le opere, non sulla singola… come fosse uno guardo veloce fuori dal finestrino, le figure si perdono, le sagome sfumano…
Dipingendo, certo, sto attento al lato tecnico, per me sempre di fondamentale importanza, ma il fruitore ha ed avrà sempre ragione, non potrò mai intervenire trasponendo quella che era la mia idea iniziale dell’opera sulla Sua di visione. Perché noi artisti abbiamo la possibilità e la fortuna di condividere sezioni di visioni diverse, null’altro…”
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3 pittori preferiti, 3 musicisti/band preferite, 3 libri film preferiti.
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– LèonSpilliaert, PieterBrughel e Domenico Gnoli
– Florence and Machine, IvanoFossati ed Edward Sharpe & the Magnetic Zero.
– Il buio oltre la siepe, Cent’anni di solitudine la Trilogia della città di K.
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Cosa consiglieresti ad un giovane che vuole intraprendere la carriera dell’artista?
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“Mi piacerebbe potergli dire che l’arte è la Maratona e non i 100 metri.”
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Torino è la città in cui sei nato e hai vissuto fino ad ora. Puoi dire che sia una musa? Quali altre città ti ispirano e perché?
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“Torino non è una città, è un’attitudine, è stata e continuerà ad essere musa. Altri punti di intersezione creativa per me sono stati Lecce, Palermo e certe zone della Toscana.”
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Ho letto in una tua intervista che trai ispirazione dai libri perché le parole danno il via alla tua creazione visiva. Cos’altro stimola in te il processo artistico ?
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“Tutto quello su cui e in cui posso iniziare a scavare, a rubare a trarne una possibilità di ricreazione visiva.”
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Come vedi il futuro dell’arte in Italia?
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“Come quando hai concluso di montare un mobile Ikea, poi ti giri e vedi che hai dimenticato una vite. Ecco così.”
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Progetti in cantiere o mostre?
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“Varie fiere in giro per l’Europa, il prossimo anno la mia nuova personale ad Amsterdam e due grandi collettive in Oriente; una a Pechino e l’altra a Singapore.”
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